Archeologia. Le iniziazioni e gli Dei: Demetra, Persefone, Dioniso e i Misteri.
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
L’inno omerico a Demetra canta come la Dea istituì i
Misteri di Eleusi in occasione del soggiorno in questa città, svelando ai
sovrani amministratori della giustizia, a Trittolemo, a Diocle e a Keleo, la
perfetta celebrazione dei riti sacri. Associata a Demetra è Persefone, o Core,
sua figlia, e ovunque, insieme a lei,
sono onorate le ninfe come cooperatrici in tutte le sue opere. Esse presiedono
alla generazione e abitano in vicinanza delle acque, a causa dell’umidità
necessaria alla nascita. Core fu allevata dalle Ninfe e a lei si innalzano
statue nei pressi delle sorgenti. I Misteri racontano anche l’unione di Zeus
con Demetra, dalla quale nasce Persefone, e di quella di Zeus con Persefone che
genera Dioniso. Demetra, oltre ai Grandi Misteri, istituì anche i riti per la
purificazione degli omicidi, chiamati Piccoli Misteri e dedicati a Eracle, commemorati
per l’uccisione dei Centauri. Demetra sancisce la dignità di re e regine, e in
quanto corrisponde alla Terra, è colei che costituisce il principio della
città, la concordia nel vivere civile, ed è la custode della costituzione, ad
Atene come altrove. Ella presiede ai giochi, alle gare e ai concorsi teatrali.
Secondo Aristide, gli uomini, che un tempo camminavano carponi, assunsero la
posizione eretta una volta che il frutto di Demetra fu scoperto e, per
dimostrare la loro gagliardia, partecipavano alle gare di corsa. Demetra dona
la perfezione della
vita e, insieme all’agricoltura, ha donato agli uomini i
Misteri. Gli antichi autori greci raccontano che dopo aver peregrinato per
tutta la Terra e il mare in cerca di Core rapita, Demetra giunge a Eleusi e si
ferma perché trova ciò che cerca. In segno di ringraziamento dona agli uomini
di Eleusi i prodotti dell’agricoltura e i Misteri, gli uni atti a rendere più
gradevole il nutrirsi, gli altri fatti per rendere più accetta la disposizione
dell’animo. Platone racconta di feste agricole in suo onore, e di Dioniso,
nelle quali si consumano le primizie dell’aia. Per Varrone, Proserpina/Core è
il simbolo della fecondità dei semi poiché era scomparsa per un certo tempo
rapita dall’orco (Plutone). Ora, in autunno, che giunge la pioggia (Giove),
Proserpina /Cere, finalmente ritrovata, può essere affidata alla terra (è il
seme) in attesa della rinascita. E’ chiarissimo che i Misteri Eleusini sono
legati all’agricoltura. Gli uomini, disponendo della conoscenza del ciclo
agricolo, possono vivere agiatamente, senza più combattersi e uccidersi. I
Misteri, insegnando l’agricoltura, promuovono la civiltà. Platone riallaccia ai
Misteri non soltanto la scoperta del vino e dei cereali, grazie ai quali ogni
forma di cannibalismo fu scongiurata, ma anche l’istituzione dei sacrifici, che
resero all’uomo lecito il nutrirsi della carne delle vittime. In un passo delle
Leggi, in un dialogo Platone scrive: “Ateniese:
possiamo credere che le viti siano comparse sulla Terra solo a un certo
momento? E così gli olivi e i frutti di Demetra e di Core? E non possiamo
supporre che quando tutto questo non c’era gli esseri viventi di divoravano fra
loro come vediamo che fanno ora? – Clinia risponde: Certamente. – Ateniese: conosciamo
il costume dei sacrifici umani ma sentiamo dire di altri popoli presso i quali
non si osa mangiare la carne di bove, né si sacrificano animali agli Dei. Si
cibano di focacce e frutti cosparsi di miele perché non ritengono pio mangiarne
e macchiare di sangue gli altari degli Dei. Essi si nutrono di cibi inanimati e
si astengono da tutto ciò che ha vita animale”. Platone conclude dicendo
che la misura del grano (choinix) è il simbolo della giustizia, e aggiunge che
Demetra dona la salute e i mezzi di guarigione. Essa è salvatrice, virtù che
condivide puntualmente con l’Iside Egizia. La Dea ha istituito il matrimonio e
in questo atto non ha compiuto un’opera disgiunta dalla sua principale perché
il matrimonio è un’iniziazione ed è simile all’agricoltura. Persefone coopera
con Demetra perché mediante i Misteri l’uomo riceve una nuova vita iniziatica e
una nuova anima. Persefone dal seme affidato alla terra fa nascere una pianta
novella, fa discendere sulla Terra un’anima destinata a dar forma e vita a un
corpo umano, fa morire gli uomini e regna sui morti, riconduce le anime verso
l’alto donando una vita nuova. Essa è il potere che fa morire il seme e poi da
esso fa nascere una pianta. Dioniso partecipa al principio dell’iniziazione
perché colloca l’anima sul trono di Zeus prima della discesa sulla Terra. Le
iniziazioni hanno lo scopo di ristabilirla su quel trono sia nel corso della
vita sia dopo la morte. Dioniso è l’energia che fa salire negli alberi il
principio umido e generatore, ha la facoltà di purificare ed è il Dio del vino
attraverso il quale infonde, come dice Platone, un delirio foriero di sapienza.
I Misteri ci rimettono in rapporto con il cosmo e con gli Dei. Il fine è di
ristabilire un legame cosciente fra uomo e divinità tramite un rito
sacramentale. Si può dire che, grazie ai
Misteri, l’anima umana si eleva verso gli Dei. L’iniziato si ritiene un membro
della famiglia degli Dei, e poiché rapporti profondi legano l’uomo, la città e
il cosmo, l’azione rituale dà la possibilità di agire non soltanto sull’uomo ma
anche sulla città e sul cosmo. I sovrani non governano solo gli uomini, ma
anche la natura e i suoi fenomeni, influendo sulla fertilità dei campi e sulla
fecondità delle greggi. I sacerdoti e i dignitari, nell’esercitare le loro
funzioni sacrali, concorrono alla formazione e alla direzione del cosmo.
L’anima preesiste alla vita umana, abitando dapprima
libera, felice e perfetta nel mondo intellegibile, annessa all’intelligenza
eterna. Poi scende nella zona superiore del mondo visibile traversando le fere
astrali e penetrando nell’atmosfera terrestre umida e oscura e giungendo sulla
Terra. Nella regione eterea ha ricevuto una potenza luminosa (il soffio del
logos o dell’anima), ossia quel veicolo che trasmetterà dal cervello, mediante
i nervi, gli ordini del pensiero in ogni parte del corpo. Sulla Terra, l’anima
penetra in un corpo nato dalla terra. In altre parole, l’uomo che vive in
questo mondo è concepito come atto intellettuale che si avvolge di vesti sempre
più materiali. L’uomo terrestre è dotato di un Nous (intelletto), un’anima e un
corpo. Finché l’anima rimane chiusa nel corpo, l’uomo è soggetto alle passioni
e alla sofferenza, e risulta soggetto all’ignoranza poiché l’influsso dello
spirito può essere turbato o ostacolato. La morte (anche solo simbolica) sarà
la sua liberazione perché lo farà salire verso gli strati superiori cancellando
le influenze malefiche e le impurità contratte nella vita inferiore, e tornerà
all’unità armonica con l’intelletto divino ed eterno. Le anime, pur derivando
tutte dallo stesso principio originario, non sono partite dallo stesso grado:
alcune sembrano discese per illuminare e perfezionare il mondo, altre sembrano
esservi precipitate a seguito di una colpa. Le anime non si incarnano in corpi uguali
perché alcuni possiedono già qualcosa di divino, sono già passate attraverso
gradi di iniziazione. E anche il ritorno, quello che si compie dopo la morte,
non è il medesimo per ogni anima, e può essere più lungo e costellato di
vicissitudini. L’iniziazione è paragonabile alla morte, che è il ritorno alle
origini. L’apprendimento iniziatico è un imparare a morire e risalire verso la
luce abbandonando ciò che è imperfetto.
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