Storia dei popoli: seminiamo il seme della cultura nei nostri figli perché il futuro è ancora da costruire.
sabato 19 marzo 2011
Guerra in Libia
Oggi questo quotidiano on-line osserverà una giornata di lutto per le vittime civili e militari causate dalla guerra in atto nel Mediterraneo.
Era già mia intenzione interrompere gli articoli per una giornata per dedicare una preghiera verso le vittime del terremoto in Giappone, e ora abbiamo questo altro triste evento che mi rattrista ulteriormente.
Chi legge queste pagine conosce il mio pensiero sulla guerra, ma per gli altri scrivo solo queste due righe:
In tutte le epoche, la guerra ha causato un decadimento dell'arte e della cultura.
In tutte le epoche, i più alti picchi di benessere, arte, cultura e ideologia sono arrivati in periodi di pace.
Riprenderò a scrivere lunedì.
E non la chiamano guerra
RispondiEliminaIl sofismo è "missione", eppure è una guerra, contro una nazione che ha in atto una guerra civile. Sono violati i diritti umani? Anche in Tibet, dove al posto del petrolio vi è solo una millenaria cultura. Come posso credere che veramente ci sia ancora qualcuno che riesce a farsi manipolare da una parolina "missione"? La Costituzione della nostra Nazione, appena celebrata, rifiuta la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Tuttavia, il nostro Presidente afferma che l'Italia non è in guerra, è una "missione".
Da un'altra prospettiva, ci si può chiedere come mi pare molti stanno facendo, se ci "conviene o no" partecipare. Non ci conviene, e non perchè partecipando corriamo il rischio di avere la guerra in casa ma perchè la portiamo come disvalore in casa d'altri.
Giovanna
"Bella, detexta matribus"
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