Oxford,
svelato il mistero dell'abominevole di Yeti, l’uomo delle nevi?
Nuova teoria degli scienziati della celebre università inglese
sull'esistenza del fantomatico yeti, il “Dna” sarebbe assimilabile a quello di un orso bianco preistorico
ricavato da un resto fossile.
La scoperta dello
yeti è ancora da rinviare ma ne è stata fatta una che potrebbe essere
altrettanto straordinaria. Gli scienziati dell’Università di Oxford cercando
(invano) prove dell’abominevole uomo delle nevi, fra 57 peli sospetti inviati
da tutto il mondo hanno individuato due campioni che appartengono a una specie
di orso sconosciuta, che per altro è identico al Dna di un orso bianco
preistorico ricavato da un resto fossile. È quindi possibile, spiega il
professor Bryan Sykes, che sulle montagne dell’Himalaya ci sia un ibrido di
orso polare e bruno che avrebbe potuto dar vita alla leggenda dello yeti.
Uno dei
campioni di pelo è di colore bruno-dorato, e arriva da un animale ucciso da un
cacciatore a Ladakh, sulla Himalaya indiana, 40 anni fa. L’altro invece è di
una tinta rossastro-bruna, ed è stato scoperto in una foresta di bambù a
elevata altitudine nel Bhutan. Quel luogo è stato definito come una sorta di
rifugio del migyhur, come viene definito lo yeti nel piccolo Paese asiatico.
«Se questi orsi sono largamente diffusi in Himalaya, possono rappresentare il
fondamento biologico della leggenda dello yeti, in particolare perché, come è
stato rivelato dal cacciatore che ha ucciso l’esemplare di Ladakh, questi
animali si comportano molto più aggressivamente contro gli uomini rispetto alle
altre specie indigene note di orsi», ha detto Sykes. Il professore ha lanciato
l’ambizioso progetto di ricercare tracce della abominevole creatura con un
appello a musei e collezionisti di tutto il mondo in cui chiedeva di inviare
peli che potevano appartenere a «primati anomali». Gran parte dei campioni
analizzati erano invece di animali del tutto comuni, fra cui, mucche, cavalli,
cani, pecore, tapiri e perfino uomini. Del resto gli appassionati della materia
sono tanti e sparsi in tutto il mondo.
Il risultato
finale però potrebbe ripagare lo sforzo di Sykes. Gli scienziati britannici
infatti stanno organizzando una spedizione in Himalaya sulle tracce del loro
orso mai visto, sempre però con la speranza di poter scovare prove dello yeti.
«Non bisogna arrendersi, lo yeti potrebbe essere sempre là fuori», ha detto il
ricercatore. Anche altri la pensano così. «Questi risultati non provano o
negano l’esistenza dello yeti, escludono solo un certo numeri di campioni», ha
detto Norman MacLeod, paleontologo del Natural History Museum di Londra.
Fonte: Ansa
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