lunedì 25 agosto 2014

Da un collezionista trovato un tesoro archeologico trafugato con il metal detector in una necropoli

A casa di un collezionista trovato un tesoro archeologico trafugato con un metal detector nella necropoli di Spina.

La guardia di finanza ha trovato a casa di un cittadino di Ferrara più di 300 monete di epoca romana fra le quali un denario del 90 a.C. raffigurante Lucio Pisone. Una collezione di monete da far impallidire Dionigi di Alicarnasso. Chissà come avrebbe descritto lo storico greco, che immaginava Spina fondata dagli Argonauti, le meraviglie che due millenni dopo le divise della guardia di Finanza hanno scoperto in un salotto privato di un ferrarese. Per le fiamme gialle di Ferrara la descrizione si appoggia semplicemente al dettato del codice penale: ricettazione di beni archeologici. Dove l’oggetto dell’ipotesi di reato sono oltre 300 monete di epoca romana.
È partito tutto da un semplice controllo in località Valle Pega, nelle vicinanze della necropoli di Spina, antico porto sull’Adriatico e oggi sito archeologico ricco di oltre 4.000 tombe etrusche e reperti successivi dei conquistatori romani. Qui una pattuglia della Finanza ha notato un uomo aggirarsi con un metal detector tra gli scavi. Un bastone da passeggio quantomeno inusuale, che non poteva non attirare le attenzioni dei militari. Questi lo hanno fermato per un controllo una volta che l’uomo, un ferrarese di 50 anni, era salito in auto. Con sé aveva una moneta antica. Un motivo sufficiente per estendere la perquisizione all’abitazione del cinquantenne, in provincia di Ferrara.

E qui davanti agli occhi attoniti dei finanzieri si è aperto un arsenale di preziosi reperti antichi. In tutto 311 pezzi, in gran parte monete e monili, di rilevante interesse archeologico. Il fiore all’occhiello di questo tomb raider post litteram era un denario d’argento datato 90 a.c. raffigurante Lucio Pisone, politico romano dell’età repubblicana, mentre altre due monete sempre d’argento risalgono all’87 e 76 a.c. Molte di più le monete di bronzo che, dal primo imperatore di Roma, tocca quasi tutta la storia dal 1 a.c. al 4 secolo d.c. Tutti potenzialmente appetibili sul mercato nero.
“Abbastanza per far catalogare quella collezione come un crimine contro la conoscenza”.
Sono le parole del comandante della Guardia di finanza di Ferrara Sergio Lancerin davanti al maxi sequestro operato dai suoi uomini. “L’indagato aveva la precisa volontà di andare a caccia di reperti archeologici – aggiunge l’archeologo Mario Cesarano, incaricato come consulente tecnico per la prima perizia degli oggetti rinvenuti – perché ha selezionato materiali autentici e antichi, dimostrando la conoscenza dei siti e una certa competenza nella ricerca e nella selezione a monte”.

Ora questa “scoperta sensazionale”, come la definisce Marco Edoardo Minoja, soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, andrà ad arricchire, dopo l’iter burocratico per poter ricevere in custodia il materiale, il Museo Archeologico nazionale di Spina, a Ferrara.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, articolo di Marco Zavagli.

A margine di questo articolo, vorrei fare una mia personale considerazione. Premesso che vi è una sacrosanta legge che attribuisce allo Stato la proprietà di tutto ciò che sta sotto terra (e dunque il signore ha commesso un reato e va punito), c’è da osservare che i tombaroli generalmente agiscono per profitto, non tengono le monete e i monili dentro teche di cristallo ma ben nascosti in attesa di venderli. Inoltre il denario di Pisone non credo valga più di 100 euro. Riguardo alla monetazione romana di bronzo ha valori molto bassi (20/30 euro) a parte rare eccezioni. Tuttavia, le antichità non sono tali per la loro età o la loro bellezza intrinseca ma per il loro valore storico e culturale, atto a ricostruire la storia dei popoli.


2 commenti:

  1. Sono d'accordo col commento di cui sopra. Le forze dell'ordine tendono sempre a sopravvalutare i valori per dare visibilità mediatica al loro operato, alterando così la vera portata dell'azione di prevenzione e repressione, cosa che spesso diventa millantato credito. Nei fatti, la "collezione" di questo metallaro ha poco valore sia venale che scientifico, checchè ne dica Minoja, che farebbe bene a controllare e far controllare ( se magari lo stato gli desse i fondi necessari) il suo vasto territorio di competenza (Emilia Romagna e Sardegna) dove ci sono scempi e distruzioni di ben più vasta portata che qualche moneta di bronzo, poche cianfrusaglie metalliche e solo 3 denarii d'argento di valore abbastanza esiguo!

    RispondiElimina
  2. Condivido anche io quanto sopra, e vorrei aggiungere che non bisogna confondere TOMBAROLI (che vanno a deturpare tombe e siti non ancora scoperti) con dei semplici SPAZZOLATORI di campi (gente che come passatempo va alla ricerca di oggetti di ogni genere ed epoca) i primi sono criminali e vanno condannati, ma i secondi non deturpano nulla, essi infatti vanno su campi arati dove eventuali tombe sono già state DISTRUTTE dai trattori, ed anche se qualche volta trovano qualche moneta antica, non fanno nulla di male in quanto nessun archeologo andrebbe su un campo con solchi alti mezzo metro a cercare briciole di antichità! per come la vedo io se non venissero trovati, gli oggetti di ogni tipo sepolti sui campi coltivati andrebbero distrutti e persi per sempre!! Ovvio che se viene ritrovato qualcosa di enorme interesse storico Va denunciato subito alle autorità competenti.
    Il poveretto dell'articolo non è di certo un tombarolo e francamente il suo bottino (se così lo vogliamo chiamare) non mi sembra niente di eccezionale!!

    RispondiElimina