sabato 12 febbraio 2022

Archeologia. Valori ponderali nei ripostigli dei lingotti ox-hide in Sardegna. Articolo di Fabio Serchisu

 Archeologia. Valori ponderali nei ripostigli dei lingotti ox-hide in Sardegna.

Articolo di Fabio Serchisu


Gli studi sui lingotti ox-hide hanno una lunga tradizione. Diversi tipi di indagine sono stati svolti su di essi da quelle sull’origine e diffusione, a quelle di tipo tecnologico ed archeometallurgico, alla ricostruzione delle relazioni di scambio nel mondo antico. A questo tipo di lingotto pare potersi attribuire precise unità di misura a seconda dell’area di provenienza e/o d’uso. Da un’analisi dei dati ponderali effettuati su una serie di ripostigli di metallo nuragici contenenti anche ox-hide integri o frammentari, pare possibile evidenziare la costante presenza di una unità di misura di g 5,5, tipica della realtà preistorica della Sardegna. La ricerca sugli ox-hide ingots vanta una rilevante tradizione scientifica che risale al 1857, anno in cui il canonico Spano pubblicò il primo rinvenimento, effettuato nelle campagne di Nuragus, di quelli che solo in seguito alle successive scoperte in ambito egeo e

cretese saranno conosciuti quali lingotti a pelle di bue (Spano 1857, 1858; Seltman 1924). Diversi fattori hanno contribuito all’ampliamento delle indagini nel corso del tempo: il numero di ritrovamenti, effettuati in un ampio contesto geografico, la qualità e la natura stessa delle ricerche che sono state indirizzate in diverse direzioni a seconda degli interessi degli studiosi. In particolare, dall’analisi della letteratura scientifica, si possono evidenziare la realizzazione di esaustivi cataloghi redatti nel corso del tempo, le indagini in campo tecnologico ed archeometallurgico, le valutazioni sulla circolazione ed il significato dell’oggetto in sé (oltre alla bibliografia appena citata Tylecote e Balmuth 1984; Gale e Stos-Gale 1987; Lo Schiavo 1999). I dati dei ripostigli sardi e mediterranei Per definizione storico culturale gli ox-hide ingots non hanno il significato della moneta strictu sensu, di solito vengono indicati quali manufatti con una funzione pre-monetale (Breglia 1961; Parise 1968; Zaccagnini 1986; Peyronel 2008), essendo impiegati in un modello economico che prevedeva lo scambio delle materie prime accanto ad oggetti di prestigio finiti, anche su grandi distanze. 


La tradizione degli studi metrologici dell’antichità informa sull’esistenza di sistemi di misura che variano a seconda delle aree geografiche e che si mostrano essere piuttosto conservativi. Sulla base di queste osservazioni è interessante considerare i diversi valori ponderali presenti nel Mediterraneo  ed analizzare i ripostigli di metallo sardi3 risalenti al periodo compreso tra la fine dell’età del Bronzo e l’età del Ferro, tenendo presente che la situazione sarda presenta riscontri con realtà contemporanee del Medio e Vicino Oriente, dell’Egeo e dell’Egitto (fig. 1). Seguendo questa ricerca è possibile ricostruire la scala ponderale usata nel contesto culturale considerato. Analisi dei valori ponderali dei ripostigli sardi Sulla base di una serie di ripostigli, editi, si propone il tentativo di ricostruire la scala di valori ponderali in uso nella Sardegna Nuragica (tab. I). L’unità di g 5,5 è indicata quale punto base del sistema. Tale piede fu individuato da G. Ugas nei pesi di Santu Brai-Furtei (fig. 2) e Forraxi Nioi-Nuragus e nelle spade di Sant’Iroxi-Decimoputzu (Ugas 1986, 1990). Sulla scorta delle sequenze di multipli e sottomultipli ricorrenti nelle scale ponderali in uso nei paesi del Mediterraneo Orientale si palesa la serie ponderale nuragica. 


Colpiscono in particolare ivalori dei lingotti integri B e C di Serra Ilixi il cui peso corrisponde a 6000 volte esatte il piede di g 5,5 tanto da farlo definire, secondo la nomenclatura in uso nell’ambito numismatico, talento, e diventa a sua volta un’unità di riferimento su cui calcolare i sottomultipli. Il lingotto di Serra Ilixi A, il cui peso è 5000 volte l’unità di gr 5,5, è per tanto i ¾ del valore del talento appena descritto. In conclusione il lingotto di Sant’Antioco di Bisarcio ed il ripostiglio di Sant’Anastasia equivalgono a 4000 volte il piede, ovvero corrispondono ai 2/3 di un talento. Questa scala di valori si mostra simile nell’uso di multipli e sottomultipli a quelle adottate presso le popolazioni dell’area orientale del Mediterraneo. Ma è chiara la differenza dei valori di riferimento, pertanto è ipotizzabile un’origine ed un uso autoctono della stessa nella Sardegna Nuragica. Sia pure considerando la diversità del contesto culturale e cronologico si vuole rimarcare l’adozione dell’unità di g 5,5 riscontrata anche nella moneta di Palinuro, avente la legenda SO (Greco 2002, pp. 89-90).


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