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giovedì 17 ottobre 2013
Archeologia. Scavi di Cuma, spunta una cucina di 3000 anni fa
Scavi di Cuma, spunta una cucina di 3000 anni fa
di Gabriele Scarpa
A margine dell'articolo, vorrei segnalare che Cuma è uno dei luoghi in cui si rifugiarono i capi nuragici cacciati dalla Sardegna nel IX a.C. quando si smise di costruire torri e si passò al sistema urbanistico con l'edificazione delle capanne delle assemblee. Il materiale trovato a Cuma è vasellame in stile geometrico, proprio quello del periodo nuragico delle statue di Monte Prama. C'è da riflettere. Vuoi vedere che anche a Napoli, oltre a Roma e nelle coste tosco-laziali etrusche, c'è lo zampino dei nuragici?(P.Montalbano)
Uno scavo porta alla luce, nell’area della città romana di Napoli, tracce del primo insediamento greco risalente all’VIII a. C.
I focolari e i vasi domestici adoperati per cucinare, mangiare ed anche per brindare nel rituale del “simposio”. Cuma, la più antica colonia greca d’Occidente, svela grazie ad uno straordinario scavo, le abitudini quotidiane e alimentari di una popolazione che fu dedita all’agricoltura ma apprezzava anche la carne di cervo e il pescato, e che usava come pentola gusci di tartaruga.
Sotto l’egida della Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, lo scavo si sta svolgendo nell’area del Parco archeologico di Cuma, nella città bassa, più in particolare, nel settore compreso tra il Foro e le mura settentrionali della parte antica, settore interessato da una continuità abitativa nel tempo dalla fondazione della colonia greca fino all’abbandono della città romana all’inizio del medioevo. Proprio sotto l’insediamento romano, in appena 3,50 metri di profondità, sono emersi i resti di circa 3000 anni fa, tra i quali un ambiente adoperato come cucina che conserva una sequenza di focolari: il più antico presenta un piano refrattario realizzato con frammenti ceramici in stile geometrico del 720 a.C.
Ciò che resta delle abitazioni di quel gruppo di greci che, avventurandosi in Italia meridionale alla metà dell’VIII a.C., segnò la storia dell’Occidente, soprattutto grazie all’introduzione dell’alfabeto che sarebbe divenuto il più adoperato dai latini. Un vero e proprio spaccato della storia dell'antico insediamento: un quartiere centrale con strade e abitazioni che mostrano utensili e vasellame domestico. Si tratta di uno spaccato delle trasformazioni nel modo di vivere e nella cultura materiale dalla città greca a quella romana. Lo scavo, diretto da Matteo D’Acunto, si svolge come cantiere-scuola: “Stiamo lavorando – sottolinea D’Acunto – con il pieno coinvolgimento di una ventina di collaboratori, tra assegnisti, specialisti, laureati e laureandi al monumentale progetto di pubblicazione scientifica del complesso che, per primo nella storia della ricerca a Cuma, offrirà un panorama diacronico di tutta la sua vita”.
Lo scavo dell'Università Orientale di Napoli sta mettendo in luce un vero e proprio palinsesto di tutta la storia della città antica, in particolare della sua quotidianità: un quartiere centrale della città con le sue strade e le abitazioni che restituiscono gli utensili e il vasellame domestico. Si tratta di un vero e proprio spaccato delle trasformazioni nel modo e di vivere e nella cultura materiale dalla città greca a quella romana.
Lo scavo si svolge come cantiere scuola che prevede la partecipazione di oltre 100 studenti dell'Orientale e di altre università italiane e straniere: gli studenti, partecipando in prima persona alle procedure di scavo, documentazione e interpretazione, attraverso la scuola sul terreno, apprendono le tecniche di lavoro sul campo, premessa per un futuro lavorativo nel campo dell'archeologia e dei Beni culturali.
Per la fruizione del sito archeologico da parte dei turisti, è prevista, grazie agli scavi dell'Orientale, la congiunzione del percorso di visita del Foro con le mura settentrionali della città antica, grazie alla messa in luce di un intero sistema viario antico e del relativo quartiere occupato dalle abitazioni romane. Si tratta, dunque, di uno snodo essenziale per consentire al visitatore un percorso completo attraverso la città greco-romana, percorrendone le strade e visitandone le abitazioni.
A proposito della nota su CUMA:
RispondiEliminaDiodoro : I Tespiadi , signori dell’Isola per molte generazioni , furono scacciati alla fine , si rifugiarono in Italia e si stabilirono a Cuma.
Strabone ci ricorda che i Greci di Iolao abitarono insieme ai barbari che abitavano la Sardegna. COSTORO ERANO DEI TIRRENI. Turrhnoi ...e da quest’ultimi furono buttati fuori dopo molte generazioni.
Anno 474: Gerone ( era morto il fratello Gelone ) intercetta e sbaraglia la flotta Tyrsena.... a Cuma. I Siracusani si installarono ad Ischia, da lì mossero contro le città etrusche (tirrene) della Campania (dove si seguita a trovare molto materiale nuragico e si è trovato un trattato tra i Sardi e i Sibariti)
Rolando
Grazie Rolando, il tuo intervento è puntuale come sempre.
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