Archeologia della Sardegna. Su Tempiesu di Orune.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Ai piedi di una parete in scisto, a 5 km dal paese, c'è una sorgente intorno alla quale 3200 anni fa fu realizzato, e si conserva quasi integro, un monumento straordinario che all'alba del solstizio d'estate celebra nella roccia il matrimonio divino fra sole e acqua. Su Tempiesu è realizzato con blocchi di trachite e basalto, non presenti nel territorio e quindi trasportati da lontano, perfettamente lavorati e uniti con grappe di piombo. Il complesso offre un teatrale effetto multicolore che ne esalta la bellezza. Il pavimento è in leggera pendenza, e mostra una canaletta che conduce l'acqua sorgiva verso una seconda fonte antistante. Il tetto è ripido, a doppio spiovente, e all'apice (nell'acroterio) sosteneva venti spade in bronzo infisse nella roccia. Tutta l'architettura è votata all'eleganza, con due raffinati archi monolitici a tutto sesto, gronde scolpite nella roccia vulcanica, due altari a bancone ai lati dell'ingresso e due nicchie rettangolari per le offerte incassate nelle pareti. Quattro gradini portano alla vena sorgiva, inglobata in un piccolo vano circolare chiuso con volta a cupola. Al centro del pozzetto c'è una fossetta di decantazione dove sono state rinvenute offerte votive in bronzo: bronzetti, spilloni, pendagli, bracciali, anelli, aghi, elementi di collana in ambra e altri oggetti preziosi.
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