Archeologia della Sardegna. Sulla funzione dei nuraghi.
Articolo di Pierluigi Montalbano
Per capire l'utilizzo dei nuraghi, ogni monumento andrebbe analizzato singolarmente, e l'attenzione dovrebbe essere posta nei materiali e nelle tracce trovate all'interno e nelle immediate vicinanze. La comparsa del primo nuraghe, il Numero Uno, agli albori del II millennio a.C., è strettamente legata a una classe emergente all'interno di una comunità. La formazione di una "classe elevata" determina una differenziazione nella società, e l'edificazione di un edificio che si distingue dalle capanne diventa un segno di prestigio. Le comunità vicine sono in competizione e "imitano" il simbolo provando a renderlo più importante. Dopo pochi secoli, in cui le strutture si evolvono architettonicamente con la creazione di spazi interni più grandi, intorno al 1500/1600 a.C. fu"pensata" la prima torre interamente in pietra, mentre prima è probabile che qualche struttura lignea anticipò le definitive cupole. A quel punto, la funzione dei nuraghi cambia radicalmente: da edifici legati alla terra, alle attività agropastorali e a un mondo connesso con la natura, si passa a guardare il cielo e gli astri con un occhio attento a ciò che avviene nella volta celeste. Il sole, la luna e qualche stella, probabilmente già venerate da tempo, diventano divinità primarie nel pantheon sardo nuragico. Ogni comunità dedica parte del tempo a realizzare torri sempre più vicine al cielo, e le organizza con ambienti circolari, diversificando la funzione secondo le necessità e il pensiero del momento. All'interno dei nuraghi gli archeologi trovano granaglie, pesi da telaio, macine, ceramiche pregiate, sofisticati sistemi di ingegneria idraulica, assai raramente armi, e queste sono perlopiù intatte e quindi votive. Conoscevano la tecnica costruttiva, avevano i materiali e disponevano di ingenti risorse economiche derivanti dallo sfruttamento di miniere e dall'intensificazione della produzione di cibo. In pochi secoli la Sardegna fu luogo privilegiato per architetti, ingegneri e maestranze specializzate nella filiera di cantiere. Le divinità furono glorificate con le torri.
“Ogni comunità dedica parte del tempo a realizzare torri sempre più vicine al cielo” “Le divinità furono glorificate con le torri.”
RispondiEliminaUn popolo di mistici! Mi domando come mai nelle chiese gotiche non troviamo piombatoi, garitte, pusterle e cinte fortificate. Che i nuraghi abbiano mutato il loro ruolo dopo i cambiamenti sociali dell’ultima fase della civiltà nuragica in cui non venivano più eretti, è credibile ma che siano stati edificati con quella funzione lo trovo poco logico.