I precursori della civiltà Europea e la ruota
di Franco Sarbia
Per nostra buona sorte i
predecessori della cultura europea avevano orizzonti più ampli di visioni
localistiche limitate nello spazio e nel tempo. Secondo il filologo Giovanni
Semerano - dell’opera del quale conosco il rigore scientifico - ritroviamo
l’idronimo Ebro (Iber) anche nell’affluente della Morava Ibar, nell’Ucraino Ibr
e in altri ambiti non Iberici. Hibernus, Ἴβηρ, l’Ebro, come il nome antico del
fiume Maritza, Hebrus, Ἧβρος, fiume principale della Tracia sulle cui rive
Orfeo fu lacerato dalle baccanti, come il nome “Hebrides” delle Western
Islands, con il mare delle Ebridi, il braccio di mare dell’Atlantico; deriva
dalla stessa base che indica passaggio da una riva all’altra, così “Hiberia” è
la terra di là dallo stretto; tale base corrisponde ad accadico ebēru, ḫabāru
(to cross: water, to extend beyond), eber nāri (di là dal fiume, far bank,
Beyond the River: Euphrates), ebar (beyond), eberru (travelling across).
La storia scritta inizia con i
primi documenti sumerici della fine del quarto millennio proprio in
corrispondenza con le prime testimonianze scritte sul carro, nella città Sumera
di Ur attorno al 3000 a.C. L’epopea di Sargon sarebbe iniziata settecento anni
dopo. La prima sepoltura scita con carro a due ruote è del I Millenio a.C.
Sicché non abbiamo bisogno d’inventarci altri successivi inventori della ruota
e del carro. Con i primi tentativi di fissare alla slitta i rulli, normalmente
utilizzati per favorirne lo scorrimento, restringendone la parte centrale a
forma di asse per facilitarne la rotazione negli anelli di legno sotto i
pattini, si giunge a un veicolo che, in assenza di strade carrabili, per molto
tempo supererà la slitta solo nella steppa desertica dove questa continua a
incagliarsi negli arbusti. Subito dopo, infatti, lo troviamo diffuso nelle
steppe dell’altopiano persiano e da lì nella valle dell’Indo. L'etimologia
della parola Carro segue la sua storia. La voce latina originaria non è carrus
bensì “currus” cocchio, carro trionfale. currus è dal sumerico guru gurru
(tras)portare: mentre currō (corro), il verbo latino con esso incrociato, è
dalla diversa radice gur, correre serpeggiare (La ritroviamo in toponimi che
richiamano vie serpeggianti nella foresta come Garonne o Groane), accadico
qarāru, e ḫarrānu, carovana, strada, percorso, viaggio. Sull'uso
preferenziale di Currus invece di Carrus, dei parlanti latini, troviamo
nell'"Agricola" di Tacito (dopo il 100 dC): «Ac saepe vagi
"currus", exterriti sine rectoribus equi». (Spesso i carri vaganti, e
i destrieri atterriti senza guida). Carrus invece è la voce gallica
latinizzata carros, carro da trasporto, la troviamo autonomamente attestata anche
nell’Irlandese carr come nell’antico alto tedesco karro, ha come antecedente
comune l’accadico ḫarû, parte del carro e garru, recipiente che prende poi il
senso finale di carro, vagone e ruota, con l’accadico ma-garru.
La parola ruota potrebbe
essere di origine celtica in quanto il
latino ha la sua parola "rota-ae", rotundus (rotondo), ma ugualmente
hanno: il lituano, rātas; l'antibo alto tedesco, rad; l'irlandese,
roth; l'antico irlandese, rethid; il sanscrito, ráthaḥ; l'avestico, raѳo; il
gallico, rhôd; il semítico, rdī; l'accadico, redû, l'assiro, radā’u. Tutte
queste parole che condividono la stessa radice, molte delle quali documentate
prima dei celti, derivano dal celtico.
Gentile sig. Sarbia,
RispondiEliminami dispiace contraddirla. Gli europei si son fatti in gran parte da soli senza ricorso alla benedizione linguistica di sumeri e accadici. Talora ci sono delle sorprendenti affinità , specie lessicali, e qualche parola è sicurmanete giunta da quelle sponde attraverso l'agricoltura, ma riguardo altre tecniche no. Così Lei "spaccia" una lontana radice *gurr- che sarebbe alla base del lat. currus 'carro', ignorando evidentemente che sia celtico carros che latino currus vanno col germanico hross, hros, da cui deriva il ben conosciuto inglese horse 'cavallo', e il greco epicouros 'che corre verso, aiutante', tutte forme che richiedono una base *kors- o *krs, che non collima affatto colla sua. Sia in celtico che in latino l'assimalazione -rs- > -rr. è un fenomeno assai ben riconosciuto per altre parole, e l'Aat karro è un palese prestito latino. Dunque cerchi di rifarsi ad altri fonti, il Semerano, come da una limpida critica su Wikipedia sulla sua figura, NON è una fonte attendibile, e se ha pur detto delle cose intelligenti e stimolanti, non è affatto detto che queste siano scientificamente comprovate. Anzi talora in mezzo ci sono delle "belinate" belle e buone.
a.areddu