Origine e significato
del toponimo Luras
di Massimo Pittau
Luras (pronunzia log., mentre in gallur. è Luris) (Comune di L., Gallura) -
La massima parte delle antiche attestazioni privilegiano la forma Luras, ad es. gli elenchi delle
parrocchie della diocesi di Civita (Olbia) che nella metà del sec. XIV
versavano le decime alla curia romana (RDS 736, 1093, 2291). La variante
Lauras documentata per il 1358 dal
solo Compartiment de Sardenya
costituisce quasi certamente una errata lettura delle fonti pisane utilizzate
dal suo estensore, per cui non è lecito prenderla come base per una analisi
etimologica del toponimo (cfr. D. Panedda, «Archivio Storico Sardo di Sassari»,
X, 334).
Ciò premesso dico che è probabile che il toponimo Luras derivi dal lat. lura «otre, sacco» (DELL, REW),
al plurale. Questa denominazione non deve stupire per il fatto che trova un
analogo riscontro in due villaggi italiani chiamati Sacco (Salerno e Sondrio) e in altri chiamati Saccolongo (Padova), Sacca
Fisola (Venezia), Sacchetta
(Mantova), Bisaccia (Avellino), Montenero di Bisaccia (Campobasso), Trebisacce (Cosenza). Per la spiegazione
di Luras dunque si può pensare o ai
«sacchi» propriamente detti, commerciati dagli abitanti, oppure alla forma di
particolari fatti geologici, come colline o valli o - molto più probabilmente -
rocce, nelle quali gli abitanti intravedevano altrettanti «otri» o «sacchi».-
Il villaggio è citato da G. F. Fara, Chorographia Sardiniae, 224.33
(anni 1580-1589) come oppidum Luris.-
L'aggettivo etnico di Luras è Lurisíncu, che fa capo alla citata forma
gallur. Luris ed è caratterizzato dal
suffisso còrso e ligure -incu, il
quale si trova anche negli altri Bosincu,
Nuchisincu, Ossincu, Padrincu, Sossincu, Thiesincu (abitante
rispettivamente di Bosa, Nuchis, Ossi,
Padria, Sorso, Thiesi) e che molto probabilmente deriva dal suffisso lat. -in(i)cus.- Dal punto di vista della
dialettologia sarda Luras costituisce
un'isola dialettale logudorese in mezzo al dominio gallurese. Nelle sue stesse
condizioni si trovavano fino a non molto tempo fa Bortigiadas ed Olbia.-
In Sardegna corre la voce secondo cui gli abitanti di Luras
sarebbero di etnia ebraica, per la quale però non esiste alcuna conferma da
parte di nessun documento storico; questa voce invece trova il suo fondamento
unico nel fatto che i Lurisinchi sono stati sempre dei commercianti e per
effetto di questa loro attività sono stati per l'appunto intesi dagli altri
Sardi come "Ebrei". Dappertutto i pastori e i contadini hanno
guardato con poca simpatia i commercianti. La medesima nomea, per lo stesso
identico ed errato motivo, hanno gli abitanti di Sennori, di Isili e di Gavoi
(vedi).
*** Estratto dall'opera di Massimo Pittau, I toponimi della Sardegna – Significato e
origine, 2 Sardegna centrale, Sassari, 2011, EDES (Editrice Democratica
Sarda).
Laura Mocci scrive:
RispondiEliminaA me (sarda profana ) questi ragionamenti sui toponimi del professor Pittau, lasciano perplessa così come mi lasciano perplessa le tesi di Dedola. In verità mi paiono tutte delle forzature. Il suffisso "incu" di origine corso è genovese, è diffusissimo anche in campidano: "baddarincu" ( oggetto che ruota su stesso o persona che ama ballare ), "basarincu" ( persona che ama dare baci ) e potrei continuare con un lungo elenco... Il termine "lauras" ( o leura ) che Pittau definisce errore, è comunemente usato in campidano ed è legato all'agricoltura, significa "zolla", "terra". "Traballat sa laurèra" , lavora la terra, è contadino o agricoltore... Non capisco perché si debbano sempre scomodare lingue non sarde e allora mi sorge spontanea una domanda: ma i Sardi, una lingua, la parlano prima che Roma fosse fondata e si espandesse?! E non è possibile che molti toponimi siano semplicemente ciò che resta di tale lingua ?! ...Io sono nativa di Segariu, tempo fa lessi una improbabile etimologia del toponimo del mio paese. A sentire lo studioso di turno derivava da "Sàcarius", cioè vestito di sacco perché sicuramente i fondatori erano pastori e quindi vestivano di sacco. Segariu sorge tra due fiumi, è tagliato in quattro parti dai due fiumi... A te la considerazione finale. ... "Ci seu bessida foras de arrastu" ?!
Carla Pinna scrive:
RispondiEliminaIl termine appunto che in quanto tale riferito all'oggetto o modo di dire dovrebbe prima di essere raffrontato con un ipotetico paese d'importazione dovrebbe farsi il giro di ciascun paese sardo per verificarne spostamenti e mutamenti. Solo con l'analisi di tutte le possibili varianti sarde a confronto è possibile fare raffronti con termini similari sia per significato che per grafie di altri contesti per frequentazioni
Mario Orrù scrive:
RispondiEliminagià che ci siamo, e fermo restando che il Sardo attuale è una lingua neolatina, cosa parlavano i Sardi prima che si evolvesse tale lingua? è possibile che qualche parola della nostra (eventuale) lingua primordiale, sia rimasta in uso?
Massimo Pittau scrive:
RispondiEliminaPer farsi una "cultura storica" degna di questo nome non è sufficiente leggere solamente i siti dell'internet, ma è necessario anche frequentare biblioteche e leggere libri. Proprio sulla lingua che parlavano i Nuragici o Protosardi io ho pubblicato 15 anni fa un intero libro intitolato "La Lingua Sardiana o dei Protosardi" (Cagliari 2001, Gasperini Editore) e di vocaboli protosardi tratto anche nella mia recente opera "Nuovo Vocabolario della Lingua Sarda - fraseologico ed etimologico" (Domus de Janas edit. Selargius 2014). Quanto valgono queste mie opere? Evidentemente io non sono nelle condizioni migliori per giudicarle; però esse hanno alle spalle una cattedra universitaria, per conseguire la quale ho superato 3 concorsi nazionali. La gentile obiettrice di Segariu non può non tener presente questo discrimine per fare le sue scelte di lettura e di giudizio.
Al gent.mo Prof.Pittau chiedo come mai il Gennargentu,monte maestoso e uno dei simboli della Sardegna,abbia dovuto attendere l'arrivo dei Romani per avere un suo nome,anche perchè i conquistatori l'avrebbero chiamato con un nome che significa "porta dell'argento",definizione che ormai è accettata da tutti. Io invece ritengo che Genna,e i suoi sinonimi ENNA,GIANNA,GIANA,IANA, indichino dei rilievi arrotondati ,come anche indicato da V.Angius,e che nulla ha da vedere con il latino.
RispondiEliminaLa saluto e la ringrazio.
Massimo Pittau scrive:
RispondiEliminaGennargentu - Nome della più grande e alta montagna della Sardegna. È un oronimo composito, da distinguere in Gènna (‘e) argéntu, letteralmente «porta di argento», cioè «valico dell'argento»; genna «porta», «valico» deriva dal lat. *ienua per ianua (REW 4575); arghéntu, argéntu «argento» deriva dal lat. argentu(m) (NVLS). Evidentemente in origine l'oronimo non indicava alcuna delle cime della montagna, mentre avrà indicato qualcuno dei suoi valichi esistenti fra i villaggi di Fonni, Desulo, Aritzo e Villagrande Strisaili. Il valico poi sarà stato chiamato in questo modo non per l'esistenza - che non è stata mai documentata (CVS² 55) - di qualche miniera di argento, bensì come conseguenza del brillare al sole delle sue nevi oppure del colore argenteo e brillante dei suoi scisti.
Luras (L-Uras), Uras (prov. Or), Sanluri (San-Luri), Luri (fraz. di Arborea), Uri (prov. SS), nur. Urasa (comune di Zerfaliu)…………… .e chissá quanti altri………… .
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