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giovedì 29 aprile 2021

Archeologia della Sardegna. Il Nuraghe Su Mulinu di Villanovafranca. Articolo di Pierluigi Montalbano.

 Archeologia della Sardegna. Il Nuraghe Su Mulinu di Villanovafranca

Articolo di Pierluigi Montalbano.

Il Nuraghe Su Mulinu sorge alla periferia di Villanovafranca sulla collina che domina la valle del Fiume Mannu, antica via che collega la fertile pianura del Campidano al giacimento di rame di Funtana Raminosa (Gadoni). Il monumento, attorno ai primi anni sessanta, fu indagato da Giovanni Lilliu che rilevò la contemporanea presenza di strutture architettoniche attribuibili a fasi del bronzo medio, definite da corridoi con soffitti a piattabanda, e del Bronzo Recente, con torri coperte con soffitto a tholos. Successivamente, tre campagne di scavo condotte negli anni Ottanta dall' archeologo Giovanni Ugas, ampliarono le conoscenze dell’intera struttura e rivelarono la presenza di un altare con vasca che

martedì 27 aprile 2021

Cartografia nautica. Amerigo Vespucci e le carte del primo Cinquecento. Articolo di Rolando Berretta

 Cartografia nautica. Amerigo Vespucci e le carte del primo Cinquecento.

Articolo di Rolando Berretta

Iniziamo con l’illustrare cos’era la chiesa di S.Salvatore per Amerigo Vespucci.

(Da Wikipedia: Le origini gli Umiliati).

La chiesa, iniziata nel 1251 faceva parte del complesso conventuale degli Umiliati, un ordine giunto a Firenze da Alessandria nel 1239. Anche se la loro regola era stata approvata da papa Onorio III, l'ordine si era costituito nell'ambito dei movimenti pauperistici ai limiti dell'eresia. Gli Umiliati si affermarono come congregazione laica maschile e femminile, dedita alla perfezione evangelica ed alla povertà, ma specialmente al lavoro che era parte integrante della vita dei religiosi, impegnati soprattutto nella lavorazione della lana e del vetro. A Firenze gli Umiliati si stabilirono prima fuori città, presso san Donato in Polverosa, quindi presso la chiesetta di Santa Lucia (1251), estendendo gradualmente le loro proprietà fino a comprendere un oratorio sul borgo  (cioè su una strada fuori della vecchia cinta muraria), dove fecero costruire la loro chiesa ad honorem Sanctorum Omnium e il convento; il complesso venne portato a termine dal 1278 al 1294. La zona era particolarmente adatta alla lavorazione della lana, perché all'altezza della porta alla Carraia, dove il Mugnone sfociava nell'Arno, c'era un'isoletta che formava un canale utile per ricavare l'energia idraulica per mulini e gualchiere. Per favorire tale sfruttamento, gli Umiliati costruirono la pescaia di Santa Rosa, insieme a un ricco sistema di canali. Il loro convento era dunque un vero e proprio centro del lavoro organizzato e il paesaggio urbano circostante venne caratterizzato da edifici legati all'attività produttiva dei religiosi, assieme alle

domenica 25 aprile 2021

Archeologia della Sardegna. I nuraghi sono templi o fortezze? Articolo di Ileana Benati

 Archeologia della Sardegna. I nuraghi sono templi o fortezze?

Articolo di Ileana Benati

La reale funzione del simbolo più caratteristico della Sardegna, il nuraghe, è al centro di dispute tra studiosi. La mancanza di fonti scritte ha reso difficoltosa l’indagine su questo manufatto, presente nella storia della Sardegna per un lungo arco di tempo (dal 1600 a.C. al IV secolo a.C. circa) ed unico, nel suo genere, in Europa. Il primo a trattarne fu Giovanni Francesco Fara nel XVI secolo che riteneva i nuraghi tombe monumentali o torri. Nel corso dei secoli, poi, sono stati considerati alternativamente case o ovili, case di giganti, tombe o luoghi sacri. Nel XX secolo si rafforza, ad opera di studiosi come Antonio Taramelli e Filippo Nissardi l’ipotesi della funzione militare. Ai nostri giorni Giovanni Lilliu riprende l’interpretazione militarista del Taramelli, ma, ultimamente, grazie soprattutto agli studi di Massimo Pittau, linguista dell’Università di Sassari, si ipotizza la funzione magico-sacrale di queste costruzioni, interpretate, quindi, come tombe-santuario o esclusivamente templi. La presenza sul

martedì 20 aprile 2021

Archeologia. La caccia sacra: un duello fra uomo e natura. Articolo di Lisa Catola

 Archeologia. La caccia sacra: un duello fra uomo e natura.

Articolo di Lisa Catola

Sappiamo che i nostri antenati erano onnivori. L’archeologia ha permesso di reperire resti di cibo fossile di origine animale e vegetale. Una conferma è che la natura onnivora dell’uomo trova riscontro nelle similitudini di denti e stomaco del maiale, onnivoro anch’esso. Anche nell’orso possiamo osservare abitudini simili alle nostre. L’uomo preistorico si cibava di ciò che trovava: frutta, insetti, larve, vegetali e carcasse, nonché la carne dei suoi stessi simili, proprio come il nostro amico orso, venerato nel Paleolitico, e a cui sono state dedicate grotte e riti come se fosse una divinità. L’uomo del Paleolitico si spostava in cerca di terre abbondanti in base alle stagioni e il dispendio energetico dei viaggi era notevole. In questo contesto nasce anche la pratica della conservazione dei cibi per essere sicuri di

lunedì 19 aprile 2021

Archeologia. Dún Aonghasa in Irlanda e Monte Baranta di Olmedo. Due suggestivi altari preistorici legati da tanti indizi. Articolo di Pierluigi Montalbano

Archeologia. Dún Aonghasa in Irlanda e Monte Baranta di Olmedo. Due suggestivi altari preistorici legati da tanti indizi. 

Articolo di Pierluigi Montalbano

Affacciato a picco sulle acque torbide dell'Oceano Atlantico, arroccato a 100 metri d’altezza sul bordo di una scogliera, il sito preistorico di Dún Aonghasa è uno degli edifici antichi più suggestivi di tutta l'Irlanda. Frutto di elaborazioni architettoniche iniziate nell’età del Bronzo e concluse nell’età del Ferro, è costituito da una serie di quattro muri in pietra, che oggi racchiude un'area di 5 ettari circondata da una barriera di pietre affilate. Per la sua funzione si è sempre pensato che avesse a che fare con la

venerdì 16 aprile 2021

Agatocle, tiranno di Siracusa, nemico giurato di Cartagine. Articolo di Lydia Schropp

Agatocle, tiranno di Siracusa, nemico giurato di Cartagine.

Articolo di Lydia Schropp



Agatocle, tiranno siracusano di umili origini, fautore del partito democratico “radicale,” in seguito, durante la guerra in Africa ,autoproclamatosi re ad imitazione dei diadochi di Alessandro Magno e fondatore  di un vasto regno ( nato nel 361 a.C. a Termini Imerese, morto nel  289 a.C. a  Siracusa )

Agatocle nacque  a Termini Imerese (PA) nel 361 a.C., quando il territorio rientrava ancora nella sfera d’influenza cartaginese, da un vasaio profugo di Reggio, che nel 342 a.C. si trasferì  a Siracusa. Lì padre e figlio ottennero la cittadinanza siracusana concessa da Timoleonte ai profughi. Agatocle e suo fratello Antandro si dedicarono con successo alla carriera militare; e ben presto Agatocle si distinse nelle campagne militari condotte da Timoleonte contro  gli Etnei ed i mercenari campani, contro Agrigento e nelle guerre contro i Bruzi. Antandro ottenne  verso il 330 a.C. la carica di stratega. Ambedue parteciparono attivamente alle varie lotte partitiche che funestavano le varie città sia

venerdì 9 aprile 2021

Archeologia della Sardegna. I bronzetti. Relatore Pierluigi Montalbano

Archeologia della Sardegna. I bronzetti. 

Relatore Pierluigi Montalbano


Buona Visione

La lavorazione dei metalli è una delle attività più note della Civiltà Nuragica.

La raffinata capacità di lavorare il bronzo, ossia la lega fra 9 parti di rame e una di stagno, consentì di la produzione di una notevole varietà di manufatti: spade, pugnali, asce, spilloni, anelli, bracciali e altri oggetti. Altrettanto importante era la produzione di preziosi manufatti artistici legati al mondo del sacro: i bronzetti.
Si tratta di statuette ottenute con la tecnica detta ''a cera persa'', un metodo di fusione che prevedeva la realizzazione in cera dell'oggetto che si intendeva realizzare. Successivamente si creava un guscio in argilla che lo rivestiva e infine si colava il bronzo fuso che prendeva il posto della cera.
Queste statuine raffigurano una vasta gamma di personaggi realmente vissuti 3000 anni fa: guerrieri, sacerdoti, offerenti e oggetti vari. Sono manufatti che costituiscono oggi una preziosa fonte iconografica che ci restituisce un suggestivo spaccato del mondo nuragico.