Archeologia. L'uomo nella preistoria: La nascita della religione e i primi templi.
di Pierluigi Montalbano
Per
centinaia di migliaia di anni l’uomo si è evoluto lentamente: sopravviveva
cacciando e accumulando provviste. Poi, al termine dell’ultima glaciazione,
l’evoluzione subisce una brusca accelerata. Nel corso degli ultimi 10 millenni,
l’uomo passa dall’Età della Pietra allo sbarco sulla Luna. Che cosa causò un
cambiamento così radicale delle abitudini di vita? Andare sulla Luna non è
stato un avvenimento che ha cambiato il nostro modo di vivere. La scintilla che
determinò l’evoluzione è stata l’idea di coltivare la terra per produrre
alimenti. Si è passati a un’economia produttiva. L’agricoltura ha permesso
all’uomo di diventare stanziale, di sviluppare relazioni sociali, ideare le
religioni e costruire templi e città. Senza dover cacciare per nutrirsi, l’uomo
aveva il tempo per pensare, inventare e uscire dall’Età della Pietra. La
Turchia, da sempre, è il
ponte che collega l’Europa e l’Asia, e si trova nel
cuore della Mezzaluna Fertile, una regione che comprende gli attuali Egitto,
Israele, Siria e Iraq. Qui sorsero i primi insediamenti umani, e fiorirono le
prime grandi civiltà. Gli edifici dedicati al culto contengono, generalmente,
rappresentazioni simboliche di divinità. Animali e altri simboli sono presenti
su pareti, pavimenti, pilastri e altri elementi architettonici, e possono
essere scolpiti, incisi o, semplicemente, dipinti. La costruzione di questi
edifici richiedeva un’organizzazione sofisticata: spaccare e trasportare le
pietre, scavare, realizzare le fondamenta, ed erano necessari tanti uomini. A
quale scopo furono costruiti?
I
primi templi presentano un portale che rappresenta l’ingresso al mondo
ultraterreno, come se il tempio avesse a che fare con i morti o con le divinità
del cielo. La mancanza di simboli, rilievi o incisioni, aumenta le difficoltà
per gli archeologi di interpretare i siti. A volte i simboli sono compresi solo
presso le comunità che li realizzano, e ciò pone problemi agli studiosi di
storia antica, poiché si ha a che fare con edifici costruiti nei millenni
scorsi. Ogni luogo di culto ha un’iconologia che è compresa solo da chi la
frequenta. Lo scopo delle immagini è di unire la congregazione in una fede
comune, condivisa con i rituali a essa legati. Le immagini, i colori, le
funzioni e gli elementi architettonici sono spesso incomprensibili a chi
pratica altre fedi.
All’inizio i popoli vivevano di caccia e di raccolta, e condividevano il cibo all’interno di piccoli gruppi, prevalentemente familiari. In seguito divennero stanziali, nacquero più bambini e le comunità crebbero rapidamente. A quel punto ogni comunità dovette imparare a rapportarsi e a vivere in pace. Queste situazioni richiesero l’applicazione di un codice morale, e convinzioni comuni. I templi sono progetti di costruzione condivisi, che mantengono la coesione fra comunità, anche all’interno della stessa. Allo stesso tempo consentono di celebrare riti che richiamano la comunità all’unità di pensiero. Chi vuole far parte di una comunità deve comportarsi secondo i costumi di quella comunità. Dai territori vicini arrivano uomini messi a disposizione dalle comunità confinanti in relazione alle qualità lavorative di ogni singolo individuo. Sono evidenti alcune figure professionali: tagliatori di pietre, scultori, specialisti nel trasporto e manovalanza, e l'apporto di questi individui da parte di comunità vicine aiuta a consolidare i buoni rapporti di vicinato. Questi progetti spingono le persone a collaborare, ad affidarsi agli altri e a fidarsi delle competenze dei nuclei insediativi vicini. Sono sistemi di lavoro che uniscono le genti: se un uomo vede un suo simile all’interno del proprio tempio, sente di potersi fidare, anche se non lo conosce.
Nelle religioni esiste un codice morale elaborato dalle comunità più antiche, che è conservato e integrato nelle comunità successive. I semi spirituali e materiali sono piantati, e qualunque fossero i significati troviamo sempre segni simili nelle generazioni seguenti. Il culto dei morti è il modo per riportare in vita una persona cara o un eroe del passato, e mantenere legato al mondo dei vivi il suo ricordo. Era la resurrezione di un personaggio ritenuto importante all’interno della società. Si cerca di portare indietro dal mondo dei morti una persona, recuperando la presenza fisica. Nei secoli successivi, e ancora oggi, la resurrezione sarà un tema centrale della religiosità: babilonesi, egizi, indiani, greci e cristiani, parlano di resurrezione. La costruzione del tempio rappresenta il culmine di una linea di pensiero. E’ un legame sociale che porta le comunità a unirsi, ed è edificato con una monumentale architettura. Rappresenta un balzo enorme nell’evoluzione spirituale dell’uomo: invece di considerarsi parte della natura, si valuta superiore. Sotto i pilastri dei templi nascono le rappresentazioni dei primi dei.
All’inizio i popoli vivevano di caccia e di raccolta, e condividevano il cibo all’interno di piccoli gruppi, prevalentemente familiari. In seguito divennero stanziali, nacquero più bambini e le comunità crebbero rapidamente. A quel punto ogni comunità dovette imparare a rapportarsi e a vivere in pace. Queste situazioni richiesero l’applicazione di un codice morale, e convinzioni comuni. I templi sono progetti di costruzione condivisi, che mantengono la coesione fra comunità, anche all’interno della stessa. Allo stesso tempo consentono di celebrare riti che richiamano la comunità all’unità di pensiero. Chi vuole far parte di una comunità deve comportarsi secondo i costumi di quella comunità. Dai territori vicini arrivano uomini messi a disposizione dalle comunità confinanti in relazione alle qualità lavorative di ogni singolo individuo. Sono evidenti alcune figure professionali: tagliatori di pietre, scultori, specialisti nel trasporto e manovalanza, e l'apporto di questi individui da parte di comunità vicine aiuta a consolidare i buoni rapporti di vicinato. Questi progetti spingono le persone a collaborare, ad affidarsi agli altri e a fidarsi delle competenze dei nuclei insediativi vicini. Sono sistemi di lavoro che uniscono le genti: se un uomo vede un suo simile all’interno del proprio tempio, sente di potersi fidare, anche se non lo conosce.
Nelle religioni esiste un codice morale elaborato dalle comunità più antiche, che è conservato e integrato nelle comunità successive. I semi spirituali e materiali sono piantati, e qualunque fossero i significati troviamo sempre segni simili nelle generazioni seguenti. Il culto dei morti è il modo per riportare in vita una persona cara o un eroe del passato, e mantenere legato al mondo dei vivi il suo ricordo. Era la resurrezione di un personaggio ritenuto importante all’interno della società. Si cerca di portare indietro dal mondo dei morti una persona, recuperando la presenza fisica. Nei secoli successivi, e ancora oggi, la resurrezione sarà un tema centrale della religiosità: babilonesi, egizi, indiani, greci e cristiani, parlano di resurrezione. La costruzione del tempio rappresenta il culmine di una linea di pensiero. E’ un legame sociale che porta le comunità a unirsi, ed è edificato con una monumentale architettura. Rappresenta un balzo enorme nell’evoluzione spirituale dell’uomo: invece di considerarsi parte della natura, si valuta superiore. Sotto i pilastri dei templi nascono le rappresentazioni dei primi dei.
Immagine di: http://shimadai-cfle.blogspot.it/2014/08/do-you-know-about-gobekli-tepe.html
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