lunedì 18 ottobre 2010

La società nuragica, 1° parte di 3


L’organizzazione politica e sociale nell’epoca nuragica
di Giovanni Ugas

La civiltà nuragica si sviluppa fra il 1600 a.C. e il 500 a.C. fino all’arrivo dei cartaginesi che occupano una parte della Sardegna. In seguito vi fu una resistenza da parte dei nuragici verso i cartaginesi e poi romani e bizantini, ma ancora oggi i nuraghe costituiscono una presenza che non può essere estromessa dalla nostra vita quotidiana. Questi edifici fanno parte del paesaggio e rappresentano ancora oggi una parte della Sardegna.
La civiltà nuragica si sviluppa in coerenza con la civiltà Appenninica in Italia (1600-900 a.C.), con la civiltà minoica a Creta e con i grandi regni micenei-achei della Grecia. È contemporanea anche alla civiltà ittita in Anatolia e al nuovo regno egizio, quello che si sviluppa dopo la cacciata dei re Hyksos che provenivano dal Vicino Oriente e culmina con i re ramessidi.
È un’epoca di straordinaria civiltà mediterranea e la nostra isola ha recitato un ruolo da protagonista in questo periodo.

La prima domanda che dobbiamo porci è:-quali erano i popoli nuragici in questo periodo?-
Ci sono due momenti fondamentali: il primo è quello della edificazione dei nuraghe, intorno al 1600 a.C.,quello in cui vengono abitati e costituiscono delle residenze fortificate, e poi quando furono abbattuti, intorno al 900 a.C., e trasformati in luoghi di culto, fino al 700 a.C. circa con la comparsa delle famiglie aristocratiche.
Dobbiamo distinguere i primi edifici arcaici, i protonuraghe, da quelli a tholos costruiti in una seconda fase e presentano caratteristiche diverse e sono frutto di un processo dello sviluppo dell’architettura e della società.
Intorno al 1600 a.C. c’erano tre popoli fondamentali e li conosciamo anche al tempo dell’occupazione cartaginese e poi romana: gli iliei-ilienses, che i greci chiamavano iolei (dall’eroe Iolao arrivato dalla Beozia portando con se i circa 40 re Tespiadi, figli di Eracle) e i romani indicavano con il termine illesi, indicando un’origine da Ilio, ossia Troia, quindi discendenti di Enea. Nelle fonti della letteratura antica, sia i greci che i romani identificavano quindi un popolo che aveva la stessa loro origine.
Gli iliei erano stanziati nella Sardegna centro-meridionale; fungeva da limite il Tirso perché questo confine era oggetto di contesa con i Balari.
Secondo le fonti i primi ad arrivare in Sardegna sarebbero stati i libi condotti da Sardo, una popolazione mediterranea del neolitico, dolicomorfi, imparentati con cretesi ed egiziani, con le popolazioni denominate camitiche, o rosse.
Il secondo popolo sono i Balari, provenienti dalle Baleari e, quindi, dalla zona iberica. Gli iberi, secondo le fonti, sarebbero stati condotti in Sardegna da Norax, colui che darebbe il nome ai nuraghe, indicatore dunque di un rapporto con la civiltà nuragica. L’isola di Minorca è chiamata Nura in età romana e queste genti sarebbero giunti intorno alla fine del III Millennio a.C. portando la cultura del Vaso Campaniforme, caratterizzata da un’espansione che va dal continente iberico fino al centro Europa. La bevanda associata al bicchiere che caratterizza le forme di questa cultura è il vino. Le nuove genti hanno la testa corta, sono brachimorfi, ben differenti dai dolicomorfi che arrivarono da est. Indicano una popolazione non più mediterranea, probabilmente indoeuropea e con una parlata diversa. Erano stanziati nella Nurra e nell’attuale Logudoro, e le popolazioni erano i nurritani e i logudoresi, forse legati a Lione, nel sud della Francia. Costituivano un cuneo fra gli iolei, stanziati a sud, e i corsi, posti nella Gallura.

Questi ultimi erano i residui di una popolazione ligure, giunta molto presto nella Sardegna settentrionale. I corsi galluresi hanno sempre mantenuto un rapporto specifico con la società della Corsica, sia dal punto di vista linguistico che da quello dei costumi. Sardegna nord-occidentale e Corsica avevano un legame molto stretto e la vicinanza faceva si che si trattasse quasi di un unico territorio. Le Baleari e la Corsica nel periodo dei nuraghe sono strettamente imparentate, ad esempio in Corsica le costruzioni turrite sono chiamate, al singolare, Torra e nelle Baleari troviamo i Talayots, simili ai nostri nuraghe.
La civiltà nuragica inizia nel momento in cui compaiono le grandi spade, è un cambiamento epocale con la comparsa di gruppi armati con poderose spade come le 13 trovate nella tomba dei guerrieri a Decimoputzu. Misurano fino a circa un metro di lunghezza, comprendendo l’elsa.
La presenza nei nuraghe dei proiettili da fionda indica la presenza di frombolieri, e ancora sono utilizzate le cuspidi di freccia in ossidiana e in selce. Sono attestate anche le lance corte, mentre quelle lunghe si trovano solo a partire dal X a.C.
Balari, corsi e iliesi probabilmente entrarono in conflitto e questo può spiegare la nascita dei nuraghe e lo sviluppo delle spade, ma il modello di sviluppo del popolamento del territorio è evidenziato dalla presenza delle residenze fortificate che si distinguono nettamente dalle capanne dei villaggi. Sono costruzioni possenti, alte, una sorta di piccoli palazzi. Le case dei villaggi hanno invece un’architettura modesta, le piante delle case sono ellittiche, proprio come le prime camere dei nuraghe tra il 1600 e il 1300 a.C.
Il Talei di Sorgono ad esempio ne è una dimostrazione. All’inizio le camere sono al piano superiore e le volte hanno una connotazione ben distinguibile con un taglio tronco-ogivale. Solo più tardi si arriverà a camere al piano terra e a volte ogivali.
Nel nuraghe fronte Molas di Thiesi si nota la presenza del corridoio con poco aggetto al piano terra e una camera al piano superiore, con la volta tronco-ogivale. Questi elementi strutturali che ritornano nel tempo sono importanti perché evidenziano l’evoluzione delle strutture.
In alcuni protonuraghe compare anche una cinta muraria che si addossa alla struttura principale.
Anche nel nuraghe di Dualchi, vicino Bortigali, troviamo una situazione che accomuna la Sardegna ai cosiddetti “casteddi” della Corsica. Si nota una cinta muraria che racchiude un villaggio, forse risalente alla fine del III Millennio a.C. Forse quindi in una prima fase anche i villaggi erano protetti da cinte murarie, mentre in seguito, nel Bronzo, si nota che i villaggi sono sistematicamente privi di cinta difensiva. Ciò significa che i nuraghe prendono il sopravvento, dal punto di vista sociale, rispetto al villaggio, le cui capanne dipendono proprio dal nuraghe.

...domani la 2° parte

Nelle immagini: il nuraghe Fronte Mola, interno ed esterno

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