martedì 16 gennaio 2024

Nostra Signora di Bonaria a Cagliari. Sardegna, anima prigioniera. Articolo di Pierfrancesco Lostia

 Nostra Signora di Bonaria a Cagliari.  Sardegna, anima prigioniera

Articolo di Pierfrancesco  Lostia

 

La Madonna di Bonaria (a sinistra) e la nave (a destra), che rassomiglia alla scultura presente nella piazza davanti alla Basilica

Sardegna, Anno del Signore 1370.

Una folla di donne, uomini, bimbi e soldati male armati fanno capannello su un colle sferzato dal vento, dalla cui cima si vede il mare. I volti segnati dalla malnutrizione, i presenti osservano una statua lignea.  Una madonna con un bimbo in braccio e un cero acceso è stata deposta di fronte agli astanti. Il frate mercedario che dirige la cerimonia, in tono solenne, racconta la storia miracolosa del simulacro scampato alla tempesta, per giungere in soccorso, dono del cielo, della stremata città di Cagliari. La piccola folla non pare particolarmente impressionata dal discorso del religioso. Tutti gli sguardi corrono continuamente al mare. Lungi dall’essere una via di salvezza, forse diventerà la loro tomba.

Considerata una delle più belle città del Mediterraneo, Cagliari non vanta monumenti dimensionalmente paragonabili a quelli di altre città europee. Tuttavia, gli edifici non difettano in

lunedì 15 gennaio 2024

Sardegna. Bànnari, Villa Verde. Bastare a se stessi. Articolo di Vitale Scanu

Sardegna. Bànnari, Villa Verde. Bastare a se stessi

Articolo di Vitale Scanu

 


Il paesino di Bànnari (dial. Bàini, Villa Verde), l’antica frazione di Usellus, è un mini centro abitativo che trae origine da un popolo nuragico abitante sulla montagna a Su Brunk’e s’Omu nel periodo finale della civiltà del bronzo (2500-1000 a.C.): unico “villaggio” nuragico nella Marmilla centrale e quindi forse un piccolo regno preistorico. La ricostruzione più verosimile, quasi logica, delle sue vicende esistenziali è che, nel corso dei millenni, quella popolazione della montagna, alla ricerca di una esistenza più agevole, sia “slittata” dalla montagna a valle e abbia preso consistenza attorno a una fonte d’acqua perenne ancora oggi esistente chiamata Funtan’e Sùsu. Dalla pastorizia, dalla caccia e dalla

lunedì 8 gennaio 2024

Tito Manlio Torquato, console suffetto in Sardegna. Cosa raccontano Livio e Polibio? Articolo di Rolando Berretta

 Tito Manlio Torquato, console suffetto in Sardegna. Cosa raccontano Livio e Polibio?

Articolo di Rolando Berretta



Abbiamo visto che, prima della Battaglia di Talamone, Roma fece una Leva generale in tutt’Italia.

Una fonte, sicura, dovrebbe essere Fabio Pittore che partecipò alla battaglia: sicuramente era nell’esercito del console Papo ( Lucio Emilio Papirio o Pappo o Papo), altrimenti ci avrebbe spiegato perché, l’altro console, G.A. Regolo era passato in Sardegna.

Seguiamo la consistenza delle forze di parte romana:

( Il testo è di Polibio mentre la traduzione è di Carla Schick.)

“…Con ciascuno dei Consoli scesero in campo 4 legioni romane, comprendenti  ognuna cinquemiladuecento fanti e trecento cavalieri. Entrambi disponevano poi di trentamila fanti e di duemila cavalieri alleati”.

Non credo che G.A. Regolo se li portò prima in Sardegna e, poi, li schierò nella battaglia di Talamone. Molti autori moderni fanno operare G.A. Regolo con tutte queste forze: 50.800 fanti e 3.200 cavalieri … più i cavalli. Ricorderei che Roma deve affrontare solo i Galli. Tutto il resto era stato rimandato; anche un’eventuale ribellione in Sardegna sarebbe stata rimandata. Escluderei anche l’altra ipotesi riguardante il controllo sui Cartaginesi in Spagna.  Una flotta sarebbe stata più idonea. Leggo pure di un

mercoledì 3 gennaio 2024

I Feniciardi: un fenomeno di meticciato in Sardegna. Autopsia di una idea, di Sandro Angei

I Feniciardi: un fenomeno di meticciato in Sardegna.  

Autopsia di una idea, di Sandro Angei



Questo lavoro nasce sotto l'impulso di un articoletto del Prof. Gigi Sanna, comparso qualche giorno fa su Facebook, circa l'ipotesi di un archeologo che vuole il mutamento della società sarda ad iniziare dall'VIII sec. a.C. ad opera di un intreccio culturale e materiale che portò a quello che lo studioso definisce "paesaggio meticcio"; sostenendo la tesi con una serie di dati, tutti in centrati sul "fenomeno fenicio", tra i quali ve ne sono di piuttosto discutibili.

Con questo contributo si vuole rigettare l'idea che vuole la Sardegna sipario di stravolgimenti culturali dovuti a inserimenti di genti aliene alla cultura sarda a partire dall'VIII sec. a.C. ad opera dei cosiddetti fenici.

Lo faremo analizzando passo passo l'articolo dell'archeologo in questione. Inserendo delle note in quei