Archeologia
della Sardegna. Bronzetti nuragici: guerrieri, sacerdoti ed eroi. Fra loro si
distingue un personaggio particolare, oggetto di interpretazioni discordanti: fromboliere, acquaiolo o issohadore?
Riflessioni di Pierluigi Montalbano
In
epoca nuragica, le comunità si riconoscevano discendenti di una figura materna
divina dominante e da un antenato eroe che celebra il ciclo di morte e
resurrezione attraverso il suo successore. Questo relitto del passato è
documentato anche nella società cretese con Zeus che muore e risorge come Zeus
bambino, e in quella egizia con Osiride e suo figlio Horus, entrambe
trasposizioni divine del sovrano defunto e del suo successore. La presa di
potere segue un rito di iniziazione nel quale il nuovo re deve dimostrare il
suo valore con una prova. Questa tradizione rimane fra i relitti della memoria
sarda in alcune ricorrenze religiose e nei carnevali isolani. Ad esempio, nella
ricorrenza dell’Assunta a Guasila, in agosto, al tramonto dell’anno agricolo e
all’avvio di quello successivo, i giovani del paese celibi si cimentano nella
cattura di una giovane vacca utilizzando il laccio (sa soga), per contendersi
una fanciulla che riceve dal vincitore uno
scialle per la testa, quale segno di passaggio al rango di sposa.
scialle per la testa, quale segno di passaggio al rango di sposa.
A Mamoiada, paese al centro della Barbagia, si celebra il
carnevale sardo più noto, quello dove protagonisti assoluti sono i Mamuthones e
gli Issohadores. Le due figure non sfilano mai separate. I primi
indossano maschere nere di legno, pelli ovine sul corpo e pesanti campanacci
sulla schiena, che agitano seguendo precisi passi di danza. Gli Issohadores sono
più umani, portano giubbe rosse e pantaloni bianchi. I due gruppi mettono in
scena una cerimonia misteriosa che affonda le sue radici nella lontana cultura
sarda agro-pastorale e nei riti legati ai culti dionisiaci. A tracolla
portano una cinghia in pelle e stoffa dove sono appuntati piccoli sonagli, i sonajolos. Legato alla vita, con la parte variopinta che scende lungo
la gamba sinistra, hanno uno scialle o un ampio fazzoletto con ricami, e la
fune (So’a) da cui deriva il nome dell’Issohadore. La
processione inizia con due file parallele di Mamuthones che
scuotono, con ritmi lenti, i campanacci mediante un colpo di spalla. Il capo Issohadore impartisce gli ordini ai Mamuthones e dà il ritmo alla
danza, mentre gli altri Issohadores, muovendosi più agilmente, lanciano una fune
leggera e catturano le giovani donne in segno di buon auspicio per una buona
salute e fertilità.
Secondo
la classificazione del compianto archeologo Lilliu, fra i bronzetti si nota un personaggio molto discusso: il fromboliere. Alto 15 cm, proveniente da
Monti Arcosu nel comune di Uta ed esposto al museo di Cagliari, presenta una
fune attorcigliata afferrata con entrambe le mani strette a pugno. In realtà
manca l’alloggiamento per l’oggetto da scagliare, ritengo quindi che non si
tratti di un fromboliere. Fra le altre interpretazioni, qualcuno propone che si
tratti di un marinaio addetto alle corde delle vele o all’imbragatura degli
oggetti riposti nelle stive delle navi. Un’ipotesi suggestiva lo vede come boia
nell’attimo precedente l’esecuzione della condanna, ma visto che Lilliu lo propone
fra i guerrieri (classificato n° 8 del suo libro del 1966) manteniamo, per il
momento, viva la sua prima proposta di fromboliere concordando su una poco
dettagliata esecuzione da parte dell’artigiano che ha omesso di aggiungere la
base nella quale inserire il proiettile, anche se rimane senza spiegazione la
legatura a treccia: una fionda dovrebbe essere libera da nodi. Il
copricapo è a calotta liscia e sulle orecchie e sulla nuca si nota una corona
di corti capelli. Il personaggio indossa una tunica senza maniche dalla quale,
nella parte inferiore, spunta una sorta di pantaloncino corto guarnito da due
frange. La consueta fascia a tracolla sostiene il pugnale ad elsa gammata. Naso
triangolare, occhi a mandorla e pomo d’Adamo completano i dettagli di questo
bronzetto.
E se, invece, fosse un Issohadore?
Carnevale di Mamoiada:gli Issohadores vestiti con maschera bianca, cospetto rosso e con le funi attorcigliate in mano, gettano il laccio per catturare le giovani le fanciulle. I mamuthone con il volto coperto da una maschera lignea nera si muovono in modo cadenzato e scrollano la sonaliera di grossi campanacci: come allora non riconoscere alle maschere nere il valore della notte e della morte e alla maschera dal volto bianco il valore del giorno e della Vita? Il bianco è la luce del giorno che alterna la notte, così come dalla morte rinasce la vita. Si spiega allora il valore del colore rosso...rosso come il sangue, sangue della vita! Tutta questa premessa per confermarti Pierluigi Montalbano che la tua interpretazione della fune attorcigliata in mano al bronzetto è giusta: altro non è che una soha o soga (termine quest' ultimo che ha usato anche Dante nella Divina Commedia e che ha catturato probabilmente nella mia terra di Lunigiana ove era ospite dei Malaspina). Ecco allora che il bronzetto che tiene in mano la soga altro non è che un Issohadore non certo un acquaiolo o fromboliere. La tua interpretazione mi sembra logica alla luce dei riti antichi e del folclore rimasto a testimoniarli.
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