sabato 27 febbraio 2016

Archeologia. La navicella bronzea nuragica che ha sul ponte i carri trainati da buoi ritorna al museo di Crotone.

Archeologia. La navicella bronzea nuragica che ha sul ponte i carri trainati da buoi ritorna al museo di Crotone.


E' di nuovo esposta nel Museo nazionale archeologico di Crotone la "barchetta nuragica", reperto rinvenuto nella seconda metà degli anni '80 nell'area archeologica di Capo Colonna. Dal 13 marzo 2014 il reperto si trovava all'interno del percorso espositivo della mostra "L'isola delle Torri. Tesori dalla Sardegna nuragica", organizzata dalla Regione Sardegna e dalla Soprintendenza Archeologia sarda che ha visto riuniti in un'unica esposizione una serie di oggetti di produzione locale rinvenuti in diversi siti in Italia, a dimostrazione della fitta rete di contatti e di scambi che attraversava il Mediterraneo antico.
La civiltà nuragica si sviluppa in Sardegna nel II Millennio a.C. con la costruzione di
migliaia di torri che svettano nell’isola con funzioni ancora al vaglio degli studiosi. All’inizio del I millennio a.C. i sardi decidono di non costruire più nuraghi, e proprio in quel periodo si dedicano alla rappresentazione miniaturizzata in bronzo di sacerdoti, guerrieri, divinità, animali, oggetti e navi.  Il percorso espositivo ne ha potuto proporre gli aspetti fondamentali. La stessa mostra è stata poi ospitata al Museo Pigorini di Roma e nel Museo Civico Archeologico di Milano. La barchetta nuragica fu ritrovata nel 1987, nel corso dello scavo archeologico dell'edificio B all'interno del grande santuario dedicato ad Hera Lacinia a Crotone. Per la Direzione del Museo Archeologico Nazionale di Crotone, "il reperto rappresenta un unicum, non soltanto per la sua valenza simbolica, ma per il carattere atipico del luogo di ritrovamento. Nell'edificio, infatti, venivano custoditi gli ex-voto più significativi del santuario Lacinio. Per questo la presenza di tale oggetto deve riferirsi a un contatto avvenuto tra due mondi, quello sardo e quello del Mediterraneo Orientale, soprattutto greco ed egeo, che evidentemente a quei tempi non trovavano nel mare un ostacolo o una barriera ma, al contrario, un fondamentale veicolo di comunicazione". "L'importanza della barchetta del Lacinio - conclude la nota - deriva quindi dall'esplicito richiamo al mare che ne fa testimone essenziale del collegamento tra il culto alla dea crotoniate e la navigazione".
Fonte: ANSA
   


1 commento:

  1. Buongiorno,

    siccome sto seguendo una ricerca sui campanacci, mi stavo chiedendo se qualche statuetta di bue (vacca, o altro animale domestico) di epoca nuragica possieda il classico campanaccio. Nei musei c'è qualche traccia di campanacci? Qualcuno mi può aiutare? Grazie
    Manuela Virdis

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