mercoledì 31 ottobre 2012

Archeologia: nuove dal web

Arbeia



Volontari dell'archeologia hanno riportato alla luce, nel forte romano di Arbeia, nel South Shields, una serie di interessantissimi reperti. Arbeia è l'unico forte sul Vallo di Adriano dove è possibile vedere e prendere parte agli scavi archeologici in corso.
I recenti ritrovamenti fanno pensare che vi sia dell'altro, custodito nella terra di Arbeia. Sono stati ritrovati frammenti della mascella di un cane ed ossa di altri animali che erano sepolti, si pensa, a fini rituali.
Il forte di Arbeia, in rovina, è stato in parte ricostruito. Fu edificato intorno al 120 d.C. ed ospita gli unici magazzini in pietra di tutta la Gran Bretagna, utilizzati per lo stoccaggio del grano.
Uno dei significati di Arbeia potrebbe essere "forte delle truppe arabe", in riferimento al fatto che, un tempo, una parte della guarnigione del forte era costituita da uno squadrone di barcaioli del Tigri. Si sa anche che era di stanza ad Arbeia uno squadrone di cavalleria delle Asturie.

Ottimi frutti per gli archeologi italiani in Iraq



La missione archeologica dell'Università di Udine ha scoperto il cuore dell'impero Assiro. Si tratta di oltre 200 siti dell'Iraq settentrionale.
Gli Assiri dominarono la Mesopotamia intorno al I millennio a.C. La prima campagna di scavi ha permesso di rivelare ben 239 siti archeologici finora sconosciuti, che attraversano un periodo compreso tra il IX millennio a.C. e il periodo medioevale e ottomano. Sono stati scavati anche cinque acquedotti dell'VIII-VII secolo a.C. ed una serie di canali ad essi collegati, nonché una necropoli del XIX-XVIII secolo a.C. e di bassorilievi rupestri del VII secolo a.C.
La missione dell'Università di Udine ha promosso la prima ricerca archeologica intensiva, sistematica e interdisciplnare nella terra di Ninive, un'area di 2.900 chilometri quadrati tra le province di Ninive (Mosul) e Dohuk. La prima campagna è durata tre mesi, da luglio a ottobre ed ha coinvolto docenti, studenti, specializzandi e dottorandi delle Università di Udine, Venezia e Verona, specialisti degli Atenei di Milano, Modena e Reggio Emilia, Venezia e dell'Istituto per le Tecnologie applicate ai Beni culturali del Cnr di Roma.



Uno degli scopi più importanti delle ricerche è stata la ricostruzione geoarcheologica e topografica dell'imponente e sconosciuto sistema idraulico costruito tra l'VIII e VII secolo a.C. dal sovrano assiro Sennacherib per portare l'acqua alla città di Ninive.
La regione fu densamente popolata intorno alla metà del III millennio a.C. e al periodo neo-assiro (IX-VII secolo a.C.), quando nell'entroterra di Ninive si contavano cento tra città fortificate, villaggi e fattorie che godevano dei benefici della efficiente rete idraulica fatta costruire da Sennacherib.
Le ricerche di canali scavati nella roccia ha permesso agli archeologi di individuare anche sei bassorilievi scolpiti, parte di una serie di ben nove bassorilievi sepolti dai detriti accumulatisi nei secoli. Di questi bassorilievi erano noti solamente tre che contenevano una processione con le principali divinità assire.
Le necropoli scoperte dalla missione archeologica italiana risalgono al periodo paleo-assiro e si trovano nel sito di Tell Gomel, lungo il fiume Gomel. La necropoli presenta ricche tombe a camera costruite con mattoni cotti e struttura ad arco. L'area di Tell Gomel, a sua volta, possiede un'acropoli ed una vasta città bassa ai suoi piedi. Proprio nella pianura dominata dall'altura di Tell Gomel lo storico Sir Aurel Stein colloca il campo di battaglia di Gaugamela, dove nel 331 a.C. Alessandro Magno sconfisse Dario III.



Antichi naufragi nel mar ligure



Mille anfore sono state individuate sul fondo del mare a poca distanza da Porto Venere.
E' stato proiettato, per la prima volta, il filmato del ritrovamento della nave romana avvenuto a 17 miglia a sud dell'isola del Tino ad opera dell'archeologo subacqueo Guido Gai. Sul fondale, a 400 metri di profondità, una distesa di anfore di terracotta, che "parlano" di traffici avvenuti tra il IV e il III secolo a.C. Sono anfore greco-italiche, prodotte, con tutta probabilità, nell'area laziale, utilizzate per il trasporto di vino in Gallia. Purtroppo molte anfore sono ridotte in frammenti a causa del passaggio delle reti a strascico.


Fonte: Le nebbie del tempo

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