Il Natale attraverso i secoli: i Saturnali.
(Nell'immagine: la natività di Guido Reni)
I Saturnali erano un’antica festa della religione romana dedicata a Saturno e alla mitica età dell'oro.
I Saturnali erano un’antica festa della religione romana dedicata a Saturno e alla mitica età dell'oro.
La loro ispirazione si perde
nella notte dei tempi, si svolgevano a dicembre, la data di inizio e di fine
variavano con le epoche (al tempo di Diomiziano andavano dal 17 al 23
dicembre). Nel IV secolo la festa fu spostata al primo gennaio. Durante i
Saturnali le differenze sociali erano abolite, ogni attività pubblica cessava e
veniva concessa qualsiasi libertà, come ci viene tramandato dall'autore latino
Macrobio nella sua opera "Saturnalia". Con questa festa, i Romani
celebravano la fine dell'anno dei raccolti, della vita in città e l'inizio di
un nuovo periodo. Le feste dei Saturnali
presentavano alcune
somiglianze con la nostra festività carnevalesca : per alcuni giorni i Romani
smettevano di rispettare le convenzioni e le gerarchie sociali (durante quei giorni era lecito
"impazzire). La festa cadeva in occasione del solstizio d'inverno e
consisteva, dunque, in un rinnovamento: si chiudeva l'anno appena passato e si
invocava l'arrivo di un periodo più ricco di pace e prosperità.
Con la conquista della
Grecia, arrivarono a Roma influenze culturali, in genere, filosofiche e
religiose provenienti dal mondo greco ed orientale. Tra questi culti, uno
destinato ad avere molto successo a Roma fu quello del dio Mitra.
Mitra è una importante
divinità dell'Induismo e della religione persiana; compare nei Veda, il libro
sacro della religione Induista, come uno degli Aditya, una delle divinità
solari e dio dell’onestà, dell’amicizia e dei contratti. Nella civiltà
persiana, dove il suo nome veniva reso come Mithra, assunse col tempo sempre
maggiore importanza fino a
diventare la maggiore divinità del Zoroastrismo (una
religione ancora oggi diffusa in Iran che conta circa 350 milioni di fedeli.
Per approfondimenti, potreste consultare il vostro libro di geografia o,
meglio, uno più ricco di informazioni). Si tratta della stessa divinità
proto-indo-iraniana che poi, in India ed in Iran si è trasformata, ora come
divinità solare, ora come maggiore divinità tra le tante.
Il dio Mitra era venerato
anche durante il periodo ellenistico (la fase storica della Grecia Antica che
ha inizio alla morte del sovrano di Macedonia Filippo II e con la sua
successione, assunta dal figlio Alessandro) ed il culto di Mitra arrivò a Roma
ed ebbe molta diffusione tra il I secolo a.C. ed il V secolo d.C., combinando
in culto sincretico, cioè capace di conciliare elementi culturali, filosofici,
religiosi appartenenti a culture diverse, il Mithra persiano con altre divinità
persiane e probabilmente anatoliche.
Il Mitraismo non divenne mai
popolare nell’entroterra greco, mentre prese piede a Roma all’incirca nel I
secolo a.C.; si propagò attraverso tutto l’Impero romano e fu accolto dagli
imperatori come una religione ufficiale.Fu una religione misterica di
iniziazione, non basata su un corpo di
scritture rivelate; i credenti, infatti, conoscevano i misteri della vita e
della figura di Mitra e non approfondivano la sua conoscenza, anzi preferivano
restare affascinati dalla figura ed il mistero che da questa derivava. Il culto
ruotava intorno all'idea dell'esistenza dell'anima e della sua possibilità
attraverso le sette sfere planetarie all'’aeternitas,
ovvero all’immortalità. Nonostante la religione facesse professione di
universalismo, cioè dicesse di essere aperta a tutti, questo culto escludeva le
donne e fu praticato soprattutto dai militari. I rituali erano tenuti segreti e
riservati agli iniziati. Le fonti documentarie scritte sopravvissute sono in
numero esiguo e le testimonianze sono per lo più di natura archeologica,
iconografica ed epigrafica. Il centro del culto ed il luogo di incontro dei
seguaci era il mitreo, una cavità o caverna naturale adattata, di preferenza
già utilizzata da precedenti culti religiosi locali, oppure un edificio
artificiale che imitava una caverna. I mitrei erano luoghi tenebrosi e privi di
finestre, anche quando non erano collocati in luoghi sotterranei.
In ogni tempio mitraico, il
posto d’onore era occupato da una rappresentazione di Mitra che uccide un toro
sacro, chiamata tauroctonia. Egli è visto come Dio-fondatore : dall'uccisione
del toro scaturiscono l'acqua, il grano, che simboleggia la prosperità, la
vita, ecc... Nella raffigurazione sono presenti un serpente, uno scorpione, un
cane, ed una cornacchia,probabilmente in relazione con le costellazioni
associate.
Il culto di Mitra a Roma
iniziò ad attrarre attenzione verso la fine del I secolo, probabilmente in
corrispondenza con la conquista dell’allora zoroastriana Armenia.Come dio delle
armi e campione degli eroi, Mitra attrasse i soldati romani, che portarono il
suo culto in Iberia, Britannia, e Dacia.
Il Mitraismo si propagò
all’interno di tutto l’esercito romano, come anche tra commercianti e schiavi.
Le frontiere germaniche hanno reso molte testimonianze archeologiche di questa
diffusione: piccoli oggetti cultuali connessi con Mitra sono stati trovati in
scavi archeologici dalla Romania al Vallo di Adriano.Gli imperatori romani nel
III secolo incoraggiarono il Mitraismo, per il supporto che esso offriva alla
natura divina dei monarchi. Mitra divenne perciò datore
di autorità e vittoria alla
casa imperiale. Dal tempo di Commodo, che partecipò ai misteri mitriaci,
seguaci del culto si trovavano in tutte le classi della società. Inoltre, Mitra
era anche Dio-guerriero ed agli imperatori romani servivano molti guerrieri per
combattere le numerosissime guerre in giro per il Mediterraneo.
Mitra era raffigurato spesso
come il Sole. Il 26 dicembre i Romani festeggiavano il solstizio d'inverno;
ovvero, il ritorno al Sole dopo il buio (la lunghezza delle giornate, infatti,
si accorcia sempre più sino al solstizio, quando, cioè le giornate riprendono
ad allungarsi fino a raggiungere la durata massimo il giorno del solstizio
d'estate, quando ricominciano ad abbreviarsi), ovvero il la Luce che rischiara
l'oscurità. Nella seconda metà del
secolo III si era affermato, come si è visto,
il culto del sole. In suo onore l'imperatore Aureliano aveva istituito
una festa al 25 dicembre, il Natalis
Solis Invicti, il Natale del Sole Invitto, durante il quale si celebrava il
nuovo sole "rinato" dopo il solstizio invernale.
Perchè ci interessiamo del
Mitraismo? Perchè la data in cui ricorreva il "festeggiamento" del
dio era il 25 dicembre...
Come mai si verificò questa
particolare sovrapposizione di date?
La simbologia che accompagna
il culto di Mitra assunse sfumature che ci sembrano familiari : infatti,
assomigliano a quelle con le quali ci è stato fatto conoscere Gesù Cristo.
Molti cristiani erano
attirati da quelle cerimonie spettacolari; sicché la Chiesa romana, preoccupata
per la nuova religione mitraica, che poteva ostacolare la diffusione del
cristianesimo più delle persecuzioni, pensò bene di celebrare nello stesso
giorno il Natale di Cristo. La festa, già documentata a Roma nei primi decenni
del IV secolo, si estese a poco a poco al resto della cristianità. La
coincidenza con il solstizio d'inverno fece sì che molte usanze solstiziali,
non incompatibili con il cristianesimo, venissero recepite nella tradizione
popolare. D'altronde non si trattava di una sovrapposizione infondata, perché
fin dall'Antico Testamento Gesù era preannunciato dai profeti come Luce e Sole.
Il profeta Malachia lo chiamava addirittura "Sole di giustizia".
Mitra e Cristo presentano dunque numerosi aspetti in comune, tanto più che la
data di nascita di Gesù è ogni anni festeggiata come se fosse avvenuta il 25
dicembre; ma su questo non abbiamo certezze. Anzi...Il Natale, dunque, è una
festa che si basa su commistioni di usanze di ispirazione evangelica e di
religioni precristiane;
la collocazione del Natale
cristiano, infatti, è basata sulla decisione politica di festeggiare Cristo lo
stesso giorno della festa in onore di Mitra per sovrapporre, ed anche
sostituire, l'amore per Cristo all'amore per Mitra. Nel vangelo di Luca si
narra soltanto che nel periodo in cui nacque Gesù c'erano a Betlemme dei
pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al gregge. Siccome sappiamo
che i pastori ebrei partivano per i pascoli all'inizio della primavera, in
occasione della loro Pasqua, e tornavano in autunno, è evidente che il Cristo
nacque tra la fine di marzo e il primo autunno; tant'è vero che fino alla fine
del III secolo il Natale veniva festeggiato, secondo i luoghi, in date
differenti: il 28 marzo, il 18 aprile o il 29 maggio.
La vicinanza tra Cristo e
Mitra non si limitava alla coincidenza della data della festività (abbiamo
visto come tale coincidenza era "politica"), ma anche negli aspetti squisitamente cultuali. Per
esempio, l'accostamento del sole (abbiamo detto, simbolo del dio Mitra) al Cristo
era abituale, come testimonia l'autore cristiano più agguerrito, Tertulliano:
“Altri ritengono che il Dio
cristiano sia il sole perché è un fatto notorio che noi preghiamo orientati
verso il sole che sorge e nel giorno del sole (cioè il solstizio d'inverno, il
26 dicembre) ci diamo alla gioia, a dire il vero per un motivo del tutto
diverso dall'adorazione del sole”.
Sole e Cristo hanno dunque,
nell'antichità, valore spirituale molto simili. Un altro esempio lo troviamo
nel vangelo di Luca: Zaccaria, il padre di Giovanni battista, descrive la
futura nascita di Cristo in questo modo “verrà a visitarci dall'alto un sole
che sorge”. Il natale, nel periodo dell'anno in cui il giorno comincia ad
allungarsi, potrebbe essere legato a questo simbolismo.
Sul giorno dell'anno di
nascita di Gesù non esistono riferimenti diretti.
Sul fatto che il natale venga
festeggiato il 25 dicembre vi sono diverse ipotesi che possono essere
raggruppate in due categorie: la prima che la data sia stata scelta in base a
considerazioni simboliche interne al cristianesimo, la seconda che sia derivata
dall'influsso di festività celebrate in altre religioni praticate contemporaneamente
al cristianesimo di allora.
Prima categoria: simbolismo cristiano
Questo primo gruppo di
ipotesi spiega la data del 25 dicembre come "interna" al cristianesimo,
senza apporti da altre religioni.
Un'ipotesi afferma che la
data del Natale si fonda sulla data della morte di Gesù o Venerdì Santo. Dato
che la data esatta della morte di Gesù nei Vangeli non è specificata, i primi
Cristiani hanno pensato di circoscriverla tra il 25 marzo e il 6 aprile. Poi
per calcolare la data di nascita di Gesù, hanno seguito l'antica idea che i profeti
del Vecchio Testamento morirono ad una "era integrale",
corrispondente all'anniversario della loro nascita. Secondo questa ipotesi Gesù
morì nell'anniversario della sua Incarnazione o concezione, così la sua data di
nascita avrebbe dovuto cadere nove mesi dopo la data del Venerdì Santo, il 25
Dicembre o 6 Gennaio. Un'altra ipotesi invece vede
la data del Natale come conseguenza di quella dell'annunciazione, il 25 marzo.
Si riteneva infatti che l'equinozio di primavera, giorno perfetto in quanto
equilibrato fra notte e giorno, fosse il più adatto per il concepimento del
redentore. Da qui la data del Natale, nove mesi dopo.
Seconda categoria: assorbimento di festività
precedenti
Questo secondo gruppo di
ipotesi spiega la data del 25 dicembre come "esterna" al cristianesimo,
come un tentativo di assorbimento di culti precedenti al cristianesimo con la
sovrapposizione di festività cristiane a feste di altre religioni antiche.
C'è chi afferma che la
nascita del Cristo derivi dalla tradizione e dalla festa ebraica della luce, la
Hanukkah, che cade il venticinquesimo giorno di Kislev e all'inizio del Tevet.
Il mese di Kislev è comunemente accettato come coincidere con dicembre. Sotto
l'antico Calendario Giuliano, quello in vigore durante l'epoca romana, per scelta
popolare, la nascita di Cristo venne fissata al 5 AC , il venticinquesimo
giorno di Kislev. In questo senso il cristianesimo avrebbe ripetuto quanto già
fatto per le principali festività cristiane come pasqua o pentecoste, che sono
derivate dalle corrispondenti
festività ebraiche.
Il 25 dicembre come abbiamo
visto, si celebrava la festa del dio Mitra (Dio del Sole). Il natale avrebbe
sostituito questa festa.
Un altra ipotesi suggerisce
che i primi cristiani abbiano derivato il giorno del Natale da diverse
festività celebrate in onore degli dei egizi e latini Osiride, Giove e Plutone,
o da antichi condottieri deificati, come re Nimrod.
Altri affermano che la data
della Natività deriva dalla festa del Solstizio invernale, che nella religione
germanica veniva chiamata Yule (ed infatti ancora oggi in molte lingue nordiche
Natale si dice Jul, Joulu, ecc...), mentre gli antichi romani festeggiavano la
nascita del sole (sol invictus), oppure dalle feste romane dei Saturnali
Fonte: liceocavalieri.gov.it
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