giovedì 24 maggio 2018

Archeologia. La mitica città di Tartesso sarà oggetto di due conferenze a Cagliari.


Archeologia. La mitica città di Tartesso sarà oggetto di due conferenze a Cagliari. 


L'argomento sarà presentato in due serate da Honebu, nella sala conferenze in Via Fratelli Bandiera 100 a Cagliari / Pirri. Venerdì 25 Maggio, alle ore 19, ci sarà il primo imperdibile appuntamento in cui si parlerà di navigazione antica e del periplo Ora Marittima di Avieno. Nel secondo incontro, Venerdì 22 Giugno, sempre alle ore 19 da Honebu, lo studioso Giuseppe Mura illustrerà il suo lavoro su questa mitica città che gestiva il commercio dei metalli nel Mediterraneo antico. Conosciuto nella Bibbia con il nome Tarsis, questo luogo è considerato il centro commerciale più importante di tutto l'Occidente. Descritto minuziosamente nei testi dei più illustri autori antichi greci e latini, oggi è
cercato invano nei dintorni di Siviglia, alla foce del Guadalquivir. E se fosse in Sardegna?
Fonti greche
Il nome di Tartesso è citato da Erodoto (V a.C.) che riporta notizie di questo luogo, noto fin dai tempi dell’espansione persiana nell’Egeo (metà del VI a.C.) se consideriamo il passo che cita:
“…(i Focei) una volta arrivati a Tartesso divennero molto amici del re il cui nome era Argantonio, il quale regnò 80 anni, e ne visse 120. A costui furono così legati che inizialmente li invitò a lasciare i loro luoghi e a stanziarsi nelle sue terre, e poi, visto che non riusciva a persuaderli, essendo venuto a conoscenza del fatto che i Medi accrescevano la loro potenza, offrì loro ricchezze per erigere mura attorno alla città. E ne diede a volontà.” 
Abbiamo parecchie informazioni sul nome del sovrano di allora, della sua longevità, dei suoi buoni rapporti coi greci e delle vicende politiche che sconvolsero la città di Focea ionica in vista dell’annessione all’impero persiano. Anche i Samii entrarono in contatto con Tartesso, verso la metà del VII secolo a.C., tornando in patria con enormi ricchezze. Altra fonte successiva (I a.C. – I d.C.) è l’autore greco Strabone che ammette di non poter vedere la città già ai suoi tempi, tuttavia la sua raccolta di dati ha permesso di aggiungere altre informazioni sulla civiltà perduta; un passo della sua Geografia parla dei fiumi iberici e delle località in prossimità:
“…sembra che gli antichi chiamassero col nome Tartesso il fiume Baetis, e Gadeira, con tutte le sue isole limitrofe, Erytheia. […]avendo il fiume due fonti, si tramanda che in antico, nella terra mediana, esistesse una città che portava lo stesso nome del fiume, Tartesso, mentre la zona era chiamata Tartesside, occupata attualmente dai Turduli. Tuttavia Eratostene afferma che la terra contigua a Kalpe si chiamava Tartesside…”
Inoltre, parlando dell’Iberia, cita la località di Carteia (in prossimità delle colonne d’Ercole) da molti chiamata anche Tartesso. Nel paragrafo si fa riferimento alla proverbiale ricchezza delle genti del posto e alla longevità dei sovrani, due particolari analoghi agli indizi erodotei.
Risulta curioso anche l’accenno alla topografia e all’ultima colonia greca verso occidente:
“Il primo insediamento di questa tratta costiera è Màlaka (Malaga): fra questa e Kalpe vi è la medesima distanza che fra Kalpe e Gadeira (Cadice). Vi è chi pensa che Màlaka corrisponda a Mainàke, di cui ci è stato insegnato che fu l’ultimo fra i centri greci verso occidente: ma l’identificazione non è corretta. Mainàke è più distante da Kalpe, è in rovina e nei pochi resti si intravedono parzialmente tracce di una città ellenica; Màlaka è più vicina ed ha un assetto tipico fenicio.” 
Fonti romane
Diversi sono anche gli autori dell’età romana che riportano notizie che circolavano ai loro tempi su Tartesso. Plinio il Vecchio scrive:
“…distante 25 miglia dall’imbocco dello stretto, si trova l’isola di Cadice […] L’isola ospita una città con abitanti di cittadinanza romana, detti Augustani, dalla città di Iulia (Augusta) Gades. Dalla costa che si affaccia sulla Spagna, a circa 100 passi, si scorge un’altra isola su cui era situata la prima città di Cadice. E’ detta anche Giunonide dai nativi. […] la nostra gente la chiama Tarteso, mentre i Cartaginesi Gadir, che è poi la parola per “siepe” in punico”
Un autore di III secolo d.C., Caio Giulio Solino, riporta una notizia importante che collega Tartesso e la Sardegna: un sovrano di Tartesso, Norace, giunse fino in Sardegna e qui vi fondò Nora.
Una voce allegata ci è fornita da Pausania che non cita espressamente il nome di Tartesso ma di una spedizione di Iberi in terra di Sardegna sotto il re Norace, figlio di Erytheia e nipote di Gerione , mitico gigante tricefalo di un regno presso Tartesso.
Rufo Festo Avieno, poeta e politico di IV d.C., scrisse un poemetto sulle rotte e i luoghi marittimi da Marsiglia a Cadice e tramanda:
“Qui è collocata la città di Cadice, anticamente chiamata Tartesso, e qui sono poste le colonne del potente Ercole, Kalpe e Abyla…  Qui c’è la rocca di Gadir (Cadice) infatti la lingua dei punici richiama ad un luogo recintato; la stessa località prima era chiamata Tartesso.” 
Fonti bibliche
Sebbene non sia dimostrato che gli Ebrei abbiano avuto legami con la civiltà tartessica, nella Bibbia spesso si fa riferimento a una città chiamata Tarsis, la cui assonanza fa pensare a Tartesso ma che potrebbe anche indicare il nome ebraico per Tarso.
Tarsis è associata alla sua potenza navale e commerciale poiché importava oro, argento, avorio, scimmie e pavoni.
Un oracolo di Isaia (VIII a.C.) ci fornisce dati molto importanti:
“Oracolo contro Tiro:
Urlate, navi da Tarsis, poiché tutto è distrutto; non ci sono più case.
Giunse loro la notizia mentre tornavano da Cipro.
Siate senza parole, abitanti della costa, mercanti di Sidone, marinai che ti arricchivano.
E anche con la burrasca il grano prodotto dal Nilo ti giungeva;
essa era il mercato delle nazioni.
Passate a Tarsis e urlate, abitanti della spiaggia
Coltiva la terra, o figlia di Tarsis,
il tuo posto più non esiste
Urlate, navi da Tarsis,
poiché la vostra fortezza è distrutta”
In questo vaticinio si parla della caduta di Tiro, ad opera degli Assiri, si fa riferimento spesso a Tarsis e compaiono Cipro e Sidone, tutte località fenicie. Si evince un rapporto particolare tra Tarsis e Tiro: la prima sembra avere un’influenza sulla seconda ma risulta difficile crederlo poiché Tiro era la principale delle città della Fenicia. Tarsis quindi potrebbe essere Tarso, non lontana da Cipro e già conosciuta anticamente per i fiorenti commerci, anziché la più lontana Tartesso.
Più difficile si fa l’interpretazione topografica del luogo in questione, elencato sempre in Isaia insieme ad altri posti sconosciuti:
“Per me si radunano le navi e tra le prime quelle grandi da Tarsis, per riportare da lontano i tuoi figli con tutti i loro tesori d’argento e d’oro, grazie al nome del signore Dio tuo…
“Darò un segno ai popoli, manderò i loro superstiti verso le nazioni di Tarsis, Fut, Mosoc, Lud, Ros, Tubal e Javan, verso le isole lontane…”
I profeti biblici mettono molto in risalto la ricchezza di Tarsis data dall’argento e per lo scambio di metalli di ogni tipo come il ferro, lo stagno e il piombo per conto della fenicia Tiro
Oro e argento sembrano essere prodotti tipici del commercio di Tarsis mentre la componente fenicia e marinaresca offre coordinate geografiche particolari ma per noi vaghe o comunque ancora sconosciute:
“Giona si mosse ma per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Discese dunque a Joppe (Giaffa) e trovatavi una nave che andava a Tarsis pagò il nolo e si imbarcò con gli altri verso quel luogo, lungi dal Signore.”



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