giovedì 13 luglio 2023

Archeologia della Sardegna. Le tombe di giganti. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia della Sardegna. Le tombe di giganti.

Articolo di Pierluigi Montalbano



Le tombe di giganti sono monumenti in pietra costruiti nell'età del Bronzo, oltre 3500 anni fa. Contemporanei ai nuraghi, luoghi dei vivi, sono caratterizzati da forme che evocano la testa del toro, già divinizzato nelle domus de janas, e il ventre materno, generatore della vita e, in questo caso, custode del defunto. L'unione fra la forza generatrice del toro e la fertilità della Dea Madre avrebbe propiziato la rinascita dei defunti o il loro viaggio verso la vita nell'aldilà. Per tutta l'età del bronzo, il mondo dei nuragici pare non mostrare particolare attenzione alla rappresentazione di simboli, come avveniva in precedenza nel Neolitico con spirali, cerchi concentrici, zig-zag, triangoli, onde e altri. A un esame più attento, invece, sono proprio i monumenti a rivelare simboli potenti che evocano la

Archeologia della Sardegna. Romanzesu di Bitti. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia della Sardegna. Romanzesu di Bitti.

Articolo di Pierluigi Montalbano



A Bitti, al confine nord della Barbagia, là dove nasce il fiume Tirso, immerso in un fitto bosco di sugherete che dona un'aura magica al luogo, sorge l'incantevole parco archeologico Romanzesu, interamente costruito in granito locale. Il villaggio comprende un centinaio di capanne, un tempio a pozzo che alimenta una piscina a gradoni, due templi a megaron in cui è stata trovata ambra proveniente dal Mar Baltico e un affascinante labirinto realizzato con una spirale di pietre. Dalle fenditure del pozzo sgorga l’acqua sorgiva che percorre un corridoio con spalti a gradoni lungo 40 metri e riempie una vasca ovoidale lastricata e conformata ad anfiteatro. È il luogo ideale dove svolgere funzioni sciamanico-religiose legate alla purificazione. La quantità di materiali pregiati trovati dagli archeologi suggerisce la frequentazione di genti che arrivavano anche da lontano per celebrare rituali iniziatici e cerimonie. Il parco è in leggera discesa e i monumenti si susseguono con un ordine che fa

giovedì 6 luglio 2023

Ötzi, svelati i misteri dell'Uomo di Similaun: aveva 45 anni, il padre era sardo, soffriva di varie patologie e aveva 61 tatuaggi.

Ötzi, svelati i misteri dell'Uomo di Similaun: aveva 45 anni, il padre era sardo, soffriva di varie patologie e aveva 61 tatuaggi.



La prof. Martina Tauber, responsabile della mummia racconta che ogni 8-10 anni viene accompagnato in radiologia per varie analisi. Nonostante uno stile di vita salutare soffriva di colesterolo alto, arteriosclerosi e artrite. A fare da guida nel museo di Bolzano è Martina Tauber, responsabile della conservazione di Otzi. Rinvenuta nel 1991 in Val Senales, a 3200 metri, la mummia richiama ogni anno 300mila visitatori che lo ammirano dietro una finestra di vetro, per un incasso di circa 15 milioni. Naturalmente, il museo ha macchinari per ricreare le condizioni in cui il ghiacciaio ha conservato Oetzi. Il suo giaciglio di vetro è dotato di una bilancia che monitora e registra tutti i valori: nonostante la disidratazione pesa quasi 20 kg ed era alto 1.60 m. La stanza è sterile, misura cinque metri quadri e imita le condizioni naturali del ghiaccio: 6 gradi sotto zero e umidità quasi del 100%. Le pareti sono raffreddate da tubazioni in cui corre una miscela di acqua e glicolopropilene e sono coperte da elementi di ghiaccio. In caso di guasti c’è una seconda cella identica alla prima, servita da un sistema elettronico e di alimentazione completamente autonomo. In caso di emergenza Ötzi può essere trasferito in pochi

mercoledì 5 luglio 2023

In memoria di Carlo Lugliè, di Emina Usai

In memoria di Carlo Lugliè,

di Emina Usai


Le perdite premature sono sempre dolorose e lo strazio che esse procurano è ancora maggiore quando giungono inaspettate. Con Carlo Lugliè, professore ordinario di preistoria e protostoria all’Università di Cagliari, ieri è mancato improvvisamente, e in circostanze tragiche, un uomo di grande bellezza morale e fisica, di grande cultura e onestà; un uomo cordiale, riservato, così discreto da poter apparire talora distante, e invece sempre attento alle esigenze degli altri. La sua generosità mi ha sempre colpito. E davvero non sorprende che proprio in nome dell’altruismo, questa volta, abbia salvato la vita di un bambino sacrificando la propria, nel pieno della maturità e in un momento in cui aveva ancora tanti progetti da

lunedì 3 luglio 2023

Archeologia della Sardegna. Le coperture a cupola dei Nuraghi. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia della Sardegna. Le coperture a cupola dei Nuraghi.

Articolo di Pierluigi Montalbano

La cupola nuragica è una tessitura muraria sarda inventata 3500 anni fa per arredare (per alcuni decorare) con eleganza gli edifici più importanti e per risolvere la necessità di ampliare il più possibile il volume dei vani interni. Si ottiene sovrapponendo ogni pietra con un giusto angolo di aggetto. Il baricentro di ogni pietra rimane ben all'interno e la stabilità, unita alla solidità, consente di costruire uno o due torri sopra la volta. I sardi furono gli unici sul pianeta a costruire torri sovrapposte, e le loro abilità architettoniche furono esportate per la realizzazione degli edifici più eleganti del mondo Mediterraneo, da Micene a Tirinto, da Corinto a Cipro e fino ad Hattusa, capitale del regno ittita.

Archeologia della Sardegna. Su Tempiesu di Orune. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia della Sardegna. Su Tempiesu di Orune.

Articolo di Pierluigi Montalbano

Ai piedi di una parete in scisto, a 5 km dal paese, c'è una sorgente intorno alla quale 3200 anni fa fu realizzato, e si conserva quasi integro, un monumento straordinario che all'alba del solstizio d'estate celebra nella roccia il matrimonio divino fra sole e acqua. Su Tempiesu è realizzato con blocchi di trachite e basalto, non presenti nel territorio e quindi trasportati da lontano, perfettamente lavorati e uniti con grappe di piombo. Il complesso offre un teatrale effetto multicolore che ne esalta la bellezza. Il pavimento è in leggera pendenza, e mostra una canaletta che conduce l'acqua sorgiva verso una seconda fonte antistante. Il tetto è ripido, a doppio spiovente, e all'apice (nell'acroterio) sosteneva venti spade in bronzo infisse nella roccia. Tutta l'architettura è votata all'eleganza, con due raffinati archi monolitici a tutto sesto, gronde scolpite nella roccia vulcanica, due altari a bancone ai lati dell'ingresso e due nicchie rettangolari per le offerte incassate nelle pareti. Quattro gradini portano alla vena sorgiva, inglobata in un piccolo vano circolare chiuso con volta a cupola. Al centro del pozzetto c'è una fossetta di decantazione dove sono state rinvenute offerte votive in bronzo: bronzetti, spilloni, pendagli, bracciali, anelli, aghi, elementi di collana in ambra e altri oggetti preziosi.