Complesso nuragico di Pidighi
Il complesso nuragico di Pidighi risalta tra i numerosi insediamenti distribuiti nella fascia di passaggio dal Campidano Maggiore alle prime propaggini dell'altopiano basaltico di Paulilatino, tra le due vallate del Rio Cìspiri e del Fiume Tirso. Tra gli altri, possono essere facilmente visitati gli importanti complessi nuragici di Benas e Mura 'e Sorighes (Solarussa), Zinnuri, Martinzanu, Santa Barbara, Mura 'e Prochilis e Mura 'e Figus (Bauladu), Nuraghe 'e Mesu (Zerfaliu), Santa Barbara, San Gemiliano e Zoppianu (Villanova Truschedu), Codas e Su Guzzu (Paulilatino).
I nuraghi del parco Pidighi
Il nucleo principale del complesso archeologico di Pidighi si trova all'interno dell'omonimo Parco Comunale; esso è composto da due nuraghi (Pidighi e Muru Accas) coi rispettivi insediamenti e le rispettive fonti di approvvigionamento idrico. A Nord-est della linea ferroviaria si trovano tre nuraghi minori.I nuraghi Pidighi e Muru Accas, non ancora sottoposti a scavo archeologico, sono monumenti molto simili anche se in diverso stato di conservazione. Entrambi sono formati da una torre principale troncoconica e da un corpo aggiunto con spigoli laterali sporgenti ad angolo retto, che contiene un cortile scoperto e una torre secondaria. All'interno della torre principale e della torre secondaria si trovano due camere circolari coperte con volte a cupola, oggi parzialmente crollate. Nella torre principale del nuraghe Pidighi si può osservare anche la scala, che dalla base sale a spirale verso la sommità dove si trovava la camera superiore, oggi interamente mancante.
I villaggi nuragici
I resti dell'antico insediamento che circonda il nuraghe Muru Accas sono appena visibili in mezzo alla vegetazione e al pietrame di crollo. Finora non vi sono stati effettuati scavi ma solo lavori di decespugliamento. L'insediamento che circonda il nuraghe Pidighi è in buono stato di conservazione, a causa della mancanza di ristrutturazioni successive. La pianta generale è pressappoco ovale, col nuraghe in posizione quasi centrale. Con un'estensione di 1,35 ettari poteva ospitare circa 200 abitanti.
Nel settore nord-orientale dell’insediamento, gli scavi archeologici stanno mettendo in luce due gruppi di abitazioni nuragiche: il primo si distende intorno a un grande cortile (A), non ancora scavato; il secondo si raccoglie intorno a un piccolo cortiletto lastricato (V). Nella fascia periferica le costruzioni più antiche finora individuate sono gli edifici rotondi interni (AA, AB, AF, AH), seguiti dagli edifici rotondi esterni (inizialmente singoli: C, H, K, L; in seguito accoppiati: G, J) e dai primi edifici rettangolari (D, O). Qualche tempo dopo, tutti gli edifici periferici furono rinforzati da un muro perimetrale di difesa (in marrone chiaro); la chiusura dei passaggi verso l'esterno diede vita ad altri piccoli vani (I, P). In un momento ancora successivo furono costruiti gli edifici E-F e AJ (in marrone scuro), che formano due torrette sporgenti dagli angoli nord-orientale e settentrionale dell’insediamento. Questi ultimi interventi testimoniano un’esigenza di sicurezza, che divenne pressante negli ultimi tempi di vita dell’abitato. In momenti successivi, sempre nel corso della civiltà nuragica, furono costruiti diversi muri rettilinei, più adatti a suddividere lo spazio secondo le crescenti necessità delle famiglie residenti: dapprima il muro che separa i due gruppi di abitazioni (in azzurro); poi alcuni edifici pressappoco quadrangolari (M, U) e alcuni nuovi cortili (B, Q, S, W). Nel secondo gruppo di abitazioni si distinguono l'ingresso (T), il cortiletto centrale (V) coi resti di un forno, diversi vani domestici (U, M, J, K, O, L) e un piccolo vano rotondo con sedili (Z).
Le fonti
Circa 100 metri a Nord-ovest del nuraghe Muru Accas si trova una fonte nuragica, poco visibile perchè ostruita dal pietrame e dal terriccio; si vede l'avvio di una probabile scaletta
Circa 80 metri a Est del nuraghe Pidighi si trova la fonte nuragica "Mitza Pidighi", distante appena 20 metri dai margini dell'insediamento. La sorgente fu frequentata già in epoca prenuragica (punte di freccia in ossidiana e un frammento ceramico decorato nello stile di Ozieri del IV millenio a. C.).
Per la maggior parte della sua storia (circa 1400-1000 a. C.) la fonte fu costituita solo da un corpo a ferro di cavallo, contenente un vano trapezoidale con sedile sul lato destro (in rosso). L'acqua sgorga ancor oggi da una piccolissima celletta quadrata con fossetta di decantazione alla base, quindi scorre in una canaletta formata da conci di basalto saldati con colate di piombo, lunga almeno 21 metri. Intorno alla fonte furono costruite alcune massicciate di ciottoli, necessarie per consolidare il terreno fangoso.
Solo intorno al 1000 a. C. fu costruito un piccolo recinto semicircolare davanti alla fonte (in verde); dentro il recinto si nota un lastrone (in azzurro), originariamente poggiato su una sorta di cassa formata da piccole lastre, che potrebbe aver avuto funzione di altare. Successivamente (circa 1000-900 a. C.) il monumento venne abbandonato insieme all'adiacente insediamento nuragico e fu sepolto dal crollo generale.
Sulle massicciate che circondano la fonte, soprattutto su spigoli laterali sporgenti ad angolo retto, che contiene un cortile scoperto e una torre secondaria. All'interno della torre principale e della torre secondaria si trovano due camere circolari coperte con volte a cupola, oggi parzialmente crollate. Nella torre principale del nuraghe Pidighi si può osservare anche la scala, che dalla base sale a spirale verso la sommità dove si trovava la camera superiore, oggi interamente mancante.
Fonte: Comune di Solarussa
L'immagine del pozzo è dell'archeologo A.Usai, incaricato dello scavo.
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