Archeologia. Evoluzione dell'uomo ed economia sono discipline legate a doppio filo. I Sumeri l'avevano capito oltre 5000 anni fa, e inventarono la scrittura cuneiforme per formulare i contratti.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
Una delle prime
questioni che dovetti affrontare nei primi Anni Ottanta, quando decisi di
studiare economia all’Università di Cagliari, fu la partita doppia, ossia la
geniale idea di un frate di fine Quattrocento, Luca Pacioli, di riportare in un
registro da una parte le entrate e da un’altra le uscite, pietra angolare della
moderna contabilità. L’idea di spostare capitali con semplici lettere di
credito, e non trasportando forzieri sui carri, la dobbiamo agli intraprendenti
Templari delle prime Crociate, che pagarono con la vita la loro inventiva. Per ciò che riguarda i derivati, invece,
quando venne in mente a qualcuno di inserire la scommessa in una transazione? Ebbene, sembrerà incredibile, ma lo dobbiamo
ai Sumeri, i primi a incidere con una stecca una serie di segni cuneiformi in
tavolette d’argilla create apposta 5000 anni fa per registrare numeri e dati. Su una tavoletta c’è scritto che un sumero
vende un terreno a qualcuno, stabilendone il prezzo in una determinata quantità
d’argento, legando alla bontà del futuro raccolto un ulteriore guadagno o una
perdita. Sostanzialmente quella tavoletta è un contratto in cui i due individui scommettono su una
plusvalenza, o minusvalenza, futura. Fra le
migliaia di tavolette cuneiformi
portate alla luce dagli archeologi, alcune descrivono i future, ossia il nocciolo della nostra finanza creativa,
ossia i derivati che con alcune modifiche nel corso dei secoli sono giunti agli
attuali "credit swap" e ai nefasti "subprime". Oggi sappiamo che la scrittura
cuneiforme sumera nacque nella città di Uruk proprio per svolgere funzioni economiche
e commerciali in un sistema “palaziale” che gli specialisti chiamano accentrato,
ossia gestito centralmente dal sovrano e dai sacerdoti del Tempio. Ogni
transazione, compravendita, spedizione assicurata di merci, commissione agli
artigiani, prestito, garanzia e pegno, credito e debito, con relativi tassi
d’interesse (usura compresa), compiuta da singoli o società, veniva scritta su
un pezzo d’argilla cotta al sole o al forno e archiviata in casse riservate. Si
sono conservate bene perché cotte nel fuoco dei numerosi incendi nelle città
sumere, poi assire e, infine,babilonesi, per terminare la loro vita solo nel I
secolo d.C., quando arrivano i papiri degli egizi, le pergamene romane e le
tavole di cera, e cambia la tecnologia della scrittura. C’è da osservare che i
sumeri utilizzavano l’argento e l’orzo come mezzi di pagamento e come unità di
misura del valore dei beni, e dunque la funzione monetaria era assolta da beni
ben precisi che dovevano essere prodotti, proprio come raccomandato dall’idea
che Keynes aveva del capitalismo, ossia un’economia monetaria di produzione. Sono
convinto che sia un azzardo fare politica economica e monetaria ignorando la
dimensione storica delle politiche che si affrontano. A mio giudizio, per
quanto riguarda l’ ormai decennale profonda crisi, è poco intelligente pensare
che un accadimento di ordine economico sia interpretabile solo con la categoria
economica. In altre parole, la crescita non deve essere determinata solo dalle
politiche economiche, ma anche dalla politica, dalle istituzioni e dalla
cultura.
Nessun commento:
Posta un commento