Archeologia. Trovati
reperti del III secolo a. C. in mare a Pantelleria
Trenta ancore di
piombo, quattro anfore e quattro lingotti anch’essi di piombo, di diverse
dimensioni e tipologia sono stati trovati a 60 metri di profondità nelle acque
di Pantelleria.
Dopo la scoperta
di 3500 monete puniche qualche anno fa, procede al meglio anche la seconda fase
del progetto valorizzazione e fruizione dei siti archeologici sommersi a Cala
Tramontana e a Cala Levante.
Le ricerche sono
state condotte da uno staff di archeologi subacquei composto da 2 archeologi, 2
fotografi, 4 operatori tecnici e 2 assistenti di superficie. La disposizione
delle ancore, la tipologia del giacimento archeologico e le analogie con altri
contesti simili – come ad esempio il sito di Capo Grosso a Levanzo, luogo in
cui si svolse la battaglia delle Egadi nel 241 a.C. – lasciano ipotizzare il
fatto che ci si trovi di fronte ai resti di un ormeggio di emergenza da parte
di una flottiglia di navi puniche, probabilmente in occasione di una delle
battaglie navali con le quali i Romani, per ben due volte durante il corso del
III secolo a.C., presero il controllo dell’isola di Pantelleria.
Questa scoperta è
stata resa possibile grazie alla mappatura dei fondali delle due baie da 8 a
100 metri di profondità realizzata in collaborazione con il dipartimento di
Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma e del CNR. Il progetto
di ricerca ha riguardato anche l’indagine stratigrafica subacquea del carico di
un relitto situato a 20 metri di profondità nei fondali di Cala Tramontana, i
cui resti sono costituiti prevalentemente da anfore da trasporto di produzione
cartaginese. Anche in questo caso i reperti sono databili al III secolo a.C.
Alle attività di
indagine hanno partecipato oltre una ventina di specialisti, provenienti da
diverse Università Italiane, che si sono occupati dello studio e dell’analisi
dei diversi contesti individuati.
Fonte:
www.ansa.it
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