giovedì 12 settembre 2013

Olympia, elmi in bronzo conservati nel Museo Archeologico

Olympia, elmi in bronzo conservati nel Museo Archeologico

Gli elmi erano offerti in decima dai partecipanti ai giochi olimpici. Una delle vie principali di Olimpia era fiancheggiata da dodici thesauroi, i templi votivi al cui interno venivano custoditi i tesori delle città che partecipavano ai giochi; vi era inoltre un edificio circolare, il Philippeion, eretto nel IV secolo a.C. in onore di Filippo II re di Macedonia.
I primi scavi effettuati nella città di Olimpia vennero eseguiti da un gruppo di archeologi francesi nel 1829, seguiti poi da un gruppo di tedeschi tra il 1875 ed il 1881, i quali evidenziarono l'esistenza delle piante di molti edifici. Durante gli scavi successivi vennero poi riportate alla luce - oltre alla famosa statua di Ermes col piccolo Dioniso, opera dello scultore Prassitele - diverse altre statue, altari, oggetti votivi in bronzo e in marmo.

Il tempio di Zeus ad Olimpia (città dell’Elide/Peloponneso, a ovest della capitale Pisa) è uno degli esempi più caratteristici dello stile dorico, che nel V secolo a.C. in Grecia aveva ormai raggiunto la piena maturità. La costruzione durò circa 15 anni, dal 472-471 al 456 a.C.; l’architetto Libon di Elide è citato da Pausania come ideatore del progetto.

Il tempio (i verbi sono al presente, ma ovviamente si riferiscono all’aspetto originario del tempio, del quale restano oggi in piedi solo rocchi di alcune colonne) periptero è formato da 6×13 colonne doriche, poggia su una crepidine alta circa 3 metri, i gradini sono davvero alti, l’ultimo misura 0,56 m; l’accesso sul lato principale avviene da una rampa posta centralmente. All’interno si hanno 2 colonne in antis sia nel pronao sia nell’opistodomo. Due file di 7 colonne doriche dividono la cella in tre navate.

L’edificio fu costruito in calcare, con rivestimenti in stucco dipinto di bianco, nero, blu e rosso (in particolare le colonne e i muri della cella erano bianchi; i gocciolatoi e i triglifi erano rossi e azzurri). Le tegole che coprivano il tetto erano in marmo e terminavano sui lati lunghi con protomi leonine; sempre in marmo (pario) sono i frontoni e le metope conservati al Museo di Olimpia.

Oltre alle 51 protomi leonine nelle gronde del tetto (che iniziarono ad essere sostituite già dal IV sec.) il complesso scultoreo del tempio è formato da:

Le 12 metope sui fregi del pronaos e dell’opistodomos con le fatiche di Ercole, eroe della stirpe dorica e fondatore dei giochi olimpici;
Le 21 statue del frontone occidentale;
Le 21 figure del frontone orientale.

Alcune di queste sculture avevano una decorazione policroma e un rivestimento in bronzo ormai perduta. Sia la decorazione delle metope che quella dei frontoni è comunemente attribuita al grande Maestro di Olimpia, le opere sono di altissima qualità inseribili tra le più alte testimonianze dello stile severo.

Foto sopra di Simone JollyDue Onofri
Le altre immagini sono di http://www.antika.it/005541_olimpia-tempio-di-zeus.html

4 commenti:

  1. Tra quei 165 elmi ce n'è qualcuno con le corna, per caso?

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  2. Con le corna no,ma al museo di cagliari ci sono 2 elmi esposti se non sbaglio,uguali a questi di olympia...

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  3. Il museo degli elmi è vero che è chiuso al pubblico? Grazie mille!

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