Archeologia della Sardegna. Il suono degli scudi oblunghi dei guerrieri-sacerdoti di
Mont’e Prama
Articolo di Giovanni Ugas
Alla ricerca del ruolo
dei personaggi col pugno guantato
Nell’ampio panorama dell’arte scultorea sarda del I Ferro un
posto rilevante è occupato dalle immagini maschili connotate dallo scudo
oblungo, tenuto ora al fianco, ora sopra la testa. Nel suo magistrale catalogo
“Le sculture della Sardegna Nuragica del 1966, Giovanni Lilliu definiva
pugilatore l’immagine in bronzo con scudo oblungo sulla testa da Cala Gonone di
Dorgali (n. 64) che, in precedenza, Doro Levi (1949) aveva
riconosciuto in un cuoiaio per via del guanto che proteggeva la mano da una
supposta lesina. Il Lilliu, richiamando lo scudo oblungo dei gladiatori Sanniti
studiati da S. Ferri (1963) interpretava la figurina di Dorgali come un
gladiatore-pugilatore, perché sarebbe caratterizzato dal caestus, cioè il
“guantone armato da una “acuta prominenza metallica (di bronzo o di piombo)”,
correlato con una fasciatura, una sorta di manicotto a protezione
dell’avambraccio (brassard). Allo stesso tempo il Lilliu riteneva
problematicamente che fosse un sacerdote-militare la