Università di Quartu Sant'Elena
Riprese di Fabrizio Cannas
Le acque lustrali sono state
e sono tutt’ora usate in vari ambiti religiosi. Anche il cristianesimo ha fatto
sua l’usanza antica di utilizzare l’acqua per le cerimonie religiose. L’uso
dell’acquasantiera all’ingresso delle chiese ad esempio richiama la presenza di
un bacile di trachite all’ingresso di templi, nuraghi e pozzi sacri. Già
il Taramelli, nel descrivere Santa Vittoria di Serri, annotò la presenza di un
bacile in trachite nell’ingresso al lato sinistro della capanna delle riunioni,
e tre metri più avanti venne rinvenuta una piccola ara, un cippo e incastrato
nel muro un altro bacile rettangolare. Un altarino elegantemente lavorato fu
trovato durante i primi scavi anche nel vestibolo del primo pozzo di Matzanni:
testimonianza di un uso sacrale della costruzione.
Un altarino simile fu trovato anche nel pozzo C, o terzo pozzo, oggi conservato a Villacidro dove si trova tutt’ora presso il museo sacro ex-oratorio, davanti alla chiesa di S. Barbara. Il pozzo sacro è l’edificio che sembra aver la sua ragione d’essere nel culto delle acque. In Sardegna esistono molti esempi di pozzi sacri nuragici. A Matzanni (Vallermosa) si trovano tre pozzi sacri a breve distanza l’un dall’altro. Uno è ricoperto dalla tholos in pietre lavorate, la scala e l’atrio o vestibolo. Dal fondo del pozzo una scala di 12/13 gradini portava all’atrio, in pietra ma ricoperto da travi in legno. Questi locali sono quasi sempre lastricati e dotati di banconi/sedili in pietra per svolgere funzioni legate al pozzo e alle acque sacre. Nei pressi dei pozzi sacri si trovano sempre segni di cerimoniali sacri quali aree sacrificali, e oggetti riconducibili a riti religiosi. A Serri, nell’atrio si nota ancora un bacile e una canaletta che percorre un lungo tratto e porta all’esterno del vestibolo. In tale spazio erano sistemati gli ex-voto sotto forma di bronzetti.
Un altarino simile fu trovato anche nel pozzo C, o terzo pozzo, oggi conservato a Villacidro dove si trova tutt’ora presso il museo sacro ex-oratorio, davanti alla chiesa di S. Barbara. Il pozzo sacro è l’edificio che sembra aver la sua ragione d’essere nel culto delle acque. In Sardegna esistono molti esempi di pozzi sacri nuragici. A Matzanni (Vallermosa) si trovano tre pozzi sacri a breve distanza l’un dall’altro. Uno è ricoperto dalla tholos in pietre lavorate, la scala e l’atrio o vestibolo. Dal fondo del pozzo una scala di 12/13 gradini portava all’atrio, in pietra ma ricoperto da travi in legno. Questi locali sono quasi sempre lastricati e dotati di banconi/sedili in pietra per svolgere funzioni legate al pozzo e alle acque sacre. Nei pressi dei pozzi sacri si trovano sempre segni di cerimoniali sacri quali aree sacrificali, e oggetti riconducibili a riti religiosi. A Serri, nell’atrio si nota ancora un bacile e una canaletta che percorre un lungo tratto e porta all’esterno del vestibolo. In tale spazio erano sistemati gli ex-voto sotto forma di bronzetti.
Che uso si poteva fare di
quella acqua così preziosa e sacra?
Le acque dei pozzi sacri avevano un fine terapeutico, magico-religioso e civile. Antichi autori greci affermano che in Sardegna esistevano delle sorgenti di acqua miracolosa fredda e calda. Tra Vallermosa e Villasor, in località s’Acqua Cotta esiste tutt’ora una sorgente d’acqua calda utilizzata per secoli a scopo terapeutico e recentemente ceduta ad una società produttrice di acque minerali. Gli stessi autori riferiscono che quell'acqua aveva benefici effetti sugli occhi. Altri riferiscono che gli effetti terapeutici si estendevano anche ai dolori alle ossa e ad alleviare altri malanni tra cui i danni provocati dal morso di un insetto particolare che sembra procurasse notevoli disturbi.
Nell’atrio dei pozzi venivano collocati bronzetti e navicelle, interpretati come ex-voto. A Serri è stata trovato il bronzetto che rappresenta una madre che ringrazia per la guarigione del figlio, a volte confusa con la “madre dell’ucciso” di Urzulei. A Matzanni il Lovisato dà notizia di ritrovamenti operati dai primi scavatori clandestini:quasi tutto è scomparso eccetto una ciotola di bronzo dorato, una moneta e il famoso bronzetto denominato Barbetta. L’intreccio tra religione, medicina,magia è praticamente inscindibile per i nuragici. L’origine dei malanni può essere d’origine divina o dovuta a cause misteriose, certamente note alla divinità che può intervenire in favore dei fedeli che utilizzano l’acqua sacra come mezzo per entrare in contatto con la divinità e ottenere benefici. Il culto delle acque sacre rivestiva una valenza profonda nel rapporto tra religione e vita sociale: se infatti l’acqua lustrale aveva il potere di guarire gli infermi aveva, per contro, anche quello di smascherare i colpevoli di vari delitti.
Questo avveniva col rito dell’ordalia, citata più volte dagli antichi scrittori latini e greci.
Le acque dei pozzi sacri avevano un fine terapeutico, magico-religioso e civile. Antichi autori greci affermano che in Sardegna esistevano delle sorgenti di acqua miracolosa fredda e calda. Tra Vallermosa e Villasor, in località s’Acqua Cotta esiste tutt’ora una sorgente d’acqua calda utilizzata per secoli a scopo terapeutico e recentemente ceduta ad una società produttrice di acque minerali. Gli stessi autori riferiscono che quell'acqua aveva benefici effetti sugli occhi. Altri riferiscono che gli effetti terapeutici si estendevano anche ai dolori alle ossa e ad alleviare altri malanni tra cui i danni provocati dal morso di un insetto particolare che sembra procurasse notevoli disturbi.
Nell’atrio dei pozzi venivano collocati bronzetti e navicelle, interpretati come ex-voto. A Serri è stata trovato il bronzetto che rappresenta una madre che ringrazia per la guarigione del figlio, a volte confusa con la “madre dell’ucciso” di Urzulei. A Matzanni il Lovisato dà notizia di ritrovamenti operati dai primi scavatori clandestini:quasi tutto è scomparso eccetto una ciotola di bronzo dorato, una moneta e il famoso bronzetto denominato Barbetta. L’intreccio tra religione, medicina,magia è praticamente inscindibile per i nuragici. L’origine dei malanni può essere d’origine divina o dovuta a cause misteriose, certamente note alla divinità che può intervenire in favore dei fedeli che utilizzano l’acqua sacra come mezzo per entrare in contatto con la divinità e ottenere benefici. Il culto delle acque sacre rivestiva una valenza profonda nel rapporto tra religione e vita sociale: se infatti l’acqua lustrale aveva il potere di guarire gli infermi aveva, per contro, anche quello di smascherare i colpevoli di vari delitti.
Questo avveniva col rito dell’ordalia, citata più volte dagli antichi scrittori latini e greci.
Il corso dell'anno accademico 2014/2015 si svolge nell'aula magna dell'Università di Quartu Sant'Elena, ogni martedì alle ore 17.00, in Viale Colombo 169.
Con la collaborazione dell'istituto, del videomaker Fabrizio Cannas e del docente, Pierluigi Montalbano, saranno offerte sul canale Youtube tutte le lezioni di archeologia previste nel programma. L'accesso è libero e gratuito.
I lettori sono invitati a proporre suggerimenti per migliorare la fruibilità o altre caratteristiche.
Se qualcuno fosse interessato a collaborare, ad esempio inserendo i sottotitoli in inglese, sarebbe il benvenuto. Per visionare le lezioni è sufficiente cliccare sui link sotto.16° Lezione: I Pozzi Sacri
15° Lezione: Le Capanne delle Riunioni
14° Lezione: Dai Nuraghi a Tholos all'urbanizzazione
13° Lezione: Le guerre dei Popoli del mare
12° Lezione: I micenei nel Mediterraneo
11° Lezione: La Civiltà Minoica e la talassocrazia
9° Lezione: I Nuraghi a Tholos
8° Lezione: Architetture funerarie, le Tombe di Giganti
7° Lezione: I nuraghi a corridoio e il Sistema Onnis
5° Lezione: Le Domus de Janas e il culto dei defunti
3° Lezione: Le prime civiltà del Mediterraneo
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