martedì 7 dicembre 2010

Compito in classe di 1° liceo scientifico

La Sardegna è conquistata da Cartagine.
dell'alunno ******* *******


Svolgimento:
I colonizzatori fenici della Sardegna del Sud e occidentale, provenivano da Tiro, e fondarono Cagliari verso la fine dell’VIII a.C., Cuccureddus di Villasimius agli inizi del VIII, Nora nell’VIII e poi Sulci, Tharros e Bosa. Queste città fenicie, dopo la conquista della Sardegna da parte di Cartagine (VI a.C.), ebbero una decadenza per poi riprendersi quando il governo di Cartagine iniziò una politica imperiale che vedeva la Sardegna impegnata a rifornire la capitale africana con derrate alimentari e risorse minerarie. A Roma, nel 509 a.C. finisce il periodo monarchico e inizia quello repubblicano. In questi anni ci fu anche il primo trattato stipulato fra Roma e Cartagine nel quale viene nominata anche la Sardegna. Nell’isola, oltre i Fenici, non si esclude la presenza di greci che, pur non fondando colonie, frequentavano la Sardegna per i commerci e avevano contatti, come tramite, anche con etruschi e cartaginesi. Ci sono ritrovamenti di ceramiche greche a Sulci (VIII-VII a.C.) ma i contatti commerciali erano frequenti anche con le altre città sarde. Vi è un documento, una tavola votiva del 550 a.C. circa ritrovata a Olimpia in Grecia, variamente interpretata nella quale sono nominati i Serdaioi e i Sibariti. Alcuni storici sostengono che si tratti non di sardi ma degli abitanti della città greca Serda vicino Sìbari nell’Italia meridionale. Il nome di questa città appare impresso in alcune monete del tempo con la sigla della città e in queste monete vengono nominati anche i Sibariti loro vicini, pertanto non siamo certi se la tavola identificasse popolazioni della Sardegna. Siamo certi che Sìbari venne distrutta nel 510 a.C. ad opera di Crotone e quindi la tavola era precedente. Prima della caduta della monarchia, a Roma ci fu la fioritura della città fenicia di Cartagine che iniziò l’espansione territoriale dapprima nella parte occidentale dell’Africa settentrionale oltre le colonne d’Ercole e poi dal 550 a.C. verso la Sicilia e poi la Sardegna. I tentativi di sovrapporsi ai precedenti colonizzatori fenici nella Sicilia occidentale furono portati avanti con successo da Malco (forse un nome vero, oppure la carica che rivestiva). I fenici non vennero allontanati dall’isola ma considerati subordinati rispetto ai cartaginesi doc, ossia i rappresentanti delle famiglie più importanti di Cartagine. Bisogna ricordare che la Sicilia nella sua parte orientale era dominata dalle colonie greche. Dopo qualche anno, Malco tentò di impossessarsi delle città fenicie della Sardegna, nelle zone costiere, ma venne respinto e rispedito in patria, dove venne condannato all’esilio per il fallimento. Alcuni anni dopo ci fu la battaglia del mare Sardo (battaglia di Alalia 540-535 a.C).
La città di Olbia fu forse fondata dai greci, sicuramente non era fenicia. Fu fondazione cartaginese nella prima metà del IV a.C., ma il nome Olbia lo ritroviamo anche in numerose località greche del mediterraneo. Gli studi più accreditati, parlano di Olbia fondata dai Focesi che fondarono Marsiglia (600 a.C) o da altri focesi che fondarono Alalia (565 a.C). Altri studi affermano che il nome è, invece, frutto di modifiche e i reperti trovati possono essere attribuibili agli scambi commerciali e non ad una fondazione greca. Alcuni storici sostengono sia stata fondata prima della battaglia di Alalia ma altri parlano del IV a.C. La “battaglia del mare Sardo” vide impegnate 60 navi etrusche alleate con 60 navi cartaginesi contro 60 navi focesi della città di Alalia. Fu combattuta per la supremazia degli scambi commerciali nel Mediterraneo, infatti i Focesi esercitavano la pirateria impedendo i commerci greci ed etruschi. Trovandosi in inferiorità numerica e subendo gravi perdite, i focesi abbandonarono Alalia e fondarono Veia. I prigionieri catturati furono portati in una città dell’Italia centrale e lapidati a morte. Gli avvenimenti non avvennero in mare aperto, in quanto gli antichi combattevano vicino alla terraferma per potersi salvare in caso di sconfitta. Non si conosce il luogo esatto della battaglia navale, alcuni parlano di Aleria, altri più a sud nelle bocche di Bonifacio, altri ancora presso le coste etrusche Tosco-laziali. Fra il 535 a.C e il 509 a.C i fratelli cartaginesi Magonidi (figli di Magone), i cui nomi sono Amilcare e Asdrubale si sostituirono ai Fenici in Sardegna come già i cartaginesi avevano fato in Sicilia. Etruschi e cartaginesi si divisero le zone: gli Etruschi, dopo la battaglia contro i Focesi si trovarono spianata la strada in Corsica e rifondarono Alalia denominandola Aleria.
Qualche anno dopo i Cartaginesi sbarcarono in Sardegna, capeggiati dai fratelli Magonidi. L’autore al quale risalgono le notizie è Giustino (II-III d.C), che riportò fonti di un autore di età augustea di nome Pompeo Trogo che derivava a sua volta da un autore greco che si chiamava Timèo di Taormina (in Sicilia), il quale scrisse un opera che arrivava fino al 264 a.C., data della prima guerra punica, dove si teorizzava la data della fondazione di Roma creando un parallelo con Cartagine datandole ambedue al 814/813 a.C. anziché al 754 a.C. canonico della tradizione. Questa ipotesi fu la base degli storici successivi ma fu criticata da Polibio di Megalopoli. Giustino morì nel 260 a.C. senza sapere quale delle due città avrebbe preso il sopravvento. Il racconto di Giustino, al quale risale la descrizione della presa di possesso della Sardegna da parte dei cartaginesi, inizia dall’impresa fallita di Malco con la sua messa al bando e il suo tentativo di ritorno a Cartagine dove tiranneggiò e perciò fu messo a morte. Racconta anche che sotto il comando dei due fratelli Asdrubale e Amilcare si ebbe l’attacco alla Sardegna nel quale Asdrubale morì e Amilcare vinse. Giovanni Lilliu, che ha riesaminato le fonti e le posizioni degli studiosi di quei tempi, lascia aperte varie ipotesi: Malco e i Magonidi combatterono contro gli indigeni sardi oppure contro le città fenicie lungo le coste oppure ancora contro alcune città alleate con gli indigeni. Le date sono sicuramente dopo la battaglia del mare sardo (535 a.C.). I motivi delle campagne sono diversi: forse arginare l’espansione dei greci, oppure perché le città fenicie costiere, minacciate dagli indigeni, chiesero aiuto ai cartaginesi. Probabilmente si verificò una migrazione degli indigeni sospinti verso le zone interne. Le città costiere, dapprima fiorenti, sotto il dominio cartaginese iniziarono una decadenza, soprattutto quelle della costa orientale: Cuccureddus scomparve forse perché si ribellò ai cartaginesi. Cagliari, invece, fu favorita e pare sia stata destinata ad essere la sede del governatore dell’isola. I cartaginesi posero nell’isola alcuni presidi militari che ritroveremo nelle guerre contro Roma. Dal 509 a.C. la Sardegna è in mano cartaginese.
I colonizzatori fenici, nella parte occidentale e settentrionale della Sicilia, fondarono Mozia, Palermo e Solunto, edificata su un promontorio a picco sul mar Tirreno dal quale il panorama offre la visione delle isole Eolie. Crearono un triangolo fra Sardegna, Sicilia e Tunisia. Nel 1200 a.C. gli Achei furono travolti dall’invasione Dorica e abbandonarono la Grecia trovando rifugio nell’Asia Minore dando origine a tre stirpi: Dori, Eoli e Ioni. Nei secoli bui del medioevo ellenico (1200 al 800 a.C.) i greci pur conoscendo la scrittura non l’adoperavano e prima di questo periodo troviamo la Lineare B, conosciuta attraverso tavolette di argilla ritrovate a Creta e nel continente greco. Quando risorsero, alla fine di questo periodo, si organizzarono in Polis ossia città-stato fondate dapprima in Asia minore e poi nell’attuale Grecia colonizzandoli. Già i micenei e gli Achei avevano percorso il Mediterraneo per smerciare i loro prodotti. Nella Sardegna abbiamo dei reperti di natura commerciale riconducibili a età micenea (in un nuraghe vicino a Sarroch e non solo) ma la vera e propria colonizzazione greca iniziò nelle coste dell’Africa settentrionale, in Sicilia e nelle coste dell’Italia meridionale. Dai rilievi archeologici le città più importanti sono databili dal 770 a.C. al 565 a.C. Il primo stanziamento greco è relativo (770 a.C.) all’isola di Ischia, poi passarono nella terraferma fondando Cuma in Campania, Napoli e continuando fondarono Metaponto, Sibari, Crotone, Reggio e Taranto (700 a.C.) e altre furono fondate in Sicilia (per i romani Magna Grecia): Siracusa, Messina (Zancle), Agrigento. Gli stanziamenti greci si stabilirono fino a dove i Fenici li avevano preceduti come a Selinunte a sud e Iméra a nord (sede di una famosa battaglia combattuta nel 480 a.C. fra cartaginesi e greci). In Sardegna i greci non fondarono città (forse Olbia) ma si spinsero lungo le coste del sud della Francia a Marsiglia (600 a.C.) e poi i Focesi (dalla città Focea) fondarono in Corsica la città di Alaria dove nel 540 a.C. Etruschi e Cartaginesi si allearono nella famosa battaglia contro i focesi.


Che dire? Quando l'ho letto sono rimasto senza parole. Mi sono limitato a correggere qualche errore ortografico ma ha meritato un bel 9!

2 commenti:

  1. 10 sicuramente. E' un ottimo sunto della ricostruzione storica di quelle vicende che viene offerta oggi dagli studiosi più in voga.Ci sarà tempo poi per approfondire, magari quando qualche capello comincerà a diventar bianco, e scoprire che non è tutto scritto, anzi! E forse gli scritti recenti più accreditati rischiano di essere fra i più fuorvianti. La lettura degli studi di Ettore Pais, con i suoi dubbi e il suo continuo richiamo alle fonti, dai contenuti spesso contrastanti è già un buon inizio, anche perché le fonti, tutte quelle giunte fino a noi sono davvero roba per pochi... segnalo al proposito un bellissimo studio, una tesi di laurea di due ragazzi (!!!) Rolando Berretta e Tonino Pischedda, La Sardegna nelle mire dei Cartaginesi, scaricabile gratuitamente dal sito
    http://www.terraincognitaweb.com/i-libri-di-terra-incognita/ che a me ha davvero impressionato

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