I misteri eleusini: agricoltura, iniziazione, anima e morte.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Nella mitologia greca, Demetra è figlia di Crono e di Rea, e quindi sorella di Zeus, ed è per i greci la dea delle piante e dei cereali, patrona della fertilità del suolo e della fecondità femminile. Ebbe due figli: Persefone dal fratello Zeus e Pluto (dio delle ricchezze) dal mortale Iasione. Nella mitologia latina è Cerere, dea della vegetazione, il cui culto veniva festeggiato nelle feste chiamate cerialia, nelle quali venivano sacrificate delle scrofe, a lei sacre, e si offrivano le primizie dei campi. Un giorno Persefone, mentre coglieva dei fiori con altre compagne si allontanò dal gruppo ma all'improvviso la terra si aprì e dal profondo degli abissi apparve Ade, dio dell'oltretomba e signore dei morti che la rapì perché da tempo innamorato di lei. Secondo la tradizione, ciò avvenne con il consenso di Zeus. Demetra, accortasi che Persefone era scomparsa, corse invano per tutto il mondo per 9 giorni alla ricerca della figlia. All'alba del decimo giorno venne in suo aiuto Ecate, che aveva udito le urla disperate della fanciulla ma non riuscì a vedere il volto del rapitore. Suggerì a Demetra di chiedere adElios, il Sole. E così fu. Questi disse a Demetra che a rapire la figlia era stato Ade. La rabbia e l'angoscia di Demetra, tradita dalla sua stessa famiglia di dei olimpici, la convinse ad abbandonare l'Olimpo. Per vendicarsi decise che la terra non avrebbe più dato frutti ai mortali, così la razza umana si sarebbe estinta nella carestia e gli dei non avrebbero più potuto ricevere i sacrifici votivi degli uomini. Iniziò a vagare per il mondo e il suo pellegrinaggio la portò, travestita da vecchia, ad Eleusi, in Attica, dove regnava il re Celeo con la sua sposa Metanira. Demetra fu accolta benevolmente e divenne la nutrice del figlio del re, Demofonte. Col tempo si affezionò al fanciullo, allevandolo come un dio e nutrendolo, all'insaputa dei genitori, con la divina ambrosia, il nettare degli dei. Attraverso Demofonte saziava il suo istinto materno, soffocando il dolore per la perduta figlia. Decise anche di donargli l'immortalità ma mentre era intenta a compiere i riti fu scoperta da Metanira, la madre di Demofonte. In quel momento abbandonò le vesti di vecchia e si manifestò in tutta la sua divinità facendo risplendere la reggia della sua luce divina. Delusa dai mortali che non avevano gradito il dono che voleva fare a Demofonte, si rifugiò presso sulla sommità del monte Callicoro dove gli stessi Eleusini gli avevano edificato un tempio. Il dolore per la scomparsa della figlia, adesso che non c'era più Demofonte a distrarla, diventò forte e a nulla valsero le suppliche dei mortali che nel frattempo venivano decimati dalla carestia. Alla fine Zeus, costretto a cedere alle suppliche dei mortali e degli stessi dei, inviò Ermes, il messaggero degli dei, nell'oltretomba da Ade, per ordinargli di rendere Persefone alla madre. Ade, inaspettatamente, non recriminò alla decisione di Zeus ma anzi esortò Persefone a fare ritorno dalla madre. L'inganno era in agguato perché Ade, prima che la sua dolce sposa salisse sul cocchio di Ermes, fece mangiare a Persefone un seme di melograno, compiendo un prodigio che le avrebbe impedito di rimanere per sempre nel regno della luce. Quando Demetra rivide la figlia la terrà ritornò fertile ed il mondo riprese a godere dei suoi doni. Solo più tardi Demetra scoprì l'inganno teso da Ade: avendo Persefone mangiato il seme di melograno nel regno dei morti, era costretta a farvi ritorno, ogni anno, per un lungo periodo. Questo era il volere di Zeus. Fu così che Demetra decretò che nei mesi in cui Persefone era nel regno dei morti, nel mondo sarebbe calato il freddo e la natura si sarebbe addormentata, dando origine all'autunno e all'inverno, mentre nei restanti mesi la terra sarebbe rifiorita, dando origine alla primavera e all'estate.
L'inno omerico a Demetra canta come la Dea istituì i Misteri
di Eleusi in occasione del soggiorno in questa città, svelando ai sovrani
amministratori della giustizia, a Trittolemo, a Diocle ea Keleo, la perfetta
celebrazione dei riti sacri. Associata a Demetra è Persefone, o Core, sua
figlia, e ovunque, insieme a lei, sono onorate le ninfe come cooperatrici in
tutte le sue opere. Esse presiedono alla generazione e abitano in vicinanza
delle acque, a causa dell'umidità necessaria alla nascita. Core fu allevata
dalle Ninfe ea lei si innalzano statue nei pressi delle sorgenti. I Misteri Eleusini
raccontano anche l'unione di Zeus con Demetra, dalla quale nasce Persefone, e
di quella di Zeus con Persefone che genera Dioniso. Demetra, oltre ai Grandi
Misteri, istituì anche i riti per la purificazione degli omicidi, chiamati
Piccoli Misteri e dedicati a Eracle, commemorati per l'uccisione dei Centauri.
Demetra sancisce la dignità di re e regine, e in quanto corrisponde alla Terra,
è colei che costituisce il principio della città, la concordia nel vivere
civile, ed è la custode della costituzione, ad Atene come altrove. Ella
presiede ai giochi, alle gare e ai concorsi teatrali. Secondo Aristide, gli
uomini, che un tempo camminavano carponi, assunsero la posizione eretta una volta
che il frutto di Demetra fu scoperto (l’agricoltura) e, per dimostrare la loro
gagliardia, partecipavano alle gare di corsa. Demetra dona la perfezione della vita
e, insieme all'agricoltura, ha donato agli uomini i Misteri. Gli antichi autori
greci raccontano che dopo aver peregrinato per tutta la Terra e il mare in
cerca di Core rapita, Demetra giunge a Eleusi e si ferma perché trova ciò che
cerca. In segno di ringraziamento dona agli uomini di Eleusi i prodotti dell'agricoltura
ei Misteri, gli uni atti a rendere più gradevole il nutrirsi, gli altri fatti
per rendere più accetta la disposizione dell'animo. Platone racconta di feste
agricole in suo onore, e di Dioniso, nelle quali si consumano le primizie
dell'aia. Per Varrone, Proserpina/Core è il simbolo della fecondità dei semi
poiché era scomparsa per un certo tempo rapita dall'orco (Plutone). Ora, in
autunno, che giunge la pioggia (Giove), Proserpina /Cere, finalmente ritrovata,
può essere affidata alla terra (è il seme) in attesa della rinascita. E'
chiarissimo che i Misteri Eleusini sono legati all'agricoltura. Gli uomini,
disponendo della conoscenza del ciclo agricolo, possono vivere agiatamente,
senza più combattersi e uccidersi. I Misteri, insegnando l'agricoltura,
promuovono la civiltà. Platone riallaccia ai Misteri non soltanto la scoperta
del vino e dei cereali, grazie ai quali ogni forma di cannibalismo fu
scongiurata, ma anche l'istituzione dei sacrifici, che resero all'uomo lecito
il nutrirsi della carne delle vittime. In un passo delle Leggi, in un dialogo
Platone scrive: “Ateniese: possiamo credere che la vite sia comparsa sulla Terra
solo a un certo momento? E così gli olivi ei frutti di Demetra e di Core? E non
possiamo supporre che quando tutto questo non c'era gli esseri viventi
divoravano fra loro come vediamo che fanno ora? – Clinia risponde: Certamente.
– Ateniese: conosciamo il costume dei sacrifici umani ma sentiamo dire di altri
popoli presso i quali non si osa mangiare la carne di bove, né si sacrificano
animali agli Dei. Si cibano di focacce e frutti cosparsi di miele perché non
ritengono pio mangiarne e macchiare di sangue gli altari degli Dei. Essi si
nutrono di cibi inanimati e si astengono da tutto ciò che ha vita animale”. Platone
conclude dicendo che la misura del grano (choinix) è il simbolo della
giustizia, e aggiunge che Demetra dona la salute ei mezzi di guarigione. Essa è
salvatrice, virtù che condivide puntualmente con l'Iside Egizia. La Dea ha
istituito il matrimonio e in questo atto non ha compiuto un'opera disgiunta
dalla sua principale perché il matrimonio è un'iniziazione ed è simile
all'agricoltura. Persefone coopera con Demetra perché mediante i Misteri l'uomo
riceve una nuova vita iniziatica e una nuova anima. Persefone dal seme affidato
alla terra fa nascere una pianta novella, fa discendere sulla Terra un'anima
destinata a dar forma e vita a un corpo umano, fa morire gli uomini e regna sui
morti, riconduce le anime verso l'alto donando una vita nuova . Essa è il
potere che fa morire il seme e poi da esso fa nascere una pianta. Dioniso
partecipa al principio dell'iniziazione perché colloca l'anima sul trono di
Zeus prima della discesa sulla Terra. Le iniziazioni hanno lo scopo di
ristabilirla su quel trono sia nel corso della vita sia dopo la morte. Dioniso
è l'energia che fa salire negli alberi il principio umido e generatore, ha la
facoltà di purificare ed è il Dio del vino attraverso il quale infonde, come
dice Platone, un delirio foriero di sapienza. I Misteri ci rimettono in
rapporto con il cosmo e con gli Dei. Il fine è di ristabilire un legame
cosciente fra uomo e divinità tramite un rito sacramentale. Si può dire che,
grazie ai Misteri, l'anima umana si eleva verso gli Dei. L'iniziato si ritiene
un membro della famiglia degli Dei, e poiché rapporti profondi legano l'uomo,
la città e il cosmo, l'azione rituale dà la possibilità di agire non soltanto sull'uomo
ma anche sulla città e sul cosmo. I sovrani non governano solo gli uomini, ma
anche la natura ei suoi fenomeni, influenzando sulla fertilità dei campi e
sulla fecondità delle greggi. I sacerdoti ei dignitari, nell'esercitare le loro
funzioni sacrali, concorrono alla formazione e alla direzione del cosmo.
L'anima preesiste alla vita umana, abitando dapprima libera, felice e perfetta nel mondo intellegibile, annessa all'intelligenza eterna. Poi scende nella zona superiore del mondo visibile traversando le fere astrali e penetrando nell'atmosfera terrestre umida e oscura e giungendo sulla Terra. Nella regione eterea ha ricevuto una potenza luminosa (il soffio del logos o dell'anima), ossia quel veicolo che trasmetterà dal cervello, mediante i nervi, gli ordini del pensiero in ogni parte del corpo. Sulla Terra, l'anima penetra in un corpo nato dalla terra. In altre parole, l'uomo che vive in questo mondo è concepito come atto intellettuale che si avvolge di vesti sempre più materiali. L'uomo terrestre è dotato di un Nous (intelletto), un'anima e un corpo. Finché l'anima rimane chiusa nel corpo, l'uomo è soggetto alle passioni e alla sofferenza, e risulta soggetto all'ignoranza poiché l'influsso dello spirito può essere turbato o ostacolato. La morte (anche solo simbolica) sarà la sua liberazione perché lo farà salire verso gli strati superiori cancellando le influenze malefiche e le impurità contratte nella vita inferiore, e tornerà all'unità armonica con l'intelletto divino ed eterno. Le anime, pur derivando tutte dallo stesso principio originario, non sono partite dallo stesso grado: alcune sembrano discese per illuminare e perfezionare il mondo, altre sembrano esservi precipitate a seguito di una colpa. Le anime non si incarnano in corpi uguali perché alcuni possiedono già qualcosa di divino, sono già passati attraverso gradi di iniziazione. E anche il ritorno, quello che si compie dopo la morte, non è il medesimo per ogni anima, e può essere più lungo e costellato di vicissitudini. L'iniziazione è paragonabile alla morte, che è il ritorno alle origini. L'apprendimento iniziatico è un imparare a morire e risalire verso la luce abbandonando ciò che è imperfetto.
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