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martedì 26 aprile 2011
Pubblicazione scavi Nuraghe Antigori, Sarroch
Nuragici e greci, Antigori indica scambi e influssi.
di Angelo Pani
Quando il piccone dell'archeologo ha iniziato a scavare sullo sperone di roccia che domina la piana petrolchimica di Sarroch - accadeva 32 anni fa - il sapere accademico liquidava la presenza dei greci in Sardegna come un fatto episodico, ininfluente nella storia isolana.
Poi è arrivata la campagna di scavi nel nuraghe Antigori condotta da Maria Luisa Ferrarese Ceruti. Il lavoro meticoloso portato avanti per sette anni permette ora di guardare con maggiore cognizione di causa su ciò che accadde nell'Isola nei secoli più lontani del primo millennio avanti Cristo. La fioritura della civiltà nuragica era e rimane il fatto storico più rilevante, ma sono arrivate nuove conoscenze sul tessuto di contatti, alleanze e influenze che ha legato le genti nuragiche agli altri popoli del Mediterraneo. Si sapeva molto dei fenici, dei punici e dei romani; si intuivano, non fosse altro per la vicinanza delle due terre, i legami con gli etruschi; la vera sorpresa sono stati i popoli egei. Si conosceva, è vero, la colonizzazione di Olbia dove gli scavi hanno restituito frammenti ceramici ionici, attici e corinzi, ma si supponeva che la rivalità coi fenici li avesse ben presto allontanati dalle rotte della Sardegna.
Gli scavi di Antigori hanno sconvolto queste certezze, indicando che la presenza greca nell'Isola fu assai più estesa e duratura di quanto si supponesse. Merito di una studiosa di prim'ordine quale era Maria Luisa Ferrarese Ceruti, che ha scavato ad Antigori dal 1979 al 1986 riportando alla luce importanti frammenti di ceramica micenea inseriti in una stratigrafia che ha conservato materiali di produzione nuragica e di imitazione locale dei prodotti d'importazione. Antigori ci dice (e le ricerche in altre località lo hanno poi confermato) che non di una dominazione straniera si è trattato, ma di una pacifica frequentazione e di una molteplicità di scambi che si è protratta nel tempo estendendosi dalla Sardegna al Peloponneso a Creta ed a Cipro. Per questo motivo, quell'apparentemente piccolo e insignificante nuraghe è oggi tra le località archeologiche di maggior importanza del Mediterraneo.
Di questo si è parlato nei giorni scorsi a Sarroch, nel Centro servizi realizzato ai piedi dell'altura dominata dal nuraghe Sa Domu e s'Orcu nel corso della Giornata in ricordo di Maria Luisa Ferrarese Ceruti. Giornata alla quale hanno partecipato amministratori comunali, i vertici della Soprintendenza archeologica regionale, collaboratori e allievi dell'archeologa scomparsa. In questa occasione sono state date due importanti notizie: il soprintendente Marco Minoja ha comunicato che è in fase di stampa il volume “Il complesso nuragico Antigori di Sarroch” che contiene l'edizione integrale dei dati di scavo, poi il sindaco Mauro Cois ha affermato che saranno ripresi i lavori nell'area del nuraghe per garantirne la conservazione e permetterne una fruizione per quel turismo culturale sul quale Sarroch sta dimostrando di credere.
Nell'immagine:
il Nuraghe Antigori a Sarroch
Mi sembra giusto ricordare che buona parte del materiale ceramico miceneo (rinvenuto nella terra sconvolta da scavi clandestini) è stato consegnato alla Dottoressa Ceruti dalla buon anima di mio fratello Giulio e dal sottoscritto, così risulta anche dal ringraziamento ufficiale che la stessa Dottoressa ci ha dedicato fin dalla sua prima pubblicazione. Roberto Copparoni
RispondiEliminacomplimenti a tutti e due Giulio e Roberto copparoni, mi appresto in questi giorni ad affrontare l'argomento per una tesi di laurea e vi ringrazio di cuore per l'importantissima scoperta. Emanuele Frau
EliminaDoveroso.
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