tag:blogger.com,1999:blog-9114049080754118173.post411553954452113792..comments2024-03-27T16:44:31.033+01:00Comments on Quotidiano Honebu di Storia e Archeologia: Linguistica. Alfabeto greco e alfabeto fenicio. Perché l’alfabeto greco finisce così? Riflessioni di Fabio CopaniPierluigi Montalbanohttp://www.blogger.com/profile/00281002581296200973noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-9114049080754118173.post-60398260797832702532018-10-01T21:49:47.840+02:002018-10-01T21:49:47.840+02:00Questo è un articolo molto interessante, dal mio p...Questo è un articolo molto interessante, dal mio punto di vista, perché sposta all'indietro la diatriba fra vocali aperte e vocali chiuse (fondamentalmente la "e" e la "o") che riscontriamo a tutt'oggi quando noi sardi parliamo sardo e tentiamo invece di parlare in italiano (di qui la nostra riconoscibilissima cadenza). Posto che le "e" chiuse somigliano foneticamente alle "i" (potremmo definirle "i" aperte", semplificando) e che le "o" chiuse risolvono naturalmente in "u", accade un fenomeno strano a noi di madrelingua sarda: cioè, che non troviamo continuità con la lingua italiana che ci è stata insegnata a scuola, nel senso che quando parliamo italiano travisiamo il più delle volte queste differenze fonetiche, come se stessimo parlando un'altra lingua o provenissimo da mondi diversi. Questo "distacco linguistico" mi ha sempre affascinato, salvo scoprire che se ci attenessimo a pronunciare in italiano le corrispondenti parole con la dizione sarda ne sbaglieremmo molto poche, in termini fonetici. Gli esempi potrebbero essere decine di migliaia. In questa sede mi limito a qualcuno. Premetto che la mia tastiera fa differenza fra "è" e "é", ma non la fa tra "o" chiusa e "ò" (aperta). It. concorso (le due "o" sono chiuse), srd. cuncursu, pronuncia sarda del termine italiano còncòrso (le due "o" aperte). Mondo (due "o" chiuse) = srd. mundu: pronuncia dei sardi parlanti italiano "mòndò". Mi fermo qui per necessità di sintesi. Fate questo gioco, vedrete che gli esempi sono decine di migliaia. Resta però il problema del distacco o della non continuità linguistica. Cioè, noi sentiamo che le due lingue sono distanti, come se esistesse una cesura (l'insularità?), quando poi in fondo esistono una continuità e una base comune (mediterranea?) anche in termini di corretta dizione. E' un'anomalia che non riesco a spiegarmi, ma che deve avere una sua precisa ragione d'essere. I miei limitati strumenti culturali non mi consentono di avanzare ipotesi credibili e documentate circa questo bipolarismo linguistico-fonetico. Avrei piacere di sentire il parere degli esperti, semmai volessero illuminarci.<br />Pier Paolo Sciola Anonymousnoreply@blogger.com