venerdì 25 dicembre 2015

Il Natale attraverso i secoli: i Saturnali.

Il Natale attraverso i secoli: i Saturnali.


(Nell'immagine: la natività di Guido Reni)
I Saturnali erano un’antica festa della religione romana dedicata a Saturno e alla mitica età dell'oro.
La loro ispirazione si perde nella notte dei tempi, si svolgevano a dicembre, la data di inizio e di fine variavano con le epoche (al tempo di Diomiziano andavano dal 17 al 23 dicembre). Nel IV secolo la festa fu spostata al primo gennaio. Durante i Saturnali le differenze sociali erano abolite, ogni attività pubblica cessava e veniva concessa qualsiasi libertà, come ci viene tramandato dall'autore latino Macrobio nella sua opera "Saturnalia". Con questa festa, i Romani celebravano la fine dell'anno dei raccolti, della vita in città e l'inizio di un nuovo periodo. Le feste dei Saturnali
presentavano alcune somiglianze con la nostra festività carnevalesca : per alcuni giorni i Romani smettevano di rispettare le convenzioni e le gerarchie sociali (durante quei giorni era lecito "impazzire). La festa cadeva in occasione del solstizio d'inverno e consisteva, dunque, in un rinnovamento: si chiudeva l'anno appena passato e si invocava l'arrivo di un periodo più ricco di pace e prosperità.
Con la conquista della Grecia, arrivarono a Roma influenze culturali, in genere, filosofiche e religiose provenienti dal mondo greco ed orientale. Tra questi culti, uno destinato ad avere molto successo a Roma fu quello del dio Mitra.
Mitra è una importante divinità dell'Induismo e della religione persiana; compare nei Veda, il libro sacro della religione Induista, come uno degli Aditya, una delle divinità solari e dio dell’onestà, dell’amicizia e dei contratti. Nella civiltà persiana, dove il suo nome veniva reso come Mithra, assunse col tempo sempre maggiore importanza fino a
diventare la maggiore divinità del Zoroastrismo (una religione ancora oggi diffusa in Iran che conta circa 350 milioni di fedeli. Per approfondimenti, potreste consultare il vostro libro di geografia o, meglio, uno più ricco di informazioni). Si tratta della stessa divinità proto-indo-iraniana che poi, in India ed in Iran si è trasformata, ora come divinità solare, ora come maggiore divinità tra le tante.
Il dio Mitra era venerato anche durante il periodo ellenistico (la fase storica della Grecia Antica che ha inizio alla morte del sovrano di Macedonia Filippo II e con la sua successione, assunta dal figlio Alessandro) ed il culto di Mitra arrivò a Roma ed ebbe molta diffusione tra il I secolo a.C. ed il V secolo d.C., combinando in culto sincretico, cioè capace di conciliare elementi culturali, filosofici, religiosi appartenenti a culture diverse, il Mithra persiano con altre divinità persiane e probabilmente anatoliche.
Il Mitraismo non divenne mai popolare nell’entroterra greco, mentre prese piede a Roma all’incirca nel I secolo a.C.; si propagò attraverso tutto l’Impero romano e fu accolto dagli imperatori come una religione ufficiale.Fu una religione misterica di iniziazione,  non basata su un corpo di scritture rivelate; i credenti, infatti, conoscevano i misteri della vita e della figura di Mitra e non approfondivano la sua conoscenza, anzi preferivano restare affascinati dalla figura ed il mistero che da questa derivava. Il culto ruotava intorno all'idea dell'esistenza dell'anima e della sua possibilità attraverso le sette sfere planetarie all'’aeternitas, ovvero all’immortalità. Nonostante la religione facesse professione di universalismo, cioè dicesse di essere aperta a tutti, questo culto escludeva le donne e fu praticato soprattutto dai militari. I rituali erano tenuti segreti e riservati agli iniziati. Le fonti documentarie scritte sopravvissute sono in numero esiguo e le testimonianze sono per lo più di natura archeologica, iconografica ed epigrafica. Il centro del culto ed il luogo di incontro dei seguaci era il mitreo, una cavità o caverna naturale adattata, di preferenza già utilizzata da precedenti culti religiosi locali, oppure un edificio artificiale che imitava una caverna. I mitrei erano luoghi tenebrosi e privi di finestre, anche quando non erano collocati in luoghi sotterranei.
In ogni tempio mitraico, il posto d’onore era occupato da una rappresentazione di Mitra che uccide un toro sacro, chiamata tauroctonia. Egli è visto come Dio-fondatore : dall'uccisione del toro scaturiscono l'acqua, il grano, che simboleggia la prosperità, la vita, ecc... Nella raffigurazione sono presenti un serpente, uno scorpione, un cane, ed una cornacchia,probabilmente in relazione con le costellazioni associate.
Il culto di Mitra a Roma iniziò ad attrarre attenzione verso la fine del I secolo, probabilmente in corrispondenza con la conquista dell’allora zoroastriana Armenia.Come dio delle armi e campione degli eroi, Mitra attrasse i soldati romani, che portarono il suo culto in Iberia, Britannia, e Dacia.
Il Mitraismo si propagò all’interno di tutto l’esercito romano, come anche tra commercianti e schiavi. Le frontiere germaniche hanno reso molte testimonianze archeologiche di questa diffusione: piccoli oggetti cultuali connessi con Mitra sono stati trovati in scavi archeologici dalla Romania al Vallo di Adriano.Gli imperatori romani nel III secolo incoraggiarono il Mitraismo, per il supporto che esso offriva alla natura divina dei monarchi. Mitra divenne perciò datore
di autorità e vittoria alla casa imperiale. Dal tempo di Commodo, che partecipò ai misteri mitriaci, seguaci del culto si trovavano in tutte le classi della società. Inoltre, Mitra era anche Dio-guerriero ed agli imperatori romani servivano molti guerrieri per combattere le numerosissime guerre in giro per il Mediterraneo.
Mitra era raffigurato spesso come il Sole. Il 26 dicembre i Romani festeggiavano il solstizio d'inverno; ovvero, il ritorno al Sole dopo il buio (la lunghezza delle giornate, infatti, si accorcia sempre più sino al solstizio, quando, cioè le giornate riprendono ad allungarsi fino a raggiungere la durata massimo il giorno del solstizio d'estate, quando ricominciano ad abbreviarsi), ovvero il la Luce che rischiara l'oscurità.  Nella seconda metà del secolo III si era affermato, come si è visto,  il culto del sole. In suo onore l'imperatore Aureliano aveva istituito una festa al 25 dicembre, il Natalis Solis Invicti, il Natale del Sole Invitto, durante il quale si celebrava il nuovo sole "rinato" dopo il solstizio invernale.
Perchè ci interessiamo del Mitraismo? Perchè la data in cui ricorreva il "festeggiamento" del dio era il 25 dicembre...
Come mai si verificò questa particolare sovrapposizione di date?
La simbologia che accompagna il culto di Mitra assunse sfumature che ci sembrano familiari : infatti, assomigliano a quelle con le quali ci è stato fatto conoscere Gesù Cristo.
Molti cristiani erano attirati da quelle cerimonie spettacolari; sicché la Chiesa romana, preoccupata per la nuova religione mitraica, che poteva ostacolare la diffusione del cristianesimo più delle persecuzioni, pensò bene di celebrare nello stesso giorno il Natale di Cristo. La festa, già documentata a Roma nei primi decenni del IV secolo, si estese a poco a poco al resto della cristianità. La coincidenza con il solstizio d'inverno fece sì che molte usanze solstiziali, non incompatibili con il cristianesimo, venissero recepite nella tradizione popolare. D'altronde non si trattava di una sovrapposizione infondata, perché fin dall'Antico Testamento Gesù era preannunciato dai profeti come Luce e Sole. Il profeta Malachia lo chiamava addirittura "Sole di giustizia". Mitra e Cristo presentano dunque numerosi aspetti in comune, tanto più che la data di nascita di Gesù è ogni anni festeggiata come se fosse avvenuta il 25 dicembre; ma su questo non abbiamo certezze. Anzi...Il Natale, dunque, è una festa che si basa su commistioni di usanze di ispirazione evangelica e di religioni precristiane;
la collocazione del Natale cristiano, infatti, è basata sulla decisione politica di festeggiare Cristo lo stesso giorno della festa in onore di Mitra per sovrapporre, ed anche sostituire, l'amore per Cristo all'amore per Mitra. Nel vangelo di Luca si narra soltanto che nel periodo in cui nacque Gesù c'erano a Betlemme dei pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al gregge. Siccome sappiamo che i pastori ebrei partivano per i pascoli all'inizio della primavera, in occasione della loro Pasqua, e tornavano in autunno, è evidente che il Cristo nacque tra la fine di marzo e il primo autunno; tant'è vero che fino alla fine del III secolo il Natale veniva festeggiato, secondo i luoghi, in date differenti: il 28 marzo, il 18 aprile o il 29 maggio.
La vicinanza tra Cristo e Mitra non si limitava alla coincidenza della data della festività (abbiamo visto come tale coincidenza era "politica"), ma anche  negli aspetti squisitamente cultuali. Per esempio, l'accostamento del sole (abbiamo detto, simbolo del dio Mitra) al Cristo era abituale, come testimonia l'autore cristiano più agguerrito, Tertulliano:
“Altri ritengono che il Dio cristiano sia il sole perché è un fatto notorio che noi preghiamo orientati verso il sole che sorge e nel giorno del sole (cioè il solstizio d'inverno, il 26 dicembre) ci diamo alla gioia, a dire il vero per un motivo del tutto diverso dall'adorazione del sole”.
Sole e Cristo hanno dunque, nell'antichità, valore spirituale molto simili. Un altro esempio lo troviamo nel vangelo di Luca: Zaccaria, il padre di Giovanni battista, descrive la futura nascita di Cristo in questo modo “verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge”. Il natale, nel periodo dell'anno in cui il giorno comincia ad allungarsi, potrebbe essere legato a questo simbolismo.
Sul giorno dell'anno di nascita di Gesù non esistono riferimenti diretti.
Sul fatto che il natale venga festeggiato il 25 dicembre vi sono diverse ipotesi che possono essere raggruppate in due categorie: la prima che la data sia stata scelta in base a considerazioni simboliche interne al cristianesimo, la seconda che sia derivata dall'influsso di festività celebrate in altre religioni praticate contemporaneamente al cristianesimo di allora.

Prima categoria: simbolismo cristiano
Questo primo gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre come "interna" al cristianesimo, senza apporti da altre religioni.
Un'ipotesi afferma che la data del Natale si fonda sulla data della morte di Gesù o Venerdì Santo. Dato che la data esatta della morte di Gesù nei Vangeli non è specificata, i primi Cristiani hanno pensato di circoscriverla tra il 25 marzo e il 6 aprile. Poi per calcolare la data di nascita di Gesù, hanno seguito l'antica idea che i profeti del Vecchio Testamento morirono ad una "era integrale", corrispondente all'anniversario della loro nascita. Secondo questa ipotesi Gesù morì nell'anniversario della sua Incarnazione o concezione, così la sua data di nascita avrebbe dovuto cadere nove mesi dopo la data del Venerdì Santo, il 25 Dicembre o 6 Gennaio. Un'altra ipotesi invece vede la data del Natale come conseguenza di quella dell'annunciazione, il 25 marzo. Si riteneva infatti che l'equinozio di primavera, giorno perfetto in quanto equilibrato fra notte e giorno, fosse il più adatto per il concepimento del redentore. Da qui la data del Natale, nove mesi dopo.

Seconda categoria: assorbimento di festività precedenti
Questo secondo gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre come "esterna" al cristianesimo, come un tentativo di assorbimento di culti precedenti al cristianesimo con la sovrapposizione di festività cristiane a feste di altre religioni antiche.
C'è chi afferma che la nascita del Cristo derivi dalla tradizione e dalla festa ebraica della luce, la Hanukkah, che cade il venticinquesimo giorno di Kislev e all'inizio del Tevet. Il mese di Kislev è comunemente accettato come coincidere con dicembre. Sotto l'antico Calendario Giuliano, quello in vigore durante l'epoca romana, per scelta popolare, la nascita di Cristo venne fissata al 5 AC, il venticinquesimo giorno di Kislev. In questo senso il cristianesimo avrebbe ripetuto quanto già fatto per le principali festività cristiane come pasqua o pentecoste, che sono derivate dalle corrispondenti
festività ebraiche.
Il 25 dicembre come abbiamo visto, si celebrava la festa del dio Mitra (Dio del Sole). Il natale avrebbe sostituito questa festa.
Un altra ipotesi suggerisce che i primi cristiani abbiano derivato il giorno del Natale da diverse festività celebrate in onore degli dei egizi e latini Osiride, Giove e Plutone, o da antichi condottieri deificati, come re Nimrod.

Altri affermano che la data della Natività deriva dalla festa del Solstizio invernale, che nella religione germanica veniva chiamata Yule (ed infatti ancora oggi in molte lingue nordiche Natale si dice Jul, Joulu, ecc...), mentre gli antichi romani festeggiavano la nascita del sole (sol invictus), oppure dalle feste romane dei Saturnali

Fonte: liceocavalieri.gov.it

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