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martedì 29 novembre 2011
"Geografia" di Claudio Tolomeo
A proposito della GEOGRAFIA di CLAUDIO TOLOMEO...
di Rolando Berretta
(introduzione tratta da wikipedia)
Nella tarda antichità l'opera di Tolomeo era ben nota sia nel mondo greco che in quello latino: essa è alla base della descrizione del mondo abitato compilata da Pappo di Alessandria intorno al 300 ed è citata da Ammiano Marcellino e ancora alla metà del VI secolo da Cassiodoro. Successivamente se ne perdono le tracce nell'Europa occidentale, mentre continua ad essere nota nel mondo bizantino fino al XII secolo, quando Giovanni Tzetzes include nelle sue Chiliadi una trasposizione in versi di alcuni passi dell’opera. Dopo di allora per circa un secolo la Geografia sembra dimenticata anche a Costantinopoli. Nel frattempo il mondo islamico l’aveva conosciuta, forse solo indirettamente, fin dal IX secolo.
Intorno al 1300 l’opera viene ritrovata dallo studioso bizantino Massimo Planude, che ne ricostruisce le mappe perdute sulla base del testo scritto. La riscoperta dell'opera nell'Europa rinascimentale avviene attraverso la tradizione bizantina e per le mappe dipende dalla ricostruzione di Planude. Dopo la prima traduzione in latino, eseguita nel 1406 da Jacopo d'Angelo da Scarperia, furono preparate varie carte sulla base dei dati di Tolomeo provocando una rinascita della cartografia che dette un importante contributo all'estendersi dei viaggi di esplorazione. La traduzione di Jacopo Angelo fu stampata nel 1475 e ripetutamente in seguito. Il testo greco fu stampato per la prima volta nel 1533, in un'edizione curata da Erasmo da Rotterdam…
Passiamo a Firenze dando uno sguardo alle Formelle di Andrea Pisano (1290-1348/9) che si trovano nel Campanile di Giotto.
La formella che più mi ha intrigato è quella della foto.
Sembrerebbe che nella Firenze dei primi del 1.300 si sapessero tante cose…
Sembra di vedere una Terra inclinata rispetto alla linea dell’eclittica. Una Terra che sta lasciando la costellazione dei Pesci per puntare verso la costellazione del Capricorno passando su quella dell’Acquario. Ma la Terra non era piatta dalle “nostre parti” nel 1.300?
Ma non eravamo in attesa di Colombo e delle sue battaglie?
Questa formella non è stata, mai, vista dal SANTO TRIBUNALE dell’inquisizione; credo che avrebbero messo al rogo il Campanile.
Mentre osservavo la formella mi sono ricordato di una frase lapidaria dettami dal Dr.Montalbano: “Non esistono quadranti per mancini!”.
Sta a vedere, mi sono detto, che qualche burlone fiorentino, agli inizi del 1.500, abbia voluto rendere omaggio ad un certo Amerigo Vespucci e ha sostituito la formella?
Mi sa che hai visto bene caro Rolando...o si tratta di uno scherzo cinquecentesco, oppure le cose non stanno come volevano farci credere.
RispondiEliminaTieni conto che siamo in un momento d'oro per l'inquisizione...e la mano sinistra era quella del "diavolo".
aggiuge Rolando Berretta
RispondiEliminaSi resta sempre a Firenze: i Fiorentini identificarono il personaggio con la barba con Gionitus; ricordato da Brunetto Latini, altro fiorentino, nel Tesoretto:
-E Noè generò un altro figliuolo, ch'ebbe nome Gionitus, e quegli tenne la terra d' Eritenia ch'è allato al fiume di Eufrates in Oriente. E fu il primo uomo che trovò astronomia e che ordinò la scienza del corso delle stelle. Ma di lui si tace ora il conto, chè più non è da dire in questa parte.
La Scrittura ne tace. Ne’ se ne ha vestigio in niun libro autentico.
Grazie Rolando, Gionitus è un personaggio interessante, ma per la Chiesa ne sapeva troppo e fu considerato reietto.
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