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giovedì 2 giugno 2011
Spettacolo teatrale in occasione del bicentenario della scomparsa di Francesca Sanna Sulis
Francesca Sanna Sulis imprenditrice sarda del Settecento, protagonista e testimone dei moti insurrezionali del 28 Aprile 1794
E' questo l'oggetto del convegno tenutosi a Assemini, presso la scuola media "Costantino Nivola", organizzato dall'Associazione culturale "Riprendiamoci la Sardegna" il 05 Maggio 2011 e replicata il 31 Maggio per la scuola elementare della stessa direzione didattica.
A margine del convegno è stato realizzato un laboratorio teatrale che ha visto protagonisti gli studenti della scuola media che hanno interpretato alcune scene dell'opera dedicata alla vita di Francesca Sanna Sulis. La manifestazione si è avvalsa della collaborazione degli allievi del corso di musica della stessa scuola Nivola.
Pioniera settecentesca dell'imprenditoria femminile, esce ora dall'oblio grazie a un libro di Lucio Spiga: "Le vie della seta sono infinite".
Raccontano di mondi lontani, e possono scorrere a pochi passi da casa nostra. Vicine nella dimensione dello spazio, lontane anni luce in quelle del tempo: che è un grande nemico della coscienza, se non è sostenuto dalla memoria. È accaduto così che la Sardegna abbia perso per troppi anni la cognizione di una pioniera dell'imprenditoria femminile e della formazione professionale: una donna, forte e preziosa come la seta, la cui vita si è identificata con la coltivazione dei gelsi. Francesca Sanna Sulis, che nacque a Muravera (Feraxi) due secoli fa e arrivò a vestire Caterina di Russia.
A riproporre la sua singolarissima storia, a intrecciare un racconto che è personale, storico, politico, è ora uno studio del giornalista Lucio Spiga. Edito dalla Workdesign di Selargius, è il frutto di una ricerca testarda e appassionata, che ha portato l'autore a spulciare negli archivi, quello di Stato e quello Arcivescovile Diocesano, e a ripercorrere a ritroso l'eccezionale percorso di Donna Francesca. Nata nel giugno 1716 da una famiglia di ricchi possidenti di aziende agricole e allevamenti di bestiame, morì a Cagliari nel 1810, a 94 anni. Sposa giovanissima del giureconsulto cagliaritano Pietro Sanna Lecca, estensore degli editti e dei pregoni della Real Casa di Savoia, si dedicò ben presto all'attività familiare, ampliando la coltivazione dei gelsi e avviando una fiorente coltura dei bachi da seta. Imprenditrice coraggiosa, fu formatrice di centinaia di giovani donne di tutti i paesi della Sardegna che alla sua scuola appresero l'arte della filatura e della tessitura ed ereditarono il suo spirito imprenditoriale, ricevendo in dono, a fine corso, un telaio. Francesca Sanna Sulis fu anche stilista («inventò il made in Italy», sostiene entusiasta Spiga) e per parecchi anni le sue collezioni furono proposte al pubblico milanese a palazzo Giulini: dame e principesse di casa Savoia, Caterina di Russia, furono tra le sue clienti.
Ma Francesca Sulis non era soltanto una un'anticipatrice: destinò importanti risorse all'educazione e al sostentamento dei bambini poveri. E chiuse la sua lunga vita con un altro gesto di generosità, lasciando i suoi beni ai poveri di Muravera e Quartucciu. Un gesto che le valse un riconoscimento postumo dal Re Carlo Alberto nel 1845. Poi l'oblio. Fino a1 1960, quando Lucio Spiga avviò le ricerche sulla nobildonna.
Le prime, scarne notizie finirono otto anni più tardi nel suo libro “Il mio Paese, Quartucciu”. Le altre hanno nutrito per una quarantina d'anni la sua ricerca, fino a dare vita a questo studio. Ad arricchirlo, gli apporti del sindaco di Muravera Salvatore Piu, di Antonio Romagnino, di Adriana Gallistru (Archivio di stato) di Gabriella Gallistru (autrice dei ritratti di Francesca Sulis), di Alberto Longatti (giornalista comasco). Due interviste squarciano altri veli: quella al discendente don Enrico Sulis, e quella all'avvocato Giovanni Fara Puggioni, fortemente attratto dalla figura dell'imprenditrice (oltre che dalla sua passione «per le scartoffie») grazie ai racconti di Maria Sulis, nonna di sua moglie Annamaria Delitala.
Un libro quello di Lucio Spiga, generoso come l'autore, ricco di tributi e ringraziamenti ai molti che hanno collaborato a scriverlo, di immagini e documenti, cronache spicciole e storia. Il volume contiene anche il testamento di Donna Francesca, e una serie di interventi in appendice. Quello storico di Giuseppe Putzolu, quelli più personali di don Emilio Manca, parroco di San Nicola a Muravera, e di monsignor Gianfranco Zuncheddu, già parroco di Quartucciu. Infine lo studio genealogico di Fara Puggioni sulla famiglia Sulis.
Dopo la smemoratezza ora è il tempo del ricordo, che porta con sé una serie di manifestazioni legate al bicentenario della morte. Promosse dall'Associazione culturale “Amici di Francesca Sanna Sulis” hanno il patrocinio dei comuni di Cagliari, Muravera, Quartucciu, Regione, presidenza del Consiglio regionale, Provincia, circoli sardi di Como, Pavia, Magenta, particolarmente sensibili alla storia di un'imprenditrice che esportò in Lombardia e Piemonte gran parte della produzione, e “importò” in Sardegna molti esperti provenienti da quelle zone.
Il 4 febbraio, data della morte, nella chiesa medievale di Sant'Efisio, al Cimitero di Quartucciu, si è svolta una messa in suffragio. Il 6 Febbraio a Cagliari c'è stata la posa di una lapide presso la casa di via Lamarmora 61. Due ore più tardi, e pochi passi più in là, in Cattedrale, la messa solenne celebrata da monsignor Piergiuliano Tiddia, vescovo emerito di Oristano. Infine il 20 febbraio un convegno a Quartucciu, aula del consiglio comunale. A promuoverlo, col sindaco Pierpaolo Fois e l'amministrazione, la Biblioteca comunale, dal 2002 dedicata a Donna Francesca. A Muravera, che ha riscoperto l'illustre concittadina, il 2011 sarà segnato da iniziative in suo onore. Infine, il 05 Maggio e il 31 Maggio, la Compagnia Teatrale Nuova Scena ha rappresentato ad Assemini, nei locali della scuola Costantino Nivola,“La Signora dei gelsi”: sceneggiata da Riccardo Laria e diretta da Giuseppe Curreli.
A curare il lavoro, l'Associazione culturale “Riprendiamoci la Sardegna”, che ha inquadrato la Sulis nella cornice storica del periodo sabaudo.
A Pavia, l'Università ha ospitato il 6 marzo un convegno promosso dai circoli sardi di Como e Pavia. L'indomani a Magenta un convegno del circolo “Grazia Deledda”. Un fervore di iniziative testimoniate da un'intera pagina a firma di Alberto Longatti dedicata dal quotidiano La Provincia alla «gentildonna che dava a Como filo da torcere».
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