Lo scheletro di una strega bambina trovato sepolto a faccia in giù dagli archeologi del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana
La paura dei morti che ritornano fa nuovamente
capolino sulla collina alle spalle di Albenga, capace di raccontare storie che
fanno venire la pelle d’oca. È qui, sul monte San Martino, che gli scavi
ripresi da un paio di anni nell'area di San Calocero parlano di presenze
inquietanti su cui si arrovellano gli archeologi, anche a livello
internazionale. Dopo la scoperta dei resti della “strega
bambina” – di cui parliamo sotto - la ragazzina tumulata a faccia in
giù, come si faceva con le persone odiate o temute, gli esperti del Pontificio
Istituto di Archeologia Cristiana di Roma si sono ritrovati davanti a una nuova
sepoltura anomala che ha ancora tanto da raccontare.
Si tratta dello
scheletro, forse di una donna, che presenta
segni di bruciature profonde sul
bacino e sul torace, e che è stata poi ricoperta da grossi massi. Come a volerla bloccare a terra per evitare qualsiasi rischio di ritorno in vita, secondo le credenze dell’epoca. I resti sono stati rimossi dalla tomba solo un paio di giorni fa ed è ancora presto per azzardare ipotesi, ma gli archeologi che, tramite gli esami al carbonio 14 hanno fatto risalire la sepoltura della strega bambina al XV secolo, tenderebbero a optare per la medesima collocazione temporale.
bacino e sul torace, e che è stata poi ricoperta da grossi massi. Come a volerla bloccare a terra per evitare qualsiasi rischio di ritorno in vita, secondo le credenze dell’epoca. I resti sono stati rimossi dalla tomba solo un paio di giorni fa ed è ancora presto per azzardare ipotesi, ma gli archeologi che, tramite gli esami al carbonio 14 hanno fatto risalire la sepoltura della strega bambina al XV secolo, tenderebbero a optare per la medesima collocazione temporale.
E se ci fosse una
parentela stretta tra le due misteriose presenze? «È un’idea al momento
azzardata, e comunque a dirlo sarebbe un esame del dna – dicono gli archeologi Stefano Roascio e
Elena Dellù- le tracce di bruciature sono evidenti e sono arrivate ad
intaccare lo scheletro. Oltre al particolare trattamento con il fuoco, il corpo
è stato coperto da una grossissima quantità di pesante pietrame, come a volere
sigillare definitivamente l’inumazione. Pensiamo che si possa trattare di un
individuo che destava timore o preoccupazione».
Come la ragazzina di
13 anni che tutti credevano una strega, ma che probabilmente aveva lo scorbuto,
con tutte le manifestazioni fisiche che furono interpretate come segni di
possessione demoniaca. «Ci sono molti interrogativi a cui rispondere in
un’area, come quella di San Calocero – dice Philippe Pergola, decano
dell’Istituto Pontificio – lo scavo sta dando dati significativi sulla
destinazione d’uso di tutto il monte». Alle sepolture anomale sarà dedicato un
convegno internazionale il prossimo giugno.
La giovane strega
tumulata con la faccia in giù.
Chi l’ha sepolta a faccia in giù, secondo un rito che un tempo si
riservava alle persone indegne, avrebbe voluto disfarsene per sempre,
consegnandola al buio degli inferi e all'oblio; eppure oggi è come se la
giovane “strega” di Albenga si prendesse una rivincita,
raccontando a poco a poco una storia misteriosa che non può che appassionare.
Si è conclusa da
pochi giorni la campagna di scavo nell'area archeologica di San
Calocero, alle pendici del monte San Martino,
e le conclusioni dello staff di archeologi diretti dal professor Philippe
Pergola del Pontificio istituto di Archeologia cristiana riservano altre
sorprese relative alla sepoltura anomala che ha portato questo spicchio di
Liguria alla ribalta sulla scena anche internazionale.
Che si tratti di una
ragazzina di circa 13 anni, alta 1 metro e 48 e che per qualche motivo
era temuta o disprezzata dalla comunità di allora è ormai noto; come è nota la
contraddizione di una sepoltura a faccia in giù, ma contemporaneamente in
una posizione prossima a una chiesa, come si faceva con persone di un
certo “peso”. Ora, però, gli esperti sono arrivati a nuove precisazioni
relative alla datazione e alle caratteristiche che rendevano questa persona
“diversa”: «Dal punto di vista stratigrafico la tomba appare successiva all'installazione
del primo sepolcreto cristiano di VI secolo, ed è sicuramente precedente al
pavimento del 1300 che la copriva - spiegano gli archeologi Stefano
Roascio ed Elena
Dellù -
Una datazione al carbonio 14 ci permetterà di valutare se la ragazza sia stata
sepolta nel corso dell’altomedioevo (VIII-XI secolo, ndr), quando anche il
complesso liturgico subisce un periodo di crisi e di probabile contrazione, o
poco dopo le sepolture del VI secolo. Significativa appare la profondità della
fossa».
Soprattutto, ed è
questo l’elemento nuovo, sono state trovare forti tracce
di anemia nel
cranio: «Questa poteva essere stata causata sia da una malnutrizione durante i
primi anni di vita sia da una derivazione genetica - continuano Roascio e la
Dellù - La forte anemia riscontrata potrebbe averle procurato svenimenti o crisi
epilettiche che,
male interpretate, avrebbero potuto assumere l’aspetto di vere e proprie
sindromi di possessione demoniaca. Potrebbe essere una delle spiegazioni di
questa inumazione con il corpo rivolto verso il terreno: generalmente vanno
considerate come un gesto di autodifesa che la comunità dei viventi attua per
impedire il ritorno in vita di una persona vista come negativa. Tale sorte
veniva riservata ai suicidi e agli assassini,
ma anche agli assassinati nel timore che
tornassero a vendicarsi, così come alle streghe, nell'intento di evitare che lo
spirito potesse fuoriuscire dal sepolcro per partecipare ai “sabba”. Non è da
escludere, comunque, che possa trattarsi anche di un gesto di umiltà e di
sottomissione che effettivamente è registrato per alcune sepolture privilegiate
di ambito carolingio quale, per esempio, quella di Pipino
il Breve, padre di Carlo Magno».
Fu sepolta non solo a faccia in giù, ma anche a una profondità tale
da assicurarsi – almeno per le credenze popolari di allora – il non
ritorno in vita. Fa impressione la piccola voragine che, per
secoli, ha ospitato la misteriosa tredicenne di Albenga. A colpire, oltre al tipo di
inumazione, riservata agli indegni o a chi era considerato
pericoloso e,
dunque, temuto, è il confronto con le altre tombe ritrovate nella stessa
porzione di terreno e che, seppur più antiche, si trovano a un livello
superiore rispetto a quello che ospitava questa inquietante presenza; e poi
quella vicinanza alla chiesa, luogo ambito di sepoltura, che “cozza” con il
trattamento riservato a quel corpo. Un rebus che gli archeologi stanno cercando
di risolvere ma che le tante anomalie rendono piuttosto complicato. Tutto
farebbe pensare a una strega: odiata e, dunque, punita capovolgendo il suo
corpo, cosicché non potesse “vedere” il cielo;
temuta e, quindi, sepolta nella terra a una profondità tale che le impedisse di
tornare in vita; ma con un trattamento speciale e incomprensibile, che vede la
sua tomba confinare con la facciata di un luogo sacro.
Fonte: www.ilsecoloxix.it
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