L'astronomia al tempo dei nuraghi
Sassari - A che punto è lo stato delle ricerche in Archeoastronomia? A un anno dal primo congresso internazionale, gli studiosi di Aristeo e della Sat (Società astronomica turritana) si ritrovano nell'Aula Magna dell'Università di Sassari per illustrare gli ultimi dati raccolti e presentare le più recenti e affascinanti ipotesi sulla conoscenza del cielo da parte delle genti prenuragiche. Già in occasione del primo congresso, lo scorso dicembre, che aveva avuto il grande merito, tra l'altro, di portare l'archeoastronomia, per la prima volta, nell'Università, i ricercatori avevano rilevato che l'orientamento delle tombe neolitiche presenta ricorrenze non casuali che implicano l'adozione di un possibile criterio nell'orientamento degli impianti funerari realizzati dai sardi antichi. Da qui la supposizione, confortata da una serie di significativi riscontri, che i prenuragici avessero una certa confidenza con i fenomeni del cielo, nozioni funzionali alla conoscenza di un elementare calendario utile alle comunità di agricoltori e allevatori sparse nell'isola.Di questo e tanto altro si parlerà il 18 dicembre, nell'Aula Magna del Rettorato (piazza Università) in occasione del II congresso internazionale di archeoastronomia "La misura del tempo". Una giornata intera in cui una qualificata équipe di relatori si alternerà al microfono per illustrare lo stato della ricerca fin qui condotta. A partire dalle 10, dopo i saluti istituzionali del sindaco Gianfranco Ganau e dell'assessore alle Culture di Palazzo ducale, Dolores Lai, i lavori si articoleranno in due sessioni: una mattutina e l'altra pomeridiana. Ad aprire i lavori con lo stato della ricerca penserà Simonetta Castia, presidente del Circolo culturale Aristeo, che con la Società astronomica turritana organizza e promuove l'evento. A seguire, Gian Nicola Cabizza e Michele Forteleoni (Società astronomica turritana), con "La misura del tempo e il neolitico sardo"; Lavinia Foddai (Aristeo) fornirà, quindi, alcuni elementi per la lettura del complesso ipogeico della Valle del Riu Mulinu (Giave-Sassari) e Andrea Polcaro (Università di Perugia) parlerà degli orientamenti astronomici delle tombe e dei megaliti del Mediterraneo Orientale nel IV e nel III millennio a.C. Il convegno prosegue, alle 16, con la sessione pomeridiana. Apre Valentina Leonelli (coll. est. Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari e Nuoro), con le rappresentazioni del nuraghe, segue Roberto Sirigu (Casa museo domus de Maria) che proporrà una serie di osservazioni su un caso di diplopia archeologica, prosegue Elio Antonello (Osservatorio astronomico di Brera) con "Spica e il calendario di Esiodo" e chiude Mario Codebò (Centro ricerche di astronomia linguistica) con "Le montagne meridiane".
Il convegno – patrocinato da Regione Sardegna (assessorato alla Cultura); Comune di Sassari (assessorato alle Culture) e Università di Sassari - si avvale della collaborazione di: Soprintendenza archeologica di Sassari e Nuoro; Osservatorio astronomico di Brera – Milano; Società italiana di archeologia, Centro ricerche archeoastronomia linguistica – Genova; European association for astrology education – Garching; Associazione dei planetari italiani – Brescia; Associazione per l'insegnamento della fisica – Sassari.
Fonte: Sardies.org
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