L'eclissi che nel 585 a.C. fermò la guerra turca fra Lidi e Medi
Traduzione di Isabel Giustiniani
Le eclissi di sole sono sempre state accolte con paura e male augurio dal
momento che la maggior parte dei popoli antichi vedevano nel re degli astri la
rappresentazione del potere degli dei, se non addirittura la rappresentazione
celeste di uno di essi. Il sole era considerato fonte di calore e di vita (e su questo punto in
particolare gli antichi non erano distanti dal vero) cosicché la sua improvvisa
scomparsa induceva il terrore più assoluto tra la gente, interpretando il fatto
come un segno di sventura, l'avvento del caos o il trionfo di qualche essere o
divinità malvagia, a seconda della cultura. I cinesi vedevano nell'eclissi l'azione
di un drago malvagio che mangiava il sole e per recuperarlo era necessario produrre
più rumore possibile, oltre alle preghiere e i sacrifici, per spaventare il
mostro e salvare così la stella. È notevole che, nonostante la cultura
astronomica posseduta da queste persone, l'idea del cielo fosse ancora legata a
concezioni religiose o mistiche. Si trattava in realtà più di astrologia, in
quanto le stelle erano
osservate per trarne segni e indicazioni riguardo al futuro, così come presagi divini.
osservate per trarne segni e indicazioni riguardo al futuro, così come presagi divini.
Facciamo un po' di storia. I Medi erano originari della pianura iraniana, con capitale a Ecbatana. Dopo aver trascorso secoli sotto la dominazione dell'Assiria (insieme con l'Egitto, la potenza assoluta dell'epoca) la situazione cambiò. Alleatisi con i Babilonesi, che desideravano anch'essi liberarsi dal giogo assiro, nonché altri popoli disposti a pareggiare i conti con i loro oppressori, finirono per annientare quella che fino ad un paio di anni prima era stata la potenza egemonica, in un sorprendente e improvviso cambiamento geostrategico culminato nel 612 a.C., quando gli eserciti Medi e Babilonesi risalirono il Tigri fino alla famosa capitale assira Ninive e la distrussero.
Sebbene il trattato tra le due potenze diede la maggior parte del territorio assiro a Babilonia, Media si assicurò il possesso di Harran, che serviva come punta di diamante per le ambizioni dei Medi: occupare l'Anatolia (attuale Turchia) e spostarsi verso ovest, cioè in direzione della Grecia. Nel 590 AC iniziava l'invasione guidata dal re Ciassare, incontrando presto un rivale inaspettato che diventava l'ultimo ostacolo tra loro e l'Occidente: la Lidia.
Anche se relativamente
piccolo, questo un regno ricco e potente con capitale Sardi, si trovava in
conflitto continuo con le città greche dell'Asia Minore, e aveva stretto la
maggior parte di esse sotto il suo controllo, con l'eccezione di Mileto.
Essendo in conflitto anche con i Cimmeri, durante la campagna del re
Alayattes la citta cimmera di Gordio veniva conquistata e i confini dei Lidi
spostati fino al fiume Halys, dove nel frattempo erano giunti anche i Medi nella
loro progressione verso occidente. La guerra tra le due potenze era ormai un
dato di fatto.
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Seguirono cinque anni di
scontri feroci che favorirono ora l'uno ora l'altro dei contendenti a seconda
del momento, fino a quando nel 585 a.C. la storia cambiò nel modo più
inaspettato, come confermato da Erodoto di Alicarnasso (485-420 a.C.) in varie
citazioni:
“Ebbe luogo una guerra fra i
Lidi e i Medi durata cinque anni, in cui molte volte i Medi sconfissero i Lidi
e molte volte i Lidi sconfissero i Medi. Ci fu anche una battaglia condotta di
notte: essi, che proseguivano la guerra in condizioni di parità, iniziando il
sesto anno di combattimenti, si vennero a trovare che il giorno mutò
improvvisamente in notte e arrestarono la battaglia. Talete di Mileto aveva
predetto agli Ioni che ciò sarebbe accaduto, prevedendo come termine l'anno in
cui la variazione è avvenuta davvero. I Lidi e i Medi, quando videro farsi
notte anziché giorno, conclusero la battaglia e soprattutto si affrettarono a
fare la pace tra di loro”.
Altri parlano del re medo Ciassare come “Colui che lottò contro i Lidi quando il giorno divenne notte mentre combattevano, cui si era unita tutta la parte asiatica al di là del fiume Halys.”
Entra a questo punto un terzo elemento: astronomo, matematico, ingegnere e statista, Talete di Mileto fu uno dei grandi pensatori greci. Platone racconta l'aneddoto in cui Talete era talmente assorto nell'osservare le stelle che finì per cadere in un pozzo. Probabilmente questa non è più di una leggenda per descrivere quanto lo studioso fosse focalizzato nell'approfondire i campi del sapere, tanto da dimenticare la vita mondana. Al servizio del regno di Lidia, ha dato molto da pensare se in verità sia arrivato a prevedere in forma scientifica l'eclissi.
Plinio, lo storico romano del I secolo DC, cita nei suoi scritti questo evento: “La scoperta originale (della causa delle eclissi) fu realizzata in Grecia da Talete di Mileto, che nel quarto anno della 48a Olimpiade (anno 585-4 a.C. ) predisse l'eclissi solare verificatasi durante il regno di Aliatte, nell'anno 170 dopo la fondazione di Roma (anno 584-3 a.C.)”.
Altri parlano del re medo Ciassare come “Colui che lottò contro i Lidi quando il giorno divenne notte mentre combattevano, cui si era unita tutta la parte asiatica al di là del fiume Halys.”
Entra a questo punto un terzo elemento: astronomo, matematico, ingegnere e statista, Talete di Mileto fu uno dei grandi pensatori greci. Platone racconta l'aneddoto in cui Talete era talmente assorto nell'osservare le stelle che finì per cadere in un pozzo. Probabilmente questa non è più di una leggenda per descrivere quanto lo studioso fosse focalizzato nell'approfondire i campi del sapere, tanto da dimenticare la vita mondana. Al servizio del regno di Lidia, ha dato molto da pensare se in verità sia arrivato a prevedere in forma scientifica l'eclissi.
Plinio, lo storico romano del I secolo DC, cita nei suoi scritti questo evento: “La scoperta originale (della causa delle eclissi) fu realizzata in Grecia da Talete di Mileto, che nel quarto anno della 48a Olimpiade (anno 585-4 a.C. ) predisse l'eclissi solare verificatasi durante il regno di Aliatte, nell'anno 170 dopo la fondazione di Roma (anno 584-3 a.C.)”.
Sapeva Talete che stava per verificarsi una eclissi?
Gli astronomi babilonesi tenevano registrazioni astronomiche che andavano indietro di centinaia di anni, per cui studiarle a fondo avrebbe permesso di indovinare una certa “regolarità” in questi fenomeni cosmici e, pertanto, predirli. Forse ricevette la predizione dai Babilonesi stessi o potrebbe aver tratto la medesima conclusione sulla base delle registrazioni di questi cicli regolari e che permettono di sapere quando accadono. Sicuramente indovinò correttamente l'anno in cui il fenomeno si sarebbe ripetuto, anche se non poteva conoscere l'ora esatta o il luogo (la sua conoscenza non arrivava a tanto), e questo, ancora una volta, è riprova dello splendore della fiamma della saggezza che illuminò la Grecia classica.
Gli astronomi babilonesi tenevano registrazioni astronomiche che andavano indietro di centinaia di anni, per cui studiarle a fondo avrebbe permesso di indovinare una certa “regolarità” in questi fenomeni cosmici e, pertanto, predirli. Forse ricevette la predizione dai Babilonesi stessi o potrebbe aver tratto la medesima conclusione sulla base delle registrazioni di questi cicli regolari e che permettono di sapere quando accadono. Sicuramente indovinò correttamente l'anno in cui il fenomeno si sarebbe ripetuto, anche se non poteva conoscere l'ora esatta o il luogo (la sua conoscenza non arrivava a tanto), e questo, ancora una volta, è riprova dello splendore della fiamma della saggezza che illuminò la Grecia classica.
Ma niente di questo fu una scintilla di luce in un mare di
oscurità: per i Medi e i Lidi, a partire dai soldati fino ai loro comandanti
e governanti, il “giorno che è diventato notte” fu un segno divino. La superstizione ereditata dai secoli
addietro, l'idea catastrofica di questi fenomeni come pure l'interpretazione
mistica e religiosa data, ebbero il loro effetto su entrambi i popoli.
Rapidamente si terminò la guerra e venne firmato un trattato di pace tra le due
potenze. Paradossalmente, se si fosse imposta la visione di Talete che l'eclissi
non era altro che un fenomeno astronomico prevedibile e non un segno degli dei,
la guerra sarebbe continuata, lasciando una scia di morte e distruzione che
forse avrebbe inghiottito la stessa Grecia, culla della conoscenza.
Quel giorno, in un luogo della attuale Turchia, l'oscurità del cielo e della mente fermarono una guerra.
Fonte: www.diariodecuyo.com.ar
Pubblicato da http://www.isabelgiustiniani.com/
Quel giorno, in un luogo della attuale Turchia, l'oscurità del cielo e della mente fermarono una guerra.
Fonte: www.diariodecuyo.com.ar
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Si trattò di eclissi parziale di sole. Iniziò alle 06:29 e terminò alle 07:59 del 18 maggio 584 a.c.
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