Varie dalla rete.
Antica salsa di cioccolato
Gli archeologi ritengono di aver ritrovato tracce di cioccolato di 2500 anni fa su un piatto proveniente dalla penisola dello Yucatan. E' la prima volta che si ritrovano tracce di cioccolato su un piatto piuttosto che all'interno di una tazza, il che suggerisce che il cioccolato potrebbe essere stato utilizzato come condimento o, addirittura, come salsa per altri cibi.
I semi ed i baccelli del cacao sono stati utilizzati a lungo dalle culture pre-ispaniche, prevalentemente per trarne una bevanda da mescolare con l'acqua. Questa bevanda era riservata all'élite dominante. La recente scoperta, però, porta a credere che il cioccolato potesse venire utilizzato anche come salsa con cui condire le carni.
Il piatto in cui sono state ritrovate tracce di cioccolata è stato datato al 500 d.C.. Vasi per bevande rinvenute negli scavi di alcune località sulla costa del golfo, appartenenti alla cultura olmeca, ad ovest della penisola dello Yucatan ed altri reperti nel Chiapas, hanno prodotto risultati più antichi di circa 1000 anni.
Antiche sepolture in Canada
Il Nation Sechelt si batterà per salvare un antico luogo di sepoltura trovato alla foce del fiume Inlet Salmon, una delle più importanti scoperte archeologiche della provincia canadese della Columbia Britannica. Negli ultimi tre anni gli archeologi hanno lavorato qui ogni estate ed hanno riportato alla luce i resti di un luogo di sepoltura di 4000 anni fa nel 2010. Con i defunti erano stati sepolti anche manufatti artigianali quali perline in pietra.
Nella sepoltura di un individuo di sesso maschile sono state rinvenute ben 350.000 perle di pietra, più che in qualunque altra sepoltura trovata dall'Alaska alla California. Gli archeologi pensano che il defunto doveva ricoprire una funzione importante all'interno della comunità Shishalh, che viveva un tempo nella zona.
Gli studiosi hanno anche ritrovato il corpo di una giovane donna di circa 20 anni di età, sepolto nei pressi del sito con punte di frecce spezzate disposte attorno ai suoi piedi. Anche la giovane defunta aveva con sé migliaia di perline di pietra ad indicare il suo status e la ricchezza che possedeva. Altre due sepolture, relative ad un uomo e ad una donna, sono state ritrovate quest'estate. I due defunti erano disposti uno dietro l'altro, le ginocchia piegate, contornati da molte perline di pietra. Accanto a loro una grande fossa piena di altre perline.
Gary Coupland, professore dell'Università di Toronto, ha affermato che la mancanza di resti nella grande fossa, non vuole necessariamente dire che non vi fosse sepolto nessuno. Le ossa, probabilmente, possono essersi polverizzate con il tempo, se non correttamente conservate. Il luogo di sepoltura era, inoltre, caratterizzato da una roccia piatta coperta di cenere e da una canoa a forma di roccia posta ai piedi sul lato rivolto verso la fossa priva di resti. Coupland ritiene che qui poteva essere sepolto un anziano
Riemerge l'antica Antakia
Ad Antakya, antica Antiochia di Siria, in Turchia, mentre si scavava per gettare le fondamenta di un hotel, sono stati intercettate le testimonianze del passato della città. Così, per sette mesi, l'archeologo Hatice Pamir della Mustafa Kemal University di Antakya, ha guidato quasi trenta archeologi provenienti da tutto il mondo e 100 operai alla scoperta del passato.
La storia di Antakya attraversa il periodo greco, romano, cristiano, bizantino e turco ottomano. L'attuale città di Antakya era una delle grandi città del mondo romano, che rivaleggiava con Alessandria nel momento del massimo splendore. Fu anche un notevole centro del cristianesimo primitivo, si dice che San Pietro abbia vissuto e predicato in questa città.
Antakya è nota, anche, per la chiesa rupestre di San Pietro, che si pensa sia stata la prima chiesa cristiana in assoluto, e per i favolosi mosaici di epoca romana rinvenuti durante gli scavi del1930. Ora gli archeologi hanno scoperto quello che sembra essere uno dei mosaici più grandi e meglio conservati del mondo, che si estende su una superficie di 9.000 metri quadrati ed i resti di edifici e abitazioni di 2300 anni fa.
Il mosaico più grande apparteneva, probabilmente, ad un edificio pubblico di VI secolo, ed è una serie di nove pannelli accostati gli uni agli altri, ciascuno dei quali decorati da un'ampia varietà di motivi geometrici con colori diversi. Attualmente il mosaico non è visibile al pubblico e non ne sono state diffuse le immagini. Le altre evidenze archeologiche sono state inglobate nell'hotel che è stato sopraelevato di 30 metri per renderli visibili.
La presenza di S. Pietro ad Antiochia di Siria si dice sia attestata da una chiesa rupestre chiamata Grotta di S. Pietro, scavata nella roccia sul fianco occidentale del monte Stauris. La grotta è lunga 13 metri, larga 9 e alta poco più di 7 metri. Sulle sue origini non ci sono documentazioni. Vi arrivavano due acquedotti che, forse, scendevano alle vicine terme, situate più in basso rispetto alla chiesa rupestre.
Dell'antica costruzione rimangono tracce di affreschi sul lato destro dell'altare, affreschi che, una volta, coprivano probabilmente l'intera parete di fondo. Tra gli elementi originali vi sono il tunnel, che si apre sulla sinistra di chi guarda l'altare, e la piccola vasca a livello del pavimento, sulla destra. Il tunnel serviva, con tutta probabilità, per mettersi in salvo sulla montagna in caso di attacco improvviso. La vasca, che molti ritengono essere un fonte battesimale, raccoglieva l'acqua che, fino a qualche tempo fa, colava dalla roccia e veniva bevuta dai fedeli. Ora l'acqua è stata deviata a causa dei frequenti terremoti che colpiscono la regione.
Nel 1580 la grotta fu donata dai musulmani agli ortodossi che l'utilizzarono fino a metà del secolo scorso come luogo di culto e cimitero. Anticamente la facciata era preceduta da un portico (nartece), di cui sono ancora visibili i resti.
Il giardino antistante è stato utilizzato per vari secoli come cimitero cristiano, del quale sono state ritrovate anche le tombe. La grotta è ritenuta la prima cattedrale del mondo e tuttora vi si celebrano messe.
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