Ziyarettepe. Misteriosa tavoletta in cuneiforme con una lingua sconosciuta
Il ritrovamento di una tavoletta rinvenuta presso gli scavi di Ziyarettepe è stato causa di grande fermento presso la comunità internazionale di storici e archeologi. La tavoletta, infatti, risale all’800 a.C. ed è incisa in una lingua sconosciuta. Attualmente la tavoletta è oggetto di studio, e ha suscitato una grande emozione presso gli archeologi. Secondo Nevin Soyukaya, direttore le Museo Diyarbakir che sta supervisionando gli scavi, si tratta di un reperto importantissimo per l’approfondimento della storia dell’uomo in queste regioni.
Il dottor Timothy Matney, docente presso la Akron University negli Stati Uniti, ha affermato che l’insediamento di Ziyarettepe, costituito da 32 ettari di terra presso il fiume Tigri è uno dei più antichi in tutta la zona e costituiva un importante centro strategico per gli Assiri, in quanto costituiva un luogo di comando e di accoglienza per i militari assiri, con tanto di maestoso palazzo che fungeva da residenza per il governatore quando doveva risiedere per qualche tempo tra le montagne. E la tavoletta in questione è stata ritrovata tra le rovine bruciate della stanza del trono del palazzo nel centro di comando assiro di Tuşhan.
Possibilità della scoperta di una lingua finora sconosciuta
Il traduttore della tavoletta, dottor John MacGinnis dell’Università di Cambridge, ha affermato che la tavoletta è stata incisa in una scrittura cuneiforme assira e rappresenta un ritrovamento significativo per storici e archeologi. La traduzione ha richiesto parecchio tempo, e ha portato alla scoperta di un elenco di nomi di donna all’interno del testo: molto probabilmente si trattava di donne che avevano lavorato a Tuşhan.
Lo studioso ha anche affermato che la cosa più sorprendente di questa scoperta è che i nomi sulla tavoletta non sono nomi assiri; questo fatto è stato confermato coinvolgendo un grande numero di studiosi e comparando i nomi con tante altre antiche lingue mediorientali. Nessuna delle lingue prese in considerazione, però, corrispondeva ai nomi individuati; non si tratta di persiano né di egizio, né di arabo, né di ebraico né di aramaico.
Secondo il professore, l’ipotesi più plausibile è che i nomi appartengano alla lingua Shubria, che è anche il nome di quella regione prima dell’arrivo degli Assiri. Un’altra possibilità altrettanto plausibile potrebbe essere quella che le donne siano state trasferite in loco dai Monti Zagros, che si trovano vicino alla frontiera tra Iraq e Iran.
McGinnis ha sottolineato l’importanza del ritrovamento della tavoletta in quanto riporta tracce di una lingua nuova. Nella tavoletta sono incisi i nomi Bisunume, Ninuaya, Malinayasi, Sasimi, Pinda e Impane, e tutto quanto ritrovato finora fa pensare che il sito archeologico corrisponda al centro di stato chiamato ‘Tuşhan’ a Ziyarettepe.
Secondo quanto afferma il professor Kemalettin Köroğlu della Marmara University, più di tre milioni di persone sono state riallocate e trasferite dagli Assiri. La lingua Shubria non è ancora molto conosciuta e non ne era mai stata ritrovata traccia per iscritto, ma è ormai certo che un gruppo di donne riallocate ha lavorato presso il palazzo assiro, il che costituiva una pratica standard presso i sovrani del regno.
Gli scavi appartengono al progetto “World Heritage Threatened by the Ilısu Dam Lake”, nato dallo sforzo congiunto del ministero della Cultura e della direzione generale delle Opere Idrauliche statali.
Pare difficile pensare che da una sola epigrafe, a quel che consta ricca di onomastici, si possa risalire a una lingua nota solo di nome, e mai grafizzata. Nomi o radici come Pinda (pregr. Pindos), Ninu-aya e Sas-imi presentano radici ben ricorrenti in area micrasiatica, e non paiono allontanarci dalle lingue dette anatoliche.
RispondiEliminaalberto areddu