sabato 18 luglio 2015

Il nome Antonio, deriva dal gentilizio Antonius? di Massimo Pittau

ANTONIO - ÁNTHOS - ANTUNNU- CARAGANTU – TANDA
di Massimo Pittau


Il comunissimo nome individuale italiano Antonio deriva certamente dal gentilizio - poi diventato nome individuale – lat. Antonius. Per questo è già sta prospettata una origine etrusca (DNI 70). Ed ecco infatti queste due corrispondenze con due gentilizi etruschi:

Anthuś «di Antonio», gentilizio masch., da confrontare con quello lat. Antonius (RNG) (ET, Pa 2.7, su vaso;). Anthual«di Antonia», femm. del gentilizio Anthu, in genitivo (ET, AS 1.55, 56). Anthu sicuramente era pronunziato *Anthun, con -u finale nasalizzata (LLE, Norma 7).
Antni (ET, Cl 1752; ThLE²) Arnth Antni «Arrunte Antonio».

Il nome individuale Antonio già dal Rinascimento era stato riportato all'appellativo greco ánthos «fiore», il quale finora risulta di origine ignota (DELG) e, come altri nomi di piante o fitonimi, molto probabilmente è di lontana origine “mediterranea”, cioè “preindoeuropea”.
E infatti esistono questi altri antroponimi etruschi, che mostrano chiaramente di corrispondere a questo fitonimo:

Anthaia, Anth<i>aia «Anteia, Anthia», gentilizio femm., da confrontare con quelli masch. lat. Anteius, Anthius(RNG). (ET, Ta 2.1 – 7:p, su anfora) mini Anthaia e(n) mini vertun \ mini Anth<i>aia \ mi apirthe mlaχ this «mi (ha donato) Anteia, non mi portare via \ mi (ha donato) Anteia \ io in aprile (sono stata) dono di costei» (TLE 151) (ET, Cr 3.16).
Anthasi (ET, Ta 7.27 – 6:f, su parete di sepolcro) (Antha-si) «per Antio», gentilizio masch. in dativo sigmatico di comodo, da confrontare con
quello lat. Anthius (RNG), nonché col greco ánthos «fiore». Vedi Anthuś.

Di passaggio dico che mi sembra molto probabile che pure il nome dell'antica città del Lazio Antium «Anzio» sia da riportare all'etrusco-greco e “mediterraneo” ánthos «fiore». Una conferma viene dall'etnico Antiates, il quale è caratterizzato dal noto suffisso etrusco-latino -ates (LLE, Norma 11).

Ciò premesso, a me sembra molto probabile che al medesimo fitonimo “mediterraneo” ánthos «fiore» sia da riportare il fitonimo (paleo)sardo antunnu, antunna, cantunna «fungo mangereccio» (Pleurotus eryngii), il quale sulla cima si allarga parecchio, assumendo una vaga forma di “fiore”.
Questo fitonimo (paleo)sardo antunnu ha poi assunto forme varianti abbastanza numerose e divergenti, probabilmente perché la sua sillaba iniziale sarà stata confusa con l'articolo determinativo (neo)sardo unu-a «uno-a»:

túnniu, thúnniu, tunnío/u, tugníu, tuntunnu, (tun)tunníu, tuntunnina «fungo» di varie specie (m. e f.); cogomeZunnui (Tzunnúi; Fonni) [suffisso e suffissoidi (paleo)sardi].

Ma anche un altro fitonimo (paleo)sardo è da accostare al fitonimo “mediterraneo” ánthos «fiore» e precisamente:
caragántu(lu), caragantzu, cacarantzu, cagarantzu «fior d'oro, bambagella» (Chrysanthemum coronarium L.), relitto sardiano o (paleo)sardo da confrontare col greco chálkanthon «crisantemo dei campi o selvatico» (GEL) [=chalkós + ánthos = «fiore di (color) rame», sinora di origine oscura; DELG]. Per la formazione della variantecacarantzu probabilmente è intervenuto anche il sardo arantzu «arancio,-a», pur'esso “giallo” (OPSE 97, LISPR).

Infine anche un terzo fitonimo (paleo)sardo è da accostare all'etrusco-greco e “mediterraneo” ánthos «fiore» e precisamente:

tanda, thanda, attanda, athanda, thanna, atranda, tranda, tzanda, tzantza «rosolaccio o papavero dei campi» attraverso la mediazione del francese meridionale ander «papavero» e dell'egizio nantí «papavero» (Pseudo-Dioscoride IV, 64; LS 264). Non sembri strano che il rosolaccio o papavero sia stato denominato come “il fiore per eccellenza”, considerato che è molto appariscente e molto diffuso in campagna.
Verosimilmente il fitonimo (paleo)sardo presenta agglutinato ed eliso l'articolo determinativo (paleo)sardota, derivando da un originario *t'anda = «il fiore» (OPSE 108, 156, LISPR).
La mia conclusione ultima è questa: la storia di questi tre fitonimi (paleo)sardi antunnu, caragantu, tandadimostra chiaramente che la Sardegna antica, dirò così quella “nuragica”, non era affatto chiusa in se stessa, secondo un pregiudizio assai diffuso, bensi era aperta a tutto il mondo circostante: Gallia meridionale, Etruria, Lazio, Grecia, Egitto.



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