martedì 25 aprile 2023

Cartografia nautica. Eratostene. Articolo di Rolando Berretta.

Cartografia nautica. Eratostene.

Articolo di Rolando Berretta.

 


Così la raccontano:

 

Riassumendo quanto ha riportato Cleomede:


Eratostene mentre si recava a Sjene  (dove oggi c’è la diga di Assuan) notò che i raggi  solari cadevano a picco dentro un pozzo il giorno del solstizio d’estate. Lo stesso giorno piantò un bastone ad Alessandria e notò che l’ombra proiettata era di 7,20° (7° 12’). Ne dedusse che la distanza tra Sjene e Alessandria (5.000 stadi) era 1/50 della lunghezza dell’Equatore come 7,20° erano 1/50 di un angolo giro di 360°. Quindi la lunghezza dell’Equatore era di 250.000 stadi precisi precisi (dico io!). Inoltre: per avere un’ombra di 7,20°, precisi, ad Alessandria occorre che i raggi solari, il giorno del solstizio d’estate, cadano con il Tropico del Cancro a 24° precisi. Sjene è posta a 24° nord ma, al tempo di Eratostene, il Tropico era leggermente spostato. Se il Tropico era leggermente spostato anche l’ombra 

lunedì 17 aprile 2023

Recensione volume di archeologia preventiva di Giampiero Galasso


Recensione volume di archeologia preventiva

Giampiero Galasso

Con le nuove Linee guida approvate dall’articolo 5 del DPCM 14 febbraio 2022 e le procedure attuative, di valutazione e risoluzione del rischio archeologico già disciplinate dall’articolo 25 del DL 50/2016, le normative italiane sull’archeologia preventiva si aggiornano ulteriormente per essere uniformate sempre più a standard e direttive internazionali. 

In un periodo di continue trasformazioni del territorio italiano dovute alla realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche o di interesse pubblico (impianti eolici, fotovoltaici, tracciati ferroviari, strade e autostrade, condotti fognari e idrici, gasdotti, elettrodotti), la ricerca archeologica in ambito nazionale si è concentrata da oltre 15 anni anni quasi esclusivamente nella salvaguardia e tutela del nostro patrimonio culturale ancora conservato nel sottosuolo. Da qui l’esigenza di accelerare sulla formazione dei giovani operatori del settore, che in futuro troveranno sicure opportunità lavorative quasi esclusivamente nel campo dell’archeologia preventiva. 

È questo l’obiettivo che si pone l’ultimo volume dell’archeologo Giampiero Galasso, che attraverso uno stile immediato e comunicativo riesce a spiegare, con chiarezza, leggi, circolari ministeriali e procedure attuative da mettere in campo in correlazione con le richieste di fattibilità, a livello di progettazione, di grandi e piccole infrastrutture, nel rispetto dei termini di consegna richiesti dagli uffici periferici del Ministero della Cultura.

Dopo un’ampia analisi sull’evoluzione normativa italiana della disciplina, nel testo sono analizzati tutti i passaggi da seguire sia per la verifica dell’interesse archeologico in fase prodromica (valutazione del rischio) sia per la gestione della documentazione scientifica dei sondaggi di scavo attivati nelle fasi successive della procedura, finalizzando i risultati non solo ad una più corretta risoluzione del rischio, ma verso più ampi obiettivi di conoscenza e valorizzazione del territorio senza perdere mai di vista la fattibilità di tutti quei progetti spesso necessari e inderogabili per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e per il progresso civile e sociale del nostro Paese.





giovedì 13 aprile 2023

Sardegna. Il tempio di Monte d'Accoddi. Articolo di Pierluigi Montalbano

Sardegna. Il tempio di Monte d'Accoddi

Articolo di Pierluigi Montalbano

Il tempio di Monte d'Accoddi, nella Sardegna settentrionale, fu realizzato all'alba dell'età del Rame, intorno al 3000 a.C., in un'area cimiteriale dove, a decine, si contano splendide domus de janas. Alto circa 8 metri, con lati che sfiorano i 30 metri e una rampa di 40 che conduce al terrazzo, è simile ai templi mesopotamici denominati ziqqurat e incarna l'unione tra cielo e terra, luogo d’incontro tra uomo e divinità. Di fianco alla rampa si notano un menhir alto quasi 5 metri e una tavola d'altare realizzata con una lastra, munita di sette fori, sovrapposta a pietre per formare una sorta di dolmen. All’interno, sotto la terrazza, c'è una camera inesplorata che forse, come in Mesopotamia, conteneva il letto sacro dove gli addetti al culto celebravano il rituale di rigenerazione della vita e della fertilità della terra e degli animali. Intorno al monumento ci sono i resti di un villaggio dove gli archeologi hanno trovato ceramiche quasi intatte. Inizialmente intonacato con ocra rossa, il colore del sangue e della vita, fu successivamente inglobato in un guscio realizzato con grandi pietre sovrapposte a secco. L'abbandono risale all'età del Bronzo Medio, intorno al 1800 a C., quando nell'isola inizia la fase nuragica con la realizzazione di migliaia di torri che ancora oggi dominano il paesaggio sardo.

lunedì 10 aprile 2023

Il sistema protourbano in Sardegna.

Il sistema protourbano in Sardegna.

Articolo di Pierluigi Montalbano



Nell'eta del Bronzo, oltre 3 mila anni fa, i sardi avviarono una fase protourbana con la realizzazione di villaggi organizzati in zone ben distinte dedicate alle attività sociali, religiose, politiche, economiche, abitative e funerarie. Ogni comparto aveva la sua area specifica, con la zona artigianale separata dall'insediamento per evitare che fumi, rumori e scorie disturbassero la comunità. Il luogo dei defunti era scelto con cura, e le tombe venivano realizzate a qualche centinaio di metri di distanza dal villaggio. Gli edifici religiosi erano posizionati nel cuore del sito, facilmente raggiungibili e dotati di appositi cortili per la celebrazione dei rituali. Strade e sentieri collegavano le abitazioni con il centro, e la sicurezza era garantita dalla presenza di muraglie realizzate intorno all'insediamento, spesso in prossimità di strapiombi. Periodicamente si svolgevano feste in cui allevatori e agricoltori si incontravano per scambiare i loro prodotti e, come nel resto del Mediterraneo, le monete di scambio erano i metalli, sotto forma di lingotti, panelle e utensili come falci, asce, zappe e armi.

Nell'immagine di Bibi Pinna il villaggio di Santa Vittoria di Serri con, in primo piano, il pozzo sacro.