Il video della fusione cliccando direttamente sull'immagine sopra, o su questo link:
https://www.youtube.com/watch?v=2b0crnZ502w&feature=youtu.be
L’archeologia
sperimentale si occupa di verificare ipotesi formulate su aspetti pratici delle
società umane scomparse. Si prendono in considerazione gli aspetti relativi
alla costruzione di abitazioni, di fortificazioni e di mezzi di trasporto, alla
produzione, alla raccolta e alla conservazione del cibo, alla fabbricazione e
all'utilizzazione di strumenti, alla creazione di arti figurative e
musicali. I più antichi esperimenti si svolsero in conseguenza delle scoperte,
avvenute intorno al 1835 in Scandinavia e nelle isole britanniche, di alcuni
straordinari strumenti musicali metallici dell'età del Bronzo. Alla fine
dell'Ottocento, A.H. Pitt-Rivers fu il primo ricercatore a utilizzare antichi
attrezzi agricoli per dissodare il terreno e a registrare gli effetti
dell'erosione e dell'interramento sui fossati che aveva aperto durante i suoi
lavori di scavo. Tuttavia è solo dagli anni Sessanta che l'archeologia
sperimentale si è sviluppata trovando le sue basi nello studio e
nell'interpretazione di un largo ventaglio di eventi umani che possono avere
lasciato tracce tangibili durante il loro svolgersi (agricoltura, taglio delle foreste,
architettura domestica, procedimenti industriali, ecc.).
La sperimentazione
archeologica è un insieme di tecniche specifiche adattate a problemi
particolari, così la fabbricazione di strumenti in selce diviene una semplice
tecnica, ma l'analisi della dispersione delle schegge di lavorazione ottenute
dalla fabbricazione costituisce un'applicazione che potrà fornire elementi di
comparazione utili per l'archeologo. L'archeologia sperimentale costituisce un
metodo per affinare l'interpretazione: se il ragionamento archeologico normale
è quello di fornire una spiegazione a partire da dati reali ricavati da uno
scavo, la sperimentazione consiste nel verificare tale interpretazione ed
eventualmente cambiare l'ipotesi di partenza.
Un aiuto fondamentale all'archeologia sperimentale proviene dall'utilizzazione dei moderni mezzi informatici in grado di gestire grandi quantità di dati. Oggi si può anche ricostruire artificialmente un sito se lo scavo ha fornito dati a sufficienza. Tutte le sperimentazioni archeologiche seguono un processo che prevede una sequenza costituita da problema → idea → procedimento → risultato →valutazione; all'interno di questa sequenza è necessario stabilire regole procedurali. Le principali fra queste regole sono state riassunte da J. Coles (1981) come segue.
Un aiuto fondamentale all'archeologia sperimentale proviene dall'utilizzazione dei moderni mezzi informatici in grado di gestire grandi quantità di dati. Oggi si può anche ricostruire artificialmente un sito se lo scavo ha fornito dati a sufficienza. Tutte le sperimentazioni archeologiche seguono un processo che prevede una sequenza costituita da problema → idea → procedimento → risultato →valutazione; all'interno di questa sequenza è necessario stabilire regole procedurali. Le principali fra queste regole sono state riassunte da J. Coles (1981) come segue.
1) I materiali utilizzati
dovrebbero essere quelli che si pensa siano stati in quel luogo a disposizione
della società antica che ha prodotto il problema da analizzare.
2) I metodi usati
nell'esperimento per riprodurre materiali antichi non dovrebbero andare al di
là di quelli che si presume fossero nell'ambito delle competenze della società
antica pur se, talvolta, il lavoro di sperimentazione viene condotto con
strumenti primitivi manipolati in modo inesperto e perciò inefficiente,
riducendo così il valore del lavoro sperimentale; da qui la necessità di una
certa pratica prima di ottenere prove soddisfacenti.
3) La moderna tecnologia non
dovrebbe interferire con i risultati sperimentali, ad esempio, l'uso di una
macchina per rimuovere la terra, per costruire argini e per scavare fossati può
influire sugli esiti negativamente, rendendo compatto il terreno e danneggiando
i lati del fossato, così come un trattore che traina copie di aratri antichi non
può in alcun modo sostituire un paio di buoi ammaestrati.
4)
La finalità dell'esperimento andrebbe decisa prima di iniziare il lavoro.
5)
Gli esperimenti andrebbero eseguiti ove possibile ripetutamente, ciascuno
basato sui risultati di quello precedente.
6)
Sarebbe opportuno utilizzare una varietà di metodi, se possibile, per garantire
una gamma di diverse soluzioni e impedire la cieca accettazione del risultato
definitivo. Per indurire scudi di cuoio furono utilizzati numerosi metodi e si
sono potuti così paragonare e valutare i vari risultati.
7)
Non si devono mai presumere o affermare certezze assolute. Anche se è possibile
far navigare una barca di tipo antico attraverso l'Atlantico, il fatto che
questo avvenisse veramente nei tempi remoti è lungi dall'essere provato.
8)
Infine, l'esperimento andrà valutato in ragione dell'attendibilità. Nella
lavorazione di lamine di metallo, ad esempio, l'uso del rame invece del bronzo
può influenzare un risultato. È possibile produrre quindici note musicali, o suoni
diversi, con un corno preistorico, ma non è possibile dedurne che il paesaggio
della Danimarca nell'800 a.C. circa risuonasse delle molteplici note di questi
splendidi strumenti.
Come
per il legno, data la deperibilità dei materiali, dell'uso di cuoio, di pelli e
di tessuti durante la preistoria sono rimaste pochissime tracce. In questo
campo sono state condotte sperimentazioni nell'ambito dell'acquisizione delle
pelli, della loro conciatura e della loro essiccatura, ma anche sulle tecniche
di costruzione e sull'efficienza dei telai. Riguardo alla produzione del cibo,
gli esperimenti nel campo del disboscamento sono andati da semplici studi
funzionali, dedicati ad esempio alla verifica dell'efficienza delle asce di
pietra, a sequenze di lavoro relative non solo al disboscamento, ma anche alla
conseguente coltivazione. Alcuni di questi esperimenti sono collegati a
ricerche sul polline e ad altri argomenti di carattere botanico. Nel campo
dell'agricoltura, la sperimentazione su piccole superfici caratteristiche può
tentare di verificare il successo e la produttività delle tecniche attestate
dalle testimonianze in funzione delle variabili geografiche e geologiche
selezionate. Anche la preparazione del cibo, la macinatura dei cereali, la
cottura della carne, sono state oggetto di molte ricerche sperimentali, rivolte
ad esempio alla determinazione dei cereali rinvenuti negli scavi e deformati
dagli effetti della cottura. Buona parte di questo tipo di sperimentazione è
stata dedicata alle tecniche di macinatura, utilizzando copie di macine e di
macinelli di varie forme: sono stati effettuati confronti sull'efficienza di
diverse morfologie di macine e anche sui tipi di grano utilizzati. Sono stati
altresì condotti molti esperimenti relativi alla cottura degli alimenti, mentre
ben poco si conosce circa le abitudini alimentari delle popolazioni
preistoriche, anche se, in base a ritrovamenti di cibo conservato nello stomaco
di individui mummificati risalenti all'età del Ferro rinvenuti nelle torbiere
dell'Europa settentrionale, sono state elaborate zuppe, studiandone la composizione
e i valori nutritivi.
L'archeologia sperimentale deve essere considerata come
generatrice di ipotesi, piuttosto che un mezzo di dimostrazione; essa fornisce
uno strumento attraverso il quale è possibile valutare nel loro sviluppo e
significato alcune delle attività economiche fondamentali dell'uomo antico, in
primo luogo quelle che riguardano la sussistenza e la tecnologia. L'archeologia
sperimentale contribuisce inoltre ad arricchire ogni indagine sul passato,
fornendo consuetudine con ogni tipo di cultura materiale e mettendo in luce una
gamma di possibili soluzioni a problemi di interpretazione archeologica.
Nelle immagini e nel video, la preparazione di un bronzetto eseguita dal maestro Andrea Loddo di Lanusei, presidente dell'Associazione "Sulle tracce di Dan".
Nessun commento:
Posta un commento