I guerrieri di Monte Prama, nuova scoperta che però non lo è del tutto
di Massimo Pittau
Nei due quotidiani della Sardegna, il 14 maggio 2014, è stata pubblicata la notizia di una nuova scoperta a Monti Prama di Cabras: il ritrovamento di due blocchi scolpiti di arenaria, i quali escludono che le statue dei Guerrieri fossero in un cimitero.
Io, in un libretto del 2009, avevo già scritto e dimostrato che nel sito c'era un tempio, quello del Sardus Pater, già segnalato dal geografo greco-alessandrino Claudio Tolomeo e del quale ho perfino presentato una ricostruzione verosimile. Quel mio libretto andò esaurito in soli 6 mesi, tanto che subito dopo la Editrice Democratica di Sassari (EDES) pubblicò una seconda edizione ampliata e migliorata.
In questa II edizione, a pag. 53, ho perfino pubblicato l'ombra satellitare di una probabile grande tomba di giganti esistente nel sito.
Rispetto a quanto ho scritto in quel mio libretto intendo fare oggi queste precisazioni:
1. La pianta ricostruita del tempio arieggia chiaramente il “tempio etrusco” (si veda quello ricostruito a Villa Giulia di Roma).
2. L’interpretazione delle statue come quelle di altrettanti “guerrieri-pugilatori” è una “baggianata” che offende l'intelligenza di noi Sardi, dato che in nessun luogo e in nessun tempo i guerrieri hanno fatto la guerra coi “guantoni da pugili”. Il bronzetto di Dorgali che aveva dato lo spunto a questa baggianata non è quello di un “guerriero-pugilatore”, bensì è quello di un “cuoiaio” che muove sul capo un cuoio che ha lavorato, come giustamente aveva scritto l'acuto e autorevole archeologo Doro Levi.
3. La ricostruzione che è stata fatta di recente di un “guerriero-pugilatore”, che avrebbe sul capo lo scudo per parare i pugni dell'avversario - ricostruzione che fa bella mostra di sé nel Museo e in tutte le raffigurazioni pubblicitarie - è un'altra “baggianata”, questa costruttiva: lo scudo posto sopra il capo, come una specie di “parapioggia”, risulta adesso fatto col cemento armato, fornito della relativa “struttura metallica”: ma – obietto io - non sono tutte le statue dei guerrieri di Monti Prama fatte esclusivamente di pietra arenaria, la quale mai avrebbe consentito quella specie di parapioggia?
Ci piacerebbe che il professor Pittau si rendesse disonibile col suo bagaglio di conoscenza a livello linguistico con il suo contributto in un raffronto e scambio internazionale di saperi. Sarà un prezioso rappresentante della Sardegna e con voce di merito ,a condizione che abbandoni la posizione scomoda della poltrona e venga nel prato a dialogare La sua esperienza e il suo pensiero costante col mondo etrusco trova spazio d'indagine in una configurazione nuovache va più in la ,di una sola direzione di indagine.E.sarà mi auguro tutto un'altro dire e altra soddisfazione Una sfida,un rimettersi in giocho e per il quale, penso valga la pena sprecare tempo. Non si tiri indietro. Un cordiale saluto.
RispondiEliminaMassimo Pittau scrive:
RispondiEliminaMi era sfuggito questo commento, al quale volentieri rispondo. Io non ho mai visto segni di scrittura su quelle statue e nessuno ne ha fino ad ora parlato.
La questione è che sono ormai numerosi coloro che in ogni piccola screpolatura di un sasso o di una roccia vedono i segni di una "scrittura nuragica". E siccome la Sardegna è una terra piena di rocce e di sassi, se ne deve concludere che la nostra ormai deve essere denominata "L'Isola della scrittura" e che i Nuragici sono stati i più grandi scrittori dell'antichità....