Archeologia. Il nuraghe S'Uraki, conferenza di Alfonso Stiglitz da Honebu, Venerdì 10 Marzo 2017 alle ore 19.
L’area
del nuraghe S’Uraki si trova a 500 metri da San Vero Milis, al bordo della
strada provinciale che conduce alle Borgate, nella piana alluvionale in
località Su Padru. Gli scavi archeologici avviati nel
1948 e ripresi nel 1979 hanno evidenziato la presenza di un insediamento articolato
composto dalla poderosa struttura di un nuraghe complesso costituito da una
torre centrale e quattro torri laterali racchiuso all’interno di un grande recinto
murario dotato di dieci torri che lo classificano come il secondo per
dimensioni nell’isola. Fu edificato in varie fasi nell’età del bronzo, dal 1500
a.C. Del nuraghe sono visibili, oggi, sette delle torri dell'antemurale, mentre
le altre tre sono ancora sepolte sotto l'ampia coltre di terra che si è
depositata nel corso dei
secoli. Per la sua complessità, S’Uraki si configura
come località centrale di un cantone nuragico sede del potere politico,
religioso ed economico di una tribù. Nei suoi immediati dintorni si contano una
quindicina di nuraghi minori, inquadrabili nel complesso sistema di controllo
territoriale. Nel Bronzo finale (XII-IX sec. a.C.) la struttura fu
ristrutturata con l'aggiunta di un corpo murario che va ad innestarsi su una
torre dell'antemurale occultando una delle finestrelle. A un centinaio di metri
dal nuraghe, nell’area denominata Su
Padrigheddu, è presenta un insediamento abitativo nuragico che
continua nell’età del Ferro, con testimonianze di interconnessione fra locali e
forestieri nella produzione artigianale che portò a un graduale processo di
cambiamento nel gruppo sociale. Dal VI a.C. il centro di S’Uraki rientra nello
schema di età punica, con un piano urbanistico che vede l'intera struttura riutilizzata
con l'impianto di un insediamento abitativo a ridosso delle murature
dell’antemurale del nuraghe, all'epoca già parzialmente interrato. Si tratta di
un grande centro agricolo di cui gli scavi in corso stanno mettendo in luce
resti ben conservati degli edifici. L’interno all’antemurale è utilizzato in
età punica come deposito votivo, caratterizzato dalla presenza di statue di
Bes, matrici fittili circolari interpretabili come pani votivi e bruciaprofumi
a testa femminile, segno della presenza di un culto agrario nel quale è
presente sia una figura maschile, raffigurata nelle vesti di Bes, protettore
della maternità sia una figura femminile, probabilmente Tanit. In età romana
prosegue l'occupazione abitativa, apparentemente senza soluzione di continuità
con l'epoca precedente, sino alle prime fasi dell’età imperiale. Nei pressi, è
stato individuato il tracciato della strada romana e i resti di uno dei ponti
posti a cavallo dei due torrenti che scorrevano presso il nuraghe. Successivamente
l’area fu usata per scopi agricoli e industriali con l’impianto, nei pressi del
nuraghe, di un mulino ad acqua, noto già nell’800.
Da questo link è possibile scaricare gratuitamente la pubblicazione relativa alle campagne di scavo 2013-2015
RispondiEliminahttp://www.quaderniarcheocaor.beniculturali.it/index.php/quaderni/article/view/254
Alfonso Stiglitz