Arte. Analisi
semiotica COMPARATIVA di un quadro “in cerca di autore”
(probabile
André Derain).
Riflessioni di Alberto Zei
Qualche tempo fa, fu pubblicato un articolo
riguardante il ritrovamento di un quadro nella Roma romantica, attribuibile ad
Andrè Derain sulla base di iniziali apprezzamenti dei tratti pittorici tipici di
questo autore. Derain infatti, come noto, aveva abbracciato all’inizio del
secolo scorso, l’ emergente stile detto delle “Fauves” ossia, delle bestie
feroci. Questo termine attribuito allo stile di tipici rappresentanti di una
nuova moda della pittura realizzata con colori randomici quanto cromaticamente
violenti, da dare allo stile l’appellativo di “belve. Si trattava di un quadro acquistato diversi decenni
fa a Londra da un appassionato d’arte che trovava nello stile del contenuto e
nella dedica al Presidente americano Delano Roosevelt nel retro quadro un
interesse artistico e storico di
riferimento.
riferimento.
L’opera,
oggetto di attribuzione di autore, mancava di ogni scritta nominativa ai margini del
quadro che si presenta in tela su cartone.
Le caratteristiche
Il
dipinto è ad olio e consiste in un mezzo
busto raffigurante un uomo anziano con la pipa in bocca, probabilmente seduto ma
che tiene un bastone nelle mani.
I colori
sono vivaci, lo stile e i tratti
somatici, soprattutto del volto, rendono agevole per la forma e per la loro cromaticità, un esame comparativo con
altri quadri d’autore.
Si
tratta di un lavoro che superando l’intervallo artistico temporale del cubismo e futurismo ritorna stilisticamente all’ espressionismo francese di
inizio secolo XX, denominato, “Fauvismo”.
Da
accertamenti preliminari era già stato individuato come possibile autore del
quadro, il noto pittore francese Andrè Derain che ancorché decenni più tardi, riprende nelle sue
opere questo stile; stile che si caratterizza in brevi linee pittoriche con soluzione di continuità di tratti successivi fortemente cromatici e liberi da vincoli di colore naturale.
Indagine comparativa
Per dare
maggiore rappresentazione di immagine all’opera a cui in prima approssimazione è
stata ipotizzata la paternità artistica ad André Derain, è stata effettuata
un’indagine comparativa di carattere semiotico con altri quadri di sua
realizzazione.
In tal
modo si è potuto accostare a questi per analogia, i segmenti pittorici, i colori e le forme di alcuni particolari del
quadro in esame.
Trattandosi di un ritratto di persona,la verifica e le precisazioni si sono volutamente concentrate
soprattutto nei dettagli di colore
e forma delle linee somatiche del viso di altre
opere dello stesso autore riproducenti appunto, immagini di
volti.
Nel
quadro in esame, soprattutto la violenta
espressività dei colori utilizzati per delineare la persona raffigurata, fornisce precise e interessanti ripetizioni
in analoghe immagini dipinte dallo stesso Derain.
In effetti, l’analogia delle linee pittoriche stilizzate,
che come detto, si esprimono in un ritorno alla tecnica delle ”Fauves”, offrono all’osservatore un grado di similitudine di stile ripetitivo.
Per dare
una maggiore rappresentazione ai concetti indicati nel dipinto, va sottolineato
che Derain aveva aderito con passione ideologica a questo stile di avanguardia
della pittura in contrapposizione con i tradizionalisti che l’auspicavano. Egli
infatti aveva aderito con entusiasmo alla nuova arte da protagonista insieme ad
altri noti pittori dell’epoca.
Si
preferisce pertanto, riportare qui di seguito in maniera analitica, i relativi commenti sull’analisi semiotica del
dipinto.
Analisi
dei segni
Dall’osservazione delle opere di Dirain prese
a riferimento per la comparazione del quadro di cui trattasi, come accennato, sono
stati indagati alcuni particolari delle varie figure ritratte che si riportano
nel riquadro dell’articolo, al fine di verificare il fattor comune che li caratterizza.
La policromia e la tonalità del dipinto in
figura, come la predilezione dell’arancio e del grigio fanno parte della scuola
di inizio secolo dei pittori fauviani come Henri Matisse,
Henri Manguin,
Maurice
de Vlaminck, Charles Camoin
e lo stesso André Derain naturalmente, a cui
in quel tempo questi aveva aderito
con grande entusiasmo. Non potrebbero
essere quindi, né l’eccentricità cromatica né la vivacità dei colori a
costituire elementi di identificazione di Derain tra i menzionati pittori in
quanto un tentativo di tal genere rientrerebbe nel concetto dell’ “indispensabile,
ma non sufficiente” per dimostrare una verità.
Semiotica dei tratti
Per comparare la
presenza di analoghi tratti pittorici e cromatici con altre immagini dello
stesso autore soprattutto di volti, sono stati inseriti alcuni marker nei
settori dei differenti quadri in cui sono stati riscontrate strette analogie
anche di forma, con il dipinto in esame.
Gli
occhi dei personaggi rappresentati hanno in maggioranza la caratteristica non
consueta della sclera biancastra visibile sulla parte inferiore dell’occhio.
Alcuni
colletti sono conformati e pittoricamente evidenziati in modo molto simile.
Il naso
delle persone ritratte si presenta realizzato con linee di tratto allungate che
conformano tra di loro la struttura nasale in modo molto simile.
Le
separazioni delle dita della mano sono state stilizzate con delle linee curve uniformi
di colore arancione che nel caso in esame, esprimerebbero la prensilità della
mano sul bastone.
Queste
linee si ripetono in altri due quadri sempre nell’intento di definire una mano
semichiusa.
Non è
solo la moda di quell’epoca la predilezione di Derain, di ritrarre piuttosto i
personaggi con la pipa in bocca come nei quadri osserviamo.
Infatti,
tre di questi dipinti rientrano tra quelli presi in riferimento per altri
dettagli confermando una sorta di minimo comune multiplo.
I vistosi
orecchi di tipo andreottiano che caratterizzano i volti delle persone ritratte nei quadri in
esame, quantunque sgraziati da un punto di vista estetico, prevalgono come
espressione artistica dello stile di Derain.
Niente
da segnalare per la violenza cromatica di pressione pittorica nelle opere
comparate in quanto questo eccesso è tipico dello stile “fauvonico”, che il
pittore esprime alla stessa stregua degli altri suoi colleghi d’ arte.
Per
quanto però riguarda il grigioverde, in
generale poco consueto per dipingere i volti, questo invece prevale sul colore naturale del viso della
persona in esame, ma è ugualmente,
presente quantunque in distretti più limitati, anche nei volti degli
altri personaggi comparati dipinti dallo stesso Derain.
I tratti
curvilinei stilizzati sulla parte alta del braccio della persona ritratta trova
corrispondenza in analoghi tratteggi di due personaggi di confronto
È stata
lasciata per ultima la comparazione diretta con un ritratto dello stesso autore
che si ritiene voglia rappresentare la medesima figura del quadro in esame ma con
altro volto maggiormente rifinito.
Seguendo
il metodo “per approssimazione comparativa”, l‘accostamento punto-punto, non potrebbe dare maggiori
indicazioni di quelle della diretta
osservazione delle due immagini. Infatti,
vale quanto detto anche la sola valutazione della postura del braccio che impugna il bastone, il quale per
forma e angolazione è quasi
sovrapponibile a quello in riferimento.
Il ritratto e il proclama
La
realizzazione del quadro è stata attribuita agli anni quaranta, probabilmente
dopo la morte del Presidente USA Delano Roosevelt
(citazione retroquadro) avvenuta nel 1945. Si tratta di un dipinto incompleto anche se quasi terminato, in
cui la modalità artistica tipica dei “fauves”, raffigurava un personaggio,
molti anni dopo l’abbandono di questo
stile. Il ritratto esprimeva, infatti, per ragioni anacronistiche una prima
contraddizione che pertanto, lasciava cadere ogni altro approfondimento in
quanto il quadro non poteva meglio esprimere dal punto di vista della
verosimiglianza, la sua non autenticità.
Dietro
la tela (90x100) dominava in grande, lo
scritto: “Noi combattiamo oggi per la sicurezza e il progresso e per la
pace, non solo per noi stessi ma anche per quelli di ogni uomo, non solo per
una generazione ma per tutte le generazioni”; frase questa pronunciata da
Delano Roosevelt. Egli, infatti, dopo la crisi del ‘29 per risollevare l’economia
americana dalla grande depressione dette un forte impulso alle arti attraverso
migliaia di artisti che si esprimevano in piena libertà creativa. Con il suo
intervento il Presidente Usa dispose l’acquisto delle opere d’arte destinate agli edifici
governativi di tutti gli States ed ai musei americani. Rimane epica la
frase (riportata dietro il dipinto) con cui intese proporre all’attenzione del
mondo intero, come il valore artistico che un’opera d’arte esprime, travalica
le anguste frontiere dei preconcetti ideologici, assumendo valori universali e
che come tali devono essere considerati ovunque.
Conclusione
Si
deduce che l’autore abbia iniziato questa opera sul modello di un suo
precedente dipinto di inizio secolo(riportato nel menzionato prospetto
comparativo) e cioè, all’ epoca del
fauvismo al quale Derain apparteneva, ma
ritenendo poi che non si adattava allo
scopo immediato per il sopravvento del cubismo e del futurismo, questi abbia desistito. Ecco perché i quadri sono così rassomiglianti.
Da
quanto si è potuto accertare, si deduce “per
facta concludentia”, come nel passato si concludevano le ricerche, che a meno di una poco probabile imitazione, il
ritratto esaminato sia un’ espressione pittorica di Andrè Derain.
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