Kushim, 5200 anni fa, nell'attuale Iraq, il primo nome della storia: un contabile sumero.
Il più antico
nome di persona documentato nella storia dell'umanità non è quello di un re, di
un eroe o di un artista... ma quello di un contabile. Così sostiene lo studioso
israeliano Yuval Noah Harari nel suo libro Da animali a dei. Breve storia dell'umanità, pubblicato di recente anche in Italia da Bompiani. Il
nome compare su una tavoletta di argilla sumera,
ritrovata in Mesopotamia (nel territorio dell'attuale Iraq), e datata al 3.200
a. C. circa. A quanto pare è un documento commerciale: la ricevuta per una
serie di spedizioni di orzo. La scritta composta da disegni e incisioni
andrebbe letta così: "29.086 misure di orzo 37 mesi Kushim". Secondo
Harari, l'interpretazione più probabile della frase è: "Nel corso di 37
mesi sono state ricevute in totale 29.086 misure di orzo. Firmato Kushim".
Gli studiosi, spiega Robert Krulwich nel suo blog per naturalgeographic.com non sono unanimi nel ritenere che "Kushim" fosse un nome proprio. Potrebbe essere un titolo, come, appunto "contabile" o "addetto alle spedizioni di orzo". I primi nomi propri della storia potrebbero dunque essere quelli che compaiono su un'altra tavoletta sumera, un po' più recente (3.100 a.C., una o due generazioni dopo quella di Kushim). L'iscrizione dice: due schiavi posseduti da Gal Sal: En-pap X e Sukkalgir.
Anche in questo caso si tratta dei persone comuni (due schiavi e il loro proprietario) e non di re o profeti. Non c'è da stupirsi, commenta Krulwich: 5.000 anni fa gran parte dell'umanità era composta da contadini, pastori, artigiani, che avevano bisogno di tenere traccia dei loro possedimenti, dei loro crediti e dei loro debiti. La scrittura, almeno in origine, nacque proprio a questo scopo: non un megafono per i potenti, ma una tecnologia per la gente comune.
Gli studiosi, spiega Robert Krulwich nel suo blog per naturalgeographic.com non sono unanimi nel ritenere che "Kushim" fosse un nome proprio. Potrebbe essere un titolo, come, appunto "contabile" o "addetto alle spedizioni di orzo". I primi nomi propri della storia potrebbero dunque essere quelli che compaiono su un'altra tavoletta sumera, un po' più recente (3.100 a.C., una o due generazioni dopo quella di Kushim). L'iscrizione dice: due schiavi posseduti da Gal Sal: En-pap X e Sukkalgir.
Anche in questo caso si tratta dei persone comuni (due schiavi e il loro proprietario) e non di re o profeti. Non c'è da stupirsi, commenta Krulwich: 5.000 anni fa gran parte dell'umanità era composta da contadini, pastori, artigiani, che avevano bisogno di tenere traccia dei loro possedimenti, dei loro crediti e dei loro debiti. La scrittura, almeno in origine, nacque proprio a questo scopo: non un megafono per i potenti, ma una tecnologia per la gente comune.
Immagine
di The Schøyen Collection, Oslo-Londra
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