venerdì 28 giugno 2013

Perugia: Scoperto un ricchissimo tesoro archeologico etrusco nella casa di un imprenditore

Perugia: Scoperto un ricchissimo tesoro archeologico etrusco nella casa di un imprenditore
di Francesco Grignetti


Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha sequestrato 23 urne funerarie etrusche. Dopo due anni di indagini è stato individuato l’imprenditore edile che riforniva il mercato nero. Il ministro Bray afferma che le opere sono straordinarie e il loro valore è instimabile. Il tesoro archeologico, composto da migliaia di pezzi di squisita fattura e urne funerarie etrusche in travertino bianco, è stato trovato nel capannone assieme agli escavatori. I carabinieri del Comando Tutela patrimonio culturale, assistiti da un docente di archeologia dell’Università di Tor Vergata, e dai funzionari della Soprintendenza di Perugia, lo hanno localizzato dopo due anni di indagini iniziate a Roma, quando fu pizzicato un noto intermediario del mercato nero. In casa ha la fotografia di un sarcofago e una testina in travertino. E’ il cosiddetto provino, che chi vende opere trafugate mostra ai potenziali acquirenti per dimostrare di avere in mano il reperto che sta cercando di piazzare. Agli occhi dei carabinieri è una prova inconfutabile. Ma non sanno che la fattura è etrusca e che sul mercato nero di quei piccoli splendidi sarcofagi ce ne sono 23. Un aiuto cruciale arriva dal professor Gabriele Cifani, dell’università di Tor Vergata. Viene identificata la probabile area di trafugamento: l’Umbria etrusca.
Il business dell'imprenditore edile, archeologo per caso, iniziò dieci anni fa quando scoprì una ricchissima tomba etrusca alle porte di Perugia, la depredò, e da allora riforniva il mercato nero. Sono ben 23 le urne cinerarie recuperate, alcune con finiture in oro. Splendide.
Brillano gli occhi al ministro dei Beni culturali, Massimo Bray: “Oggi finalmente abbiamo una buona notizia e devo ringraziare i carabinieri. Solo grazie alla loro tenacia e dedizione si sono recuperate queste opere straordinarie".
Il generale Mariano Mossa, comandante dei carabinieri addetti alla Tutela del patrimonio culturale, afferma: "Probabilmente è il recupero più importante mai effettuato nel campo dell’archeologia etrusca”.



Un anno fa le indagini si trasferiscono a Perugia. Entra in attività anche la Soprintendenza. Raccontano i carabinieri: “Non è stato facile, abbiamo esaminato innumerevoli autorizzazioni edilizie, e alla fine siamo arrivati a un imprenditore edile. Era lui, come avremmo scoperto poi, che nel corso di uno sbancamento per costruire una villetta, era incappato in una tomba ipogea. L’escavatore distrusse una parete della tomba, danneggiando anche alcune urne. Ma anziché fermare i lavori e denunciare il ritrovamento, nascose il tutto e silenziosamente trafugò il tesoro. Sono in cinque, ora, i denunciati dalla procura di Perugia per ricerche illecite, impossessamento e ricettazione di beni culturali, e l’indagine non è finita.
Il ritrovamento emoziona gli archeologi. La tomba a ipogeo rinvia a una famiglia principesca di Perugia, i Cacni, una famiglia già nota perché si sono trovate iscrizioni in altre tombe tra Chiusi, Perugia, Orvieto, Volterra. Le urne sono databili dal IV al I secolo a.C. “E’ una scoperta di importanza clamorosa – racconta il direttore generale per le Antichità del ministero, Luigi Malnati – che ci aiuterà a ricostruire la storia di Perugia”. Un sarcofago, in particolare, ha attirato l’attenzione degli studiosi. E’ raffigurato un grifone, simbolo della città, che abbatte un guerriero dalle vesti celtiche. “Questa raffigurazione – dice ancora Malnati – rinvia alla famosa Battaglia delle Nazioni, del 295 a. C., quando i romani sconfissero la coalizione di sanniti, italiani e celti. Da allora gli etruschi diventano fedeli alleati di Roma. E dobbiamo pensare che questa famiglia principesca, i Cacni, abbiano favorito la romanizzazione, combattendo contro i galli. Con la raffigurazione del grifone vittorioso sui celti, è dimostrata la scelta di campo”.
A questo punto, però, il ministro Bray è convinto che siano maturi i tempi per una nuova legge che renda più pesanti le pene nei confronti di chi razzia il patrimonio culturale italiano. “Un traffico spesso collaterale e contiguo a quello della droga, al riciclaggio, e al terrorismo internazionale. L’inasprimento delle sanzioni risponde all’imperativo di colpire illeciti che offendono il patrimonio culturale e permetterebbe strumenti processuale e investigativi più incisivi (leggi: intercettazioni e acquisti simulati, ndr) rispetto a quelli attualmente utilizzabili”.

1 commento:

  1. il pronlema è che l'italia ha molto più di quello che riuscirebbe ad esporre nei musei. servono leggi serie che permettano ai cittadini di intraprendere ricerche e scavi ,e di acquisire pure possesso delle opere ritrovate ,previo restauro fatto da specialisti,micro marchiatura laser,catalogazione,e obbligo di esposizione anche itinerante. il ritovatore dovrebbe poter detenere o vendere previa autorizzazione e certificazione del nuovo possessore.le pene andrebbero inasprite per possesso non dichiarato,e dovrebbe essere data la possibilità a chi già detiene opere antiche di effettuare un condono, senza ricorrere in sanzioni. in questo modo si potrebbe censire molte opere occultate proprio a causa di una legislazione sbagliata che ha permesso forzatamente che si creassero dette dinamiche di predazione e occultamento.

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