martedì 13 novembre 2012

La vela Shardana e i triangolini

La vela Shardana e i triangolini
di Giovanni Boassa



Tutto inizia intorno al 1180 a.C. all’ombra della battaglia del delta del Nilo tra le navi del faraone Ramesse III e un gruppo di cosiddetti “popoli del mare” in coalizione. E’ una battaglia strana, come lo fu quella di Qadesh del 1278 a.C. (combattuta da Ramesse II), dal momento che ci viene tramandato dallo stesso faraone un resoconto di parte, propagandistico. Di conseguenza dobbiamo prendere tutto con le pinze prima di azzardare un’ipotesi o sostenerne un’altra.


Dal momento che i popoli del mare non avevano una perfetta conoscenza del delta del Nilo, le loro navi a chiglia profonda, adatte per navigare in alto mare, si incagliarono nei bassi fondali sabbiosi della foce e furono facile preda della navi egizie che rapidamente ebbero la meglio distruggendo i pur valorosi Shardana e le loro navi. Nel Tempio di Medinet Habu, lo stesso faraone fece istoriare l’evento ed è proprio su quello che noi possiamo ragionare. Esaminando attentamente il campo di battaglia, ciò che salta agli occhi, dopo aver individuato le navi egizie, le navi filistee e naturalmente le navi Shardana, è che tutte le imbarcazioni hanno le vele cazzate (un termine nautico che significa arrotolate) sul particolare boma ricurvo.


Ogni buon marinaio, conoscendo il mare, la navigazione e l’attrezzatura navale, arriva a una sola conclusione, la sola possibile a meno che non si stravolgano le regole: tutte le navi hanno le vele cazzate. Esistono solo due possibilità: sono tutte arenate (ma sappiamo che le navi egizie erano adatte a risalire i fiumi grazie alla chiglia piatta) oppure non c’è vento, e quindi le vele sono bellamente raccolte nel boma pronte a essere sciolte dalle DRIZZE ben in evidenza al primo soffio di vento. Un’altra prova evidente è che parecchie navi, per non dire tutte, vanno a scontrarsi a forza di remi. Con buona pace di chi sostiene che le navi Shardana non avessero remi né timone, si nota che queste, come le altre, hanno vela quadra, timone e remi, diversamente sarebbero andate incontro al suicidio.
Esaminiamo i particolari:
1-la nave a destra in basso dovrebbe essere una nave egizia. Ha venti remi, timone e vela raccolta, mentre sono in bella evidenza quattro DRIZZE che scendono dal boma cui sono legate con il nodo bandiera che al momento opportuno, con un leggero strappo, scioglierà la vela. E’ ben visibile anche la coffa su cui sta ritto un guerriero. Questa è stata scambiata per bussola da qualche inesperto autore che scrive di navigazione senza avere le competenze.


2- la nave in alto a destra dovrebbe essere una nave Shardana. Anche qui sono visibili la vela cazzata, le drizze, la coffa con un guerriero colpito da una freccia e ben sette remi lunghissimi (più lunghi della navicella) che autori o studiosi sprovveduti scambiano per frecce.
3- Al centro del pittogramma abbiamo evidenziato una nave Shardana, lasciando soltanto il minimo indispensabile per semplificarne la spiegazione e notiamo senza possibilità di errore: la vela cazzata, le drizze che pendono dal boma, il timone e la coffa.
4- Nella parte centrale a sinistra vediamo un’altra nave Shardana con guerrieri con l’elmo con le corna, la vela puntualmente cazzata e, ben visibili, anche i remi in stile egizio.
Ora ci restano da fare delle considerazioni che soltanto le persone dotate di un certo intelletto possono condividere senza cocciutamente intestardirsi a sostenere un’intuizione sbagliata, proponendo di aver inventato la vela shardana che poteva procedere senza vento, e che le stesse navi erano prive di timoni e remi. Ci preme puntualizzare che qualsiasi straccio sotteso in una barca, prende il vento, si gonfia e fa prendere velocità al mezzo. Inoltre, una barca senza remi ma con una vela e senza timone si può governare. (Occorre però essere un buon marinaio che conosce gli elementi, e non solo qualche spiaggia).


La seconda considerazione è che le navi Shardana avevano la vela QUADRA. Non poteva trattarsi di una vela latina perché tutti i particolari lo indicano. Avevano il timone e i remi, e questo è evidente dall’osservazione che abbiamo potuto fare guardando quello che lo stesso Ramesse ci ha tramandato. La terza considerazione sorge spontanea: come può qualche autore pensare che una nave da battaglia vada con la sola vela? Che fa quando non c’è vento? Aspetta che soffi il vento che gonfia la sua vela per andare a combattere la sua battaglia col nemico?


La considerazione finale è che con i triangolini, si possono fare tanti esperimenti: veleggiare, prendere o non prendere vento, andare alla deriva in balia di quegli slippini che non serrano per nulla il vento, ma non si può dire di aver inventato la vela shardana, perché ciò fa ridere tutta la marineria e i professionisti seri e titolati. Quanto al vento, chi studia la questione, scoprirà che l’unico propulsore di una vela è il vento. Senza vento qualunque barca a vela resta inchiodata a prendere il sole, pur essendo adatta per la pesca da fermo.


Occorre ricordare che la nostra bella Vespucci utilizza due potentissimi motori ausiliari che suppliscono l’assenza di vento, che i galeoni in assenza di vento aspettavano pazientemente condizioni favorevoli, che lo stesso Colombo senza vento non si muoveva, e che le moderne regate se non c’è vento sono rinviate.






17 commenti:

  1. Gent. sig Boassa, di certezza in certezza però...anche lei avrebbe dovuto osservare meglio l'immagine della battaglia, notando che il faraone è riprodotto in maniera gigantesca rispetto agli altri, così come il suo arco, le cui frecce sono appunto( con tanto di piumaggio e stesse dimensioni)quei legni che lei definisce certamente come remi e che sono inequivocabilmente infisse nei corpi contorti dei soldati. Sono assolutamente d'accordo con lei sul fatto di non essere cullati da troppe certezze e di dialogare con tutti.
    Un saluto

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  2. Giovanni Boassa:
    Ho deciso di scrivere l'articolo sopra a seguito di una serie di discussione avute con Leonardo Melis, a suo dire...inventore della vela shardana. Ammiro il Signor Melis poiché, come noi e tantissimi altri, è un ricercatore e un appassionato che vuole sbarazzarsi del mito fenicio, ma sono fortemente contrariato dal fatto che non si accorga di aver preso una cantonata nello scambiare le drizze per triangolini. Inoltre, insieme a un ingegnere, ha voluto realizzare una vela di tal fatta per dimostrare che quella era la vela Shardana e che la barca navigava senza remi e senza timone. Caro signor Melis, tutti possono sbagliare, capita. Si riconosce il proprio errore, o svista, e tutto finisce lì. Non si deve mandare a quel paese tutte le persone che non sono d’accordo. Signor Melis, si faccia portare a spasso da una barca con quei triangolini per tutto il golfo degli Angeli, vedrà che in assenza di vento la barca si bloccherà e rimarrà in balia della bonaccia. Gli studiosi seri hanno fatto un regolare corso di studi e hanno dovuto superare molti esami per ottenere la loro laurea. Hanno fatto, e fanno, esperienza di scavi e di studi. Lei è un appassionato come tanti altri, con la differenza che arriva a datare i reperti più antichi senza sapere cosa sia un contesto o una stratigrafia. Soltanto dialogando insieme con gli altri, si possono raggiungere dei risultati che aiutano a squarciare la nebbia di millenni e riuscire a capire chi erano i nuragici o gli Shardana.

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  3. Leonardo Melis, col quale mi scuso per aver cancellato un commento, ritiene che le navi raffigurate nel tempio di Medinet Habu siano di matrice shardana e appartengano alla coalizione dei popoli del mare, nemici degli egizi. Lo studioso Melis afferma che quelle navi viaggiassero con l'ausilio del vento, senza necessariamente utilizzare i remi, che di fatto non sono raffigurati nelle fiancate delle navi shardana. Ritiene, inoltre, che le imbarcazioni dei popoli del mare fossero attrezzate con vele triangolari, adatte a navigare anche contro vento. In virtù di ciò, Melis ritiene che la vela triangolare, da lui scoperta in quelle imbarcazioni, sia un'invenzione che precede di almeno due millenni la vela triangolare inventata dagli arabi. Prego i commentatori di attenersi all'argomento.

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  4. .. e io che pensavo che le navi alleate fossero senza remi. (Resto della mia idea!) SAignor Boassa, non mi ha convinto per niente.
    Provi a controllare anche le navi minoiche.
    Ci sono navi con soli remi (senza vela) e navi con vela e senza remi.

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  5. Caro signor anonimo, anche lei ha perfettamente ragione e guardando il graffito di Medinet Habu bisogna mettersi nei panni dell’artista e di Ramesse III dal momento che possono aver voluto indicare allegoricamente la battaglia, ma a far sorgere in me il dubbio dei remi è appunto la grandezza delle frecce e il fatto che una nave da battaglia non poteva affrontare il nemico con la sola vela, che tra l’altro come tutte è cassata perché si vede che non vi era vento; non avrebbe avuto scampo e avrebbe dovuto porgere il petto alle frecce nemiche dal momento che non poteva avvicinarsi. Provi a immaginare che lei deve arrivare a ridosso della mia barca o nave senza vela e senza remi…come mi avvicina per intraprendere un combattimento solamente con la spada corta? D’altronde se lei guarda sul lato sinistro e al centro del graffito, vi è un’altra nave ove vi sono soldati con l’elmo con le corna e si vedono chiaramente i remi. In ogni caso questa forte diatriba è sorta perché tutte le navi hanno la vela quadra “cazzata” e con le drizze che pendono e che sono state scambiate per i famosi triangolini che fanno sorridere i pratici di mare. In ogni caso sono e resto dell’avviso che soltanto col dialogo allargato tra appassionati si può arrivare a conclusioni vicine alla realtà. Saluti. Giovanni Boassa

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    1. Mi scuso per la poca chiarezza rispetto ai remi...ho dato troppo per scontato quello che per me era ovvio, ovvero che nessuna nave dell'epoca potesse fare a meno dei remi, men che meno una nave da guerra, costretta a manovrare in modo pronto e brusco in situazioni di battaglia, cosa che con le sole vele( all'epoca naturalmente quadre e dipinte in questo caso come serrate al boma)sarebbe stato impossibile. I remi sono evidenti in alcune imbarcazioni e in altre no, a prescindere dalla tipologia del legno ma sempre corti e proporzionati allo scafo, forse per esigenze pittoriche.Il mio post voleva solo essere una simpatica provocazione rispetto alle certezze che purtroppo in archeologia sono sempre da prendere con le pinze, soprattutto trattando di periodi così antichi. Leggo adesso il post di Feo e mi viene spontanea una domanda: d'accordo con lui sul fatto dell'assoluta mancanza di prove definitive, mi chiedo però se la volontà prevalente dovesse continuare a essere quella di negare anche l'evidenza, ovvero che quantomeno dal bronzo medio sino al ferro antico la civiltà più ricca e progredita del mediterraneo occidentale fu con tutta evidenza quella nuragica, cancellandola dai libri di storia e partendo direttamente dagli etruschi (...), quando mai potremo avere l'onestà intellettuale di andarle a cercare le prove ?
      saluti
      Marco Masala

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  6. Caro gentile sig. Boassa
    mi permetta di esprimere una serie di considerazioni secondo me importanti:
    Non sarebbe male tener presente che il graffito è fortemente stilizzato.
    l'interpretazione troppo "al particolare" può deviare dalla giusta strada da seguire per la soluzione dei quesiti contenuti nel graffito.
    di seguito propongo schematizzato il mio punto di vista al fine di contribuire alla discussione positiva su questo importante evento:
    - la vela è senza dubbio ammainata, altrimenti non si vedrebbero i guerrieri dietro il triangolo formato dagli imbrogli
    - le navi srdn non mostrano remi ed è accettabile perchè sono navi d'altomare e non sempre avevano i remi
    - il disegno fortemente stilizzato usa lo stesso tipo scafo in ambedue gli schieramenti modificandolo leggermente per differenziarlo l'uno dall'altro come se chi lo ha disegnato non abbia personalmente visto ma bensì sentito e riprodotto con i particolari necessari per la distinzione delle due contrade avverse
    - addiritura l'alberatura è identica fra le due contrade
    - entrambe hanno i castelletti di prua e poppa per la protezione dell'equipaggio
    - è molto probabile che la coffa riprodotta anche nelle navi egiziane sia una forzatura dell'autore in quanto le navi fluviali non hanno bisogno di coffa per l'avvistamento di terre lontane.
    Penso che cercare forzatamente le somiglianze con i nostri navigli bronzei sia controproducente.
    la ricerca deve tener conto della forte stilizzazione schematizzata che il graffito contiene, la quale può indurre il ricercatore a cercare dettagli che forse in realtà non sono mai esistiti, come la coffa delle navi egiziane e la protome a prua e a poppa delle navi srdn.

    cardiali saluti
    un appassionato

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  7. ERRATA CORRIGE:
    Date per scontato che i Srdn siano esistiti davvero e questo non è molto scientifico...

    Per completezza e per onestà intellettuale e scientifica dovreste almeno avere citato l'opinione scientifica fondata e condivisa in ambiente accademico, secondo la quale i srdn non siano affatto esistiti (come popolazione o come semplice gruppo etnico) e che fossero in realtà una categoria (ad esempio: un tipo specializzato di guerrieri, presenti in diverse armate, anche opposte tra loro, come a Qadesh; ma esistono altre ipotesi). PER NON PARLARE DEGLI ALTRI COSIDDETTI POPOLI DEL MARE, CHE QUI SONO FUORI TEMA.

    Invece di discettare di triangolini ed altri minuscoli dettagli (interessantissimi, per carità, anche se a volte un po' fantasiosi, ma pur sempre dettagli), forse sarebbe meglio prima avere idee chiare sui fatti di base, quelli fondamentali. QUESTO LAVORO E' IMPOSTATO SULLA TOTALE DIMENTICANZA DELL'IPOTESI PIU' VEROSIMILE E PIU' COMPETITIVA SU TUTTE LE ALTRE : DEL FATTO, CIOE', CHE I SRDN - OVVIAMENTE - NON AVESSERO ALCUNCHE' A CHE SPARTIRE CON I SARDI E LA SARDEGNA.

    Chi asserisce (Melis o Boassa o chiunque altro) - con l'arroganza e la prepotenza che Montalbano apertamente dichiara di odiare - di conoscere in dettaglio tutto il possibile e l'impossibile sui "Sciardana" dovrebbe almeno usarci la cortesia di fornire le precise fonti delle proprie "ricerche" (lasciamo pure stare i materiali ed i metodi, perché sappiamo bene della loro volatilità assoluta).
    Se però non lo fa, sia lui, sia Montalbano, dovranno rassegnarsi al cinismo, in risposta ai suoi "lavori".
    Non c'è nulla di male nello scrivere favole: male è presentarle come verità.
    Un saluto sicuramente cinico, ma non arrogante, né prepotente.
    Maurizio Feo

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  8. Ciao Maurizio, il tuo parere è sempre (almeno da me) tenuto in considerazione, pur se non condivido varie tue idee in merito agli argomenti che hai trattato nel tempo. Sai bene che considero i nuragici come civiltà (con tutta l'importanza che meritano per ciò che hanno lasciato), e che sono profondamente convinto che gli SRDN presenti nel Vicino Oriente, siano un'emanazione armata mercenaria dei nuragici sardi. Gli studi degli orientalisti sono parecchio interessanti, ma peccano di ignoranza in materia sardo-nuragica. Ho scritto in 4 libri le mie verifiche, i miei commenti, i miei pensieri, citando tutta la bibliografia in mio possesso (poca ma sufficiente per lo scopo). So di non averti convinto sul fatto che nuragici e SRDN appartengono alla stessa terra, ossia la Sardegna, ma non me ne faccio un cruccio. So, invece, che altri studiosi hanno apprezzato le mie proposte, pur se alcuni non condividono il periodo in cui il fenomeno SRDN appare in Sardegna. Il punto dibattuto non è sul fatto che gli SRDN e parte dei sardi nuragici siano la stessa etnia (su questo gli studiosi sono concordi quasi all'unanimità), ma sul quando la Sardegna accoglie gli SRDN. Alcuni parlano del XIII a.C. provenienti dal Vicino Oriente. Altri, me compreso, li vedono partire dalla Sardegna verso il Vicino Oriente nell'ambito di quella koinè commerciale che li coinvolgeva per l'affare argento, in aggiunta al rame. Un saluto e un abbraccio, non cinico, non arrogante, non prepotente...come piace a me.

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  9. Caro Feo
    le uniche fonti degne di considerazione che si cercano le trovi solo in sardegna tutto il resto hai ragione Feo è totalmente inesistente

    Saluti

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    1. Carissimo appassionato "anonimo" sono quasi perfettamente d'accordo con lei su quanto scrive ed è certo al 1000% che si può dialogare e cercare coi pochi indizi che abbiamo di raggiungere delle realtà anche se così lontane nel tempo! Condivido che il grafito è grandemente stilizzato e forse falsato anche perchè di parte (Ramesse voleva far risaltare la sua grandezza ragion per cui lui si erge enorme su tutto lo scenari, l'arco è grande e le frecce diventano più lunghe delle navi nemiche!. La vela o meglio le vele non sono ammainate ma serrate sotto il boma e raccolte colle drizze che scendono a formare i ridicoli triangolini! Le vele sono tutte quadre, la coffa è uguale,castelletti idem ed il timone ce l'hanno lostesso! Che dire? La diatriba col Profeta Melis è sorta più che altro perchè lui sosteneva di aver inventato la vela Shardana che non aveva bisogno ne di vento, ne di timone, ne di remi: ora è risaputo che un buon marinaio con la sola vela riesce a governare, ma mi sorge il dubbio che una nave da guerra non avesse remi poiochè in tal caso avrebbe dovuto attendere il vento per portarsi a ridosso del nemico! Ha ragione lei che si può fare un serio ragionamento con chi intende dialogare e cercare di chiarire molti punti oscuri del grafito da cui salta però evidente che il signor Melis non ha inventato alcuna vela Shardana ed i suoi triangolini posso soltanto far ridere molti anche perchè non chiudono per niente il vento e sono il frutto dell'abbaglio di aver scambiato le drizze per i "triangolini"! Cordiali saluti con la speranza di poter discutere ulteriormente sul "caso". A presto. Giovanni Boassa

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    2. Carissimo signor Feo, il suo discorso è interessantissimo ma fuor da ogni dubbio chi guidava certamente i fantomatici popoli del mare, che oltre a praticare la pirateria e la razzia troppe città distrussero, erano certamente i Shardana (forse in un secondo tempo!)e senza scendere in particolari che fanno parte di un mio volume in uscita, posso anche azzardare che dopo la disfatta del Delta o forse anche prima, parte di essi si stanziarono nella nostra isola dove probabilmente impararono a convivere con i nuragici, mentre un'altro gruppo si stabilì in fenicia trasformandosi da pirati in commercianti e ristabilendo i contatti col loro gruppo originario trascinandoci nell'errore, in cui molti non crediamo più, di credere in una nuova etnia (i Fenici!) che per ora ci ha fregato navi, lingua, cultura! Credo anche se è facile sbagliarmi che non si trattava di Fenici ma di "Shardana-Fenici" ed ecco il perchè non vi fu mai una scontro tra Shardana e Fenici (erano praticamente parenti!)...forse qualcuno potrà anche ridere ma è un'ipotesi alcuanto azzardata che potrebbe anche essere vera! Che ne dite? O forse potrebbe anche essere una "favola" come dice lei signor Maurizio, ma spesso tante favole, tante tradizioni orali (vedi Troia!) si trasformano in realtà insperate! Un cordiale saluto ne arrogante, ne prepotente perchè da buon appassionato amo soltanto chiarire se possibile i misteri che la storia spesso ci presenta! Cordiali saluti. Giovanni Boassa!

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  10. Caro Sig. Boassa
    Mi fà molto piacere che abbia considerato il fattore "stilizzazione" in quanto decisivo per la corretta interpretazione del graffito.
    Da appassionato ci tengo che lo studio sulla marineria nuragica a cui molti di noi si dedica non venga disturbato o deviato dalla assidua ricerca dei "particolari" che possono risultare frutto di approssimazione da parte dell'autore della fonte.
    Come ho postato precedentemente le coffe delle navi egizie (fluviali)sono con molta probabilità inesistenti nella realtà.
    Sono daccordo sulle vele serrate sotto il pennone, in effetti ho confuso ammainare con ritirare senza pensare che significava anche "calare"
    Sui remi ahimè non posso darle il pieno appoggio in quanto mi risulta, nell'intero della stilizzazione, un particolare di differenza voluto dall'autore, per il resto non credo alla nave a vele triangolari e senza timone.
    Ne approfitto per dire la mia sugli shardana:
    Se vogliamo credere che gli shardana siano ad un certo punto arrivati in sardegna dobbiamo prima sapere:
    1) da dove vengono (l'anatolia non è un isola e non è a occidente)
    2) quale è la loro città (Sardeis è del 9° sec. a.C.)
    3) quale altro popolo al di fuori dei sardi e corsi mostra gli stessi equipaggiamenti militari compreso Corpetto corso, spada, scudo, ed elmo cornuto.
    Se non abbiamo ancora risposte da dare a queste domande ... lasciamo gli shardana nel loro posto più naturale e senza forzature, la Sardegna.
    Sono anche io possibilista sulla connessione shardana - fenici, rende giustizia a molte fonti antiche che parlano dei fenici d'occidente molto prima dell'arrivo in sardegna.

    cordiali saluti
    Un appassionato

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  11. Carissimo appassionato "anonimo" Siamo d'accordo quasi su tutto a parte i remi ma ripeto che al riguardo ci potrebbero essere due interpretazioni:
    1^- Che Ramesse e per lui l'artista abbia voluto far figurare le navi Shardana che in modo metaforico non hanno i remi per far capire che "erano immobilizzate nel Delta che non conoscevano.
    2^- che non si vedono i remi perchè ormai erano in prossimità delle navi nemicehe e sono stai poggiati sul fondo dell'imbarcazione. A completare il pensiero resta la ferma convinzione da marinaio che una nave abituata al combattimento non poteva restare senza possibilità di manovra in assenza di vento ed è il nostro caso perchè come abbiamo già detto tutte le imbarcazioni hanno la vela serrata sotto il boma!
    Per quanto riguarda i Shardana sono certo che erano originari dell'area Mesopotamica ed anatolica dal momento che troppi toponimi quì in Sardegna resisto ed hanno prettamente qull'origine! Io mi riferisco soltanto al mio territorio e la invito gentilmente a pensare soltanto ad alcuni di questi che sono: UR-AS....SERDIS....Thamis.....SIRIS.....SARDARA....forse la stessa Tharros....ed il mio pensiero torno a ripetere è quello del dialogo o dei convegni ad hoc dove insieme si cerca di chiarire il dubbio dell'uno o dell'altro perchè in fin dei conto non guadagnamo nulla a parlar male se uno non la pensa come l'altro oppure ad offendere come è capitato anche a me dal momento che qualòcuno si crede presuntuosamente depositario di tutto lo scibile umano! Restiamo un attimo al nostro posto di appassionati, di amanti della ricerca,di curiosi in un certo senso di chiarire meglio possibile le nostre origini! Tanti tasselli messi uno al fianco dell'altro formano un grande mosaico e quello che non ha scoperto uno può farlo l'altro! A volte per chiarire un dubbio basta la battuta innocente di uno di noi per far scattare quel qualcosa che ci aiuta tutti a capire fianlmente quello che per anni (forse per secoli!) non abbiamo capito. Le auguro una buona serata ed un a presto rileggerci! Giovanni Boassa.

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    1. Arrivederci e a presto
      grazie per la piacevole e costruttiva discussione

      Un appassionato "anonimo"

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  12. Feo è delirante, gli Shardana sono indicati sempre come popoli stranieri e la loro provenienza dalle isole straniere è evidente nelle fonti egizie, il fatto è che essendo un ignorante totale sulla materia ed essendo solamente motivato dal voler screditare le ipotesi che non gli vanno a genio, si scaglia con tutta la sua rabbia in modo irrazionale contro chi la pensa diversamente da lui.

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  13. Chiunque dei commentatori può verificare
    SHARDANA, tutte le possibili traduzioni con il Sumero/Accadico.
    SHAR2.DA.NA4 = Shar2 = Essere/moltitudine DA = Detenere NA4 = Potere. = Moltitudine che deteneva il potere.
    SHAR.DAN. A = SHAR = Signori DAN = Forti A = figlio = I figli dei forti Signori.
    SHAR3 = Cerchio/recinto (Nuraghe?) + DAN = Forte + A = Figlio/discendente = SHARDANA = I Discendenti dei guerrieri del nuraghe.

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