Archeologia. La società degli Etruschi: Patriarcale, ma le donne partecipavano ai banchetti scandalizzando gli altri popoli europei.
di Giovanni Caselli
di Giovanni Caselli
La società etrusca era
patrilineare e patriarcale, tuttavia la relativa libertà della donna, che nella
società etrusca poteva partecipare ai banchetti assieme agli uomini,
scandalizzava gli altri popoli mediterranei che tenevano le loro donne in
stretta clausura, come del resto accade ancora oggi nella maggior parte del
Mediterraneo o accadrebbe ancora altrove se non fossero stati imposti regimi
democratici nel XX secolo. Questo tratto culturale indica senza ombra di dubbio
una tradizione massagetica, sarmatica o forse mitannica, originaria cioè delle
steppe nord caucasiche, dove le donne, che almeno in guerra avevano gli stessi
doveri degli uomini, furono dette
Amazzoni dai Greci.
In tempi storici gli Etruschi
risultano essere il primo popolo in Italia ad aver costituito uno stato con
residui di forme istituzionali tribali. La monarchia stava al di sopra di ogni
altra forma di organizzazione, con potere decisionale sulla vita o la morte dei
cittadini. Questo potere è simbolizzato nell’arte etrusca dalla testa della
Gorgone Medusa. Tuttavia le forze unificanti dello stato erano soprattutto la
lingua e la religione che determinavano l’appartenenza di un individuo o di un
gruppo al popolo dei Rasenna.
L’unità politica della società
etrusca era, come in Grecia, la città-stato che gestiva un “distretto” o
provincia. Abbiamo numerosi nomi etruschi attribuibili a varie cariche statali
o amministrative, ma non è possibile capire a quali funzioni certi titoli si
riferissero. Le città stato etrusche erano unite in tre confederazioni o
“leghe”, ognuna delle quali si componeva di 12 città. Una confederazione si
chiamava MECH ed ogni anno i rappresentanti delle 12 città che la componevano
si riunivano in un luogo detto FANU per prendere decisioni di interesse comune
ed eleggere il capo federale, chiamato LUCUMONE, che rimaneva in carica
per un anno.
per un anno.
La religione etrusca era
politeistica e basata sulla credenza che ogni fenomeno naturale, sia esso
meteorologico, geologico, naturalistico o altro, fosse una manifestazione del
potere divino.
Questo potere era distribuito
fra varie divinità direttamente agenti sull’uomo che tuttavia aveva la
possibilità e il privilegio di influenzarle mediante riti, sacrifici, la
recitazione di formule magiche ecc.
Analogamente alle divinità
dell’Egitto quelle etrusche avevano omologie nel pantheon greco e romano. Le
divinità più alte corrispondevano alle grandi divinità greche pre-olimpiche;
queste potevano essere avvicinate personalmente e nulla si faceva senza prima
ricevere un segno dalla divinità.
Questa religione venne in gran
parte adottata dal popolo eterogeneo che formò il nucleo di Roma ed anche a
Roma sia lo stato, sia l’individuo non prendevano alcuna iniziativa senza prima
consultare gli dei mediante un intermediario, maschio (haruspex) o femmina
(nethsra) che aveva l’abilità di “leggere i segni” degli dei. Il metodo più
comune era quello di leggere tali segni nel fegato di una pecora sacrificata,
praticando la “divinazione”, una tradizione di indubbia origine mesopotamica.
Gli Etruschi credevano in una vita eterna nell’al di là e per questo erigevano
tombe che, contrariamente alle case, erano costruite in modo tale da durare in
eterno.
I centri abitati etruschi sono
quasi sempre situati su sommità collinari, a volte fino ai 1000 metri di
altitudine, oppure entro la confluenza di due fiumi e ben difesi da scarpate
naturali, fossati e spesse mura di cinta.
Roma fu fondata da etruschi su
suolo etrusco secondo il rito etrusco, di questo non vi sono dubbi. La città
rimase etrusca a tutti gli effetti fino all’istituzione della repubblica che
segna l’epilogo di una vera rivoluzione analoga a quella che porta alla
formazione dei comuni nel medioevo.
L’architettura più antica a
Roma dimostra che si trattava di una città etrusca identica alle vicine
Falerii, Sutri, Cere, Tarquinia e, soprattutto, alla rivale Veio. Il sistema di
drenaggio che faceva capo alla Cloaca Maxima tuttora esistente, è opera etrusca.
Roma non si sviluppa dunque sotto una influenza etrusca bensì come città
etrusca.
Fonte: https://tuttatoscana.net
Nessun commento:
Posta un commento