di Pierluigi Montalbano
La monetazione appare in
Sardegna nel IV a.C., ma fin dalla metà del II Millennio a.C. il rame, sotto
forma di lingotti ox-hide, ossia a forma di pelle di bue, rappresentava
l’elemento più utilizzato per pagare. In Sardegna gli archeologi hanno portato
alla luce dei tesoretti costituiti da lingotti o panelle in rame, conservati in
luoghi denominati ripostigli. Gli oggetti in bronzo, spesso ritrovati nei
templi a pozzo, sono realizzati con la lega fra rame e stagno e il loro valore non
era legato solo all’aspetto estetico. Questi manufatti sono pregiati anche dal
punto di vista del peso. In alcune tombe sarde e siciliane, cronologicamente
inquadrabili al 550 a.C., sono stati rinvenuti numerosi orecchini in argento a
canestrello. Nell’area orientale, l’argento era il metallo di riferimento e
l’unità di misura era lo shekel, il siclo, che corrispondeva a 7.2 grammi.
Cartagine coniò le prime
monete in argento dopo il 500 a.C. per esigenze militari, e a seguire troviamo
monete coniate in Sicilia. Durante le guerre che coinvolgevano Siracusa, erano
utilizzati mercenari provenienti dal mondo greco, pertanto la forma di
pagamento era in dracme d’argento emesse dalla madrepatria. E’ per questo
motivo che le prime monete coniate da Cartagine hanno l’aspetto di quelle
siracusane. In Sardegna non abbiamo monete d’argento attribuibili a una zecca
isolana, e le prime monete sono in bronzo di piccolo diametro e notevole
spessore. Le prime monete coniate nell’isola appartengono a sette serie. Il
conio avveniva confezionando dischetti di bronzo (per fusione) dell’unità di
peso nominale. Le monete erano collocate su una base in ferro, sulla cui
sommità era incisa una delle facce. L’altra faccia era su un martello destinato
a percuotere, incidendola, la moneta. Sul dritto, dalla prima alla sesta serie,
compare il profilo della dea Kore, mentre nella settima c’è un personaggio
giovane. Sul rovescio, invece, nella prima serie c’è la testa di un cavallo,
che compare a figura intera nella seconda, terza e quarta serie. Nella quinta
ci sono tre spighe di grano, mentre nella sesta e settima compare un toro.
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Marco Piga scrive:
RispondiEliminaquando Cartagine decise di adottare in occidente l'unità ponderale dello shekel di tipo fenicio che sostituì il sistema euboico-attico della didracma, finora utilizzato da Cartagine soprattutto in Sicilia, siamo alla fine del IV-inizi III secolo a.C. e pesava intorno ai 7,5 grammi.
Direi che la frase"Durante le guerre che coinvolgevano Siracusa, erano utilizzati mercenari provenienti dal mondo greco" è vera soprattutto per il periodo ellenistico.
RispondiEliminaCordiali saluti