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mercoledì 2 dicembre 2020

Archeologia e Odissea. Ulisse, Itaca e Omero. Eterogeneità delle popolazioni greche e degli stanziamenti greci in Asia Minore. Articolo di Lydia Schropp

Archeologia e Odissea. Ulisse, Itaca e Omero.

Eterogeneità delle popolazioni greche e degli stanziamenti greci in Asia Minore

 Articolo di Lydia Schropp

Le sventure del povero ed infelice re di Itaca(1), che per cause avverse della natura è costretto a solcare  le vie del mare per ben dieci anni dopo la distruzione di Troia (2), sono la veste formale  di una narrazione, che ha come nucleo centrale la ricerca di nuove terre e di convenienti rapporti commerciali. Vi si distinsero  dapprima gli Achei /micenei cretesi ( identici ai “popoli del Mare “ ed ai Filistei) (3) e poi per breve tempo i Traci, soppiantati dai Calcidesi (abitanti dell’isola Eubea, menzionata anche da Alcinoo),dai Rodi,e dagli  Ioni, ed Eoli, greci dell’ Asia Minore.  Queste popolazioni greche incontrarono però sulle rotte marine i Fenici, che sulla sponda del Mediterraneo  soppiantarono gli Egiziani, dei quali erano stati in precedenza tributari.

Per l’intreccio , molto complesso, dei rapporti commerciali  del Mediterraneo bisogna tener conto di alcuni dati storici.

Dopo la caduta , verso la fine del XIII sec. , dell’ impero ittita , che nel periodo del suo massimo splendore si estese dalle coste  del Mar Nero sino alla Palestina, per l’azione concentrica  dei Popoli del Mare  (Ulisse ricorda il nome del suo nonno materno Autolukos . e forse vuol dire che suo nonno fosse un  suddito  o meglio un piccolo capo alleato dell’ impero ittita, che era governato da un sistema di

città-stato ,(4)  l’ Asia Minore  fu funestata da un lungo periodo di lotte per la supremazia e da incursioni straniere, alle parteciparono  anche i Traci, alleati dei Frigi nel XIII e XII sec.  e naturalmente gli Ioni ed Eoli (5) Gli Ioni e gli Eoli, a quanto sembra, si riversarono verso l’Asia Minore, incalzati dai Dori, popolazioni residenti al Nord della penisola balcanica, che emigrarono verso il Peloponneso. Troppo complessi ed incerti sono i rapporti dei vari popoli succedutisi nel dominio del mar Egeo e le storie  delle loro numerose migrazioni (6) perciò dobbiamo limitarci ad un breve resoconto.

Il nome del nostro eroe Ulisse è un indice di questa complessità, perché è attestato  con parecchie varianti, in base al ceppo linguistico, e si presta a molte etimologie diverse, in base alla  lingua alla quale si risale.   Ulisse stesso cerca di spiegare l’ etimologia del suo nome nel libro XIX,verso 407 , quando afferma che è collegato con il verbo odiare , egli è odiato da molti. Ma i Greci trascrivevano il suo nome anche sotto la forma Olusseus,Olutteus , ritenuta da alcuni , forse più antica , spiegando così la variante italica Ulisse(7) In etrusco sono attestate le forme più varie : Utuse, Utuse  (accentato ), U uze , U uste,, U ste e Utzte (cfr. Pauly – Realencyclopaedie , colonna 1189 ). Il nome è stato spiegato anche come originario trace (8), Utuse , in origine ut/ uze , reso in etrusco  con Outis ed in Italia  sotto due varianti principali

Oluteus     vaso Francois, Oluseus   vaso di Napoli, Odusseus     vaso di Paestum (9) fatto molto significativo, se la terra dei Feaci si trova nei pressi.

La variante  con la u si spiega perché l’etrusco non conosce la o,  a Paestum ci troviamo già in un ambiente influenzato dall’ osco.  Ulisse si presenta a Polifemo con il nome Outis ……….(libro IX, v. 460)e la variante Outis Oudeis è quasi impercettibile. Solo dopo averlo accecato Ulisse rivela un altro nome  Odusseus, e aggiunge distruttore di rocche, a conferma dell’etimologia omerica “ molto odiato”. Ma probabilmente il nome di Ulisse ha insito in sé la valenza “acqua”. Ou ar – atos sansc. Udhar , greco  udop     udatos. A questo significato si potrebbe sovrapporre l’egiziano  od     odyt         spedizione   ed anche  od’  dividere , giudicare (10),termine appropriato per la seconda parte dell’ Odissea, dopo il ritorno di Ulisse ad Itaca. Se poi al posto della u poniamo una i abbiamo la variante iter latina, e forse la contrapposizione di Ulisse con Iro , il mendicante vagabondo,che incontra ad Itaca (Ita-ca non  vi risuona forse iter ?) risente  di questo gioco linguistico, che nell’ Odissea ha un ruolo rilevante.

Dall’ Iliade sappiamo  che Ulisse combattè con gli Achei contro Troia ed i Pelasgi /Filistei , loro alleati, che si erano stanziati sulle isole Lemno.Imbro e Samotracia, prospicienti la costa iliaca (11) I Pelasgi abitarono però anche in Italia, come risulta da Erodoto (12) Ai Pelasgi  si attribuiscono le gigantesche  mura del Lazio centrale , ad Alatri, Segni e Ferentino ed anche in Grecia, ad Atene, dove il muro di difesa dell’ Acropoli si chiamava Pelargikon (13)

Da tutto ciò bisogna dedurre che i Pelasgi, identici ai “Popoli del Mare” degli Egiziani ed ai Filistei della Bibbia, e chiamati in Grecia, Achei, forse in base ad un ceppo linguistico diverso , e cioè da Ak       = acqua, mentre i Pelasgi etimologicamente si rifanno al termine greco per “mare “pelagos , (come giustamente traducono i test egiziani ) costituiscono una denominazione comune per stirpi poi italiche e greche, che si sparsero  in varie tappe nel bacino mediterraneo. (14)

I documenti egiziani ci riferiscono che intorno al 1225 circa a.C. , cioè 40 anni prima della caduta di Troia omerica  ( sul luogo di scavo di Troia ci sono ben 9 strati e la nostra città coincide con il settimo livello e precisamente il VII A, come constatato dall’archeologo americano Prof. Blegen) ), popolazioni piratesche , fra cui i  Tursha  (= Pelasgi/Tirreni ?) , i Shardana (Sardi da Serdiana ? ), i Shakarusha  (Sicani ? ) e gli Akaiwasa  (Achei ?) (15) si sparsero nell’ Asia Minore,  in Siria ed in Palestina e distrussero interi regni. E più grave  si ripetè l’assalto sotto il regno di Ramses III verso il 1200 a.C. (16)

Che cosa indusse questi popoli ad emigrare così in massa ? Probabilmente gravi fenomeni tellurici, terremoti ed eruzioni vulcaniche, che causarono il disidratamento dei bacini d’acqua e la rovina  di interi villaggi nella zona campana, già fortemente popolata da epoca remota,come ci è attestato dalle antichissime necropoli del Sarno. (17)

Probabilmente i Pelasgi si riversarono verso i paesi balcanici (18) e soprattutto verso la Grecia Meridionale, e poi, respinti sempre più a sud ed ad oriente da nuovi immigrati Achei, si rivolsero verso Creta e da lì  verso l’ Asia Minore (19)soprattutto nel territorio dell’odierna Palestina, che da loro prese il nome.

I nuclei pelasgici più forti, abitanti le isole prospicienti Troia e Troia stessa , cercarono di opporre resistenza all’invasione achea, alleandosi con i popoli dell’ Asia Minore e forse anche dell’odierna Bulgaria, Ucraina meridionale (Amazzoni).E bisogna considerare che  sia i Pelasgi che i Troiani dovevano essere popoli affini agli Achei, perché  veneravano gli stessi dei. Dai concili divini risulta che alcuni dei propendevano per  la vittoria dei  Troiani, altri per la vittoria degli Achei, fatto veramente insolito, perché in genere nelle guerre ogni popolo aveva i propri dei tutelari, che venivano poi trascritti nei trattati di pace,come nel caso delle guerre puniche, dove gli stessi dei si fanno garanti del rispetto dei trattati di pace.

Ai tempi di Omero i Pelasgi abitano ancora in Tessaglia, dove i toponimi Larisa e Lamia (20) mostrano evidenti analogie con quelli italici, etruschi. Piccoli nuclei di Pelasgi risiedono ancora a Creta (21) da dove sono partiti in massa per le conquiste già accennate.

Tutti questi dati ci permettono di localizzare i Pelasgi in Grecia,  e precisamente in Tessaglia prima dell’ arrivo degli Achei, a Creta, nell’ Italia Centrale ed infine in Caria, nell’ Asia Minore, verso  dove sono stati risospinti dagli Achei. In Tessaglia  si dovette formare l‘unione  triphylia   di Achei, Argivi e Danai, a cui aderì anche Ulisse, tanto nefasta per i Pelasgi/Troiani, perché Omero usa indistintamente i tre nomi per indicare i greci (22)

Per il nostro studio dell’Odissea è importante rilevare che nel XII sec. uno dei gruppi noti agli Egiziani come “popolo del Mare “ si stabilì probabilmente in Cilicia, sospingendo i precedenti abitanti  verso est, in Siria; ed infatti il regno cilicio di Que (IX  ed VIII sec.a.C.)  non usava la scrittura geroflica ittita, e a quel che appare, non partecipava affatto alla tradizione ittita Ciò risulta anche dalle fonti assire (23) Quanto  fosse  difficile la situazione in Siria per i vari piccoli stati ed i loro regnanti risulta dalle tavolette di argilla trovate ad Amarna in Egitto. Sono richieste di aiuto al faraone d’Egitto, affinchè intervenga e ripristini  l’ordine nella zona, ma ormai anche l’Egitto non era più solido come prima, perché dopo Ramses III si avvicendarono faraoni deboli.

Inoltre i re ittiti dell’antico regno non praticavano la cremazione, come invece usano i Troiani con i loro eroi. I Troiani, successori degli Ittiti in zona, sono di stirpe diversa , cioè frigia e dardanide per un verso e pelasgica per l’altro. I due eroi principali Enea ed Ettore  ne sono i capi.

 

In Egitto invece, come abbiamo già visto, con la XXII dinastia dei Bubastiti inizia la divisione del regno con due capitali, una a Tebe ed una a Tanis. Una serie di faraoni di origine mercenaria rivendicano a sé il potere, si avvicendano sulla scena; essi costituiscono la XXIII e XXIV dinastia formata da sovrani libici (945-715 a.C.), alla quale succede quella etiopica (760-656 a.C.) Il riferimento omerico all’ Etiopia si intende  meglio, se si tengono in debito conto questi dati storici, e se si tiene presente che i Greci chiamarono Etiopi i Nubi. Nel 751 a.C. circa Pianchi,  dinastia etiopica (747-716 a.C.) scese  dalla Nubia in Egitto e non abbandonò più il dominio conquistato. Egli eresse a capitale la città Napata, in Nubia. Continua a sussistere il polo religioso di Tebe, anzi  dal 1085 al 670 a.C. in Egitto si formò uno stato quasi ecclesiastico.( 24) A questa grave situazione politica posero fine gli Assiri, che penetrarono nel delta nel 671 a.C. Ormai l’Egitto aveva abdicato al suo ruolo egemone nel Mediterraneo da parecchi secoli, ma l’influsso culturale e religioso rimase  valido ancora a lungo, possiamo dire , sotto certi aspetti, sino ad oggi nei più diversi campi, dall’agronomia all’erboristeria ed alla cosmetica .  

Nel corso delle varie migrazioni i Pelasgi entrarono in contatto con diversi popoli autoctoni preesistenti, che modificarono i loro costumi originari e la loro lingua.(25) Solo così si spiega  lo strato linguistico pelasgico ancora evidente in alcuni toponimi della Tessaglia e di Creta(26) e sulle sponde fenicie/cananee Dopo l’invasione dell’Egeo da parte degli Achei, i Troiani superstiti ed i Pelasgi, loro alleati, ritornarono per così dire alla loro terra d’origine, (27), cioè l’Italia, come accenna anche Virgilio nell’ Eneide.

Ulisse deve appartenere ad una corrente migratoria forse trace , con agganci con l’Asia Minore,( il nome di suo padre Laerte si riscontra in Cilicia (28) , suo nonno si chiama Autolukos ,)Gli Achei chiedono il suo supporto contro la sua volontà ed infatti egli si finge al primo contatto pazzo, ma deve poi cedere alle loro pressioni. Ulisse  deve essere antecedente o coetaneo  all’ arrivo degli Ioni ed Eoli sulla costa dell’ Asia Minore. Infatti Omero non menziona gli Ioni od Eoli , emigrati in Asia Minore  dopo il 1000.  Siccome però egli compone i suoi versi in dialetto ionico intriso di elementi eolici ed arcado-ciprici, si deve dedurre che egli descrive  in parte  fatti anteriori alla sua generazione e probabilmente in un ambiente diverso dall’ Asia Minore, dove il dialetto ionico-eolico era usato come koine .(29)Gli atticismi , riconosciuti già nel IV  sec. a.C.  si fanno risalire alla redazione di Pisistrato (30)

Data la diffusione della koine in tutta l’area egea, diverse città si contesero l’onore di aver dato i natali al grande rapsodo,ma nulla prova che l’Odissea sia stata composta in Asia Minore, sebbene molte sue città   si contendano questo onore , fra cui Smirne ed anche Mileto. Quest’ultima vantava origini mitiche risalenti a Poseidone, Neleo  da parte maschile  ed ad Ino, figlia di Cadmo da parte femminile .Per intendere meglio le implicazioni linguistiche di questi miti , che si rifanno ad un ambiente semitico , è bene leggere il capitolo di G. SEMERANO   La Ionia, Cadmo e il Vicino Oriente in “L’infinito : un equivoco millenario “ Milano, 2001,pp 82-86. In breve egli afferma “che tutti i nomi della stirpe di Cadmo acquistano reale  significato solo nelle lingue del Vicino oriente semitico”.

Di Omero ci sono tramandate delle Vite, una scritta da uno Pseudo Erodoto,un’ altra attribuita forse falsamente a Plutarco, altre a Proclo ed anche ad anonimi, ma nessuna è attendibile. In alcune si afferma che Omero viaggiò molto e visitò anche  l’Italia, e fatto curioso  si parla dell’ Etruria.

 L’ampiezza dell’ epos,la varietà e ricchezza delle vicende narrate e l’uso dell’esametro presuppongono l’introduzione della scrittura (31) In effetti il problema della scrittura diventa un po’ marginale se si considera che in Egitto esisteva il demotico.  Gli studiosi sono oggi  concordi nell’affermare che la stesura dell ‘Odissea risalga al 750 a.C. circa .Ciò coincide anche con alcuni fatti storici, di cui l’archeologia e la vulcanologia sono prove indirette.

Concludendo possiamo affermare  che l’Odissea fu trascritta  verso il 750 a.C. in greco, ma forse in ambiente diverso dall’ Asia Minore .Infatti nell’epos il richiamo all’ Egitto è molto forte e presuppone una conoscenza più approfondita del paese e della sua storia. Come già detto , i Greci si stanziarono molto presto in Egitto, e Menelao  vi fondò città. Menelao , re di Sparta, è un capostipite per cosi dire dei futuri Dori, perché Sparta è in seguito città dorica ed i Dori si sono distinti come colonizzatori più di altre tribù greche. I mercenari greci ebbero assegnata in seguito la città di  Naukratis in Egitto, dove fondarono verso   il 570 a.C. il famoso Hellenium, al cui mantenimento contribuirono tutte le stirpi  greche presenti sul territorio . Inoltre  Omero descrive abbastanza  dettagliatamente sia la  Feacia  che Itaca.  Era anch’egli un ramingo come Ulisse ? Se da aedo visse presso corti greche, può aver sentito descrizioni e storie dei vari territori  descritti. In ogni caso , il nucleo essenziale dell’epos, il viaggio di Ulisse, è per alcuni  episodi  anteriore  di alcuni secoli, come ci attesta il ritrovamento di un vaso raffigurante l’ accecamento di Polifemo a Micene (32) Il nome stesso dell’eroe   Ulisse sembra risalire ad un ambito trace/frigio , e significherebbe acqua , dal greco Udor quindi  alla fin fine . Udor, Acheo e Pelasgo  sarebbero termini equivalenti, ma in linguaggi differenti. (33) Se poi si considerano le successive storie  degli insediamenti greci in Italia Meridionale ed in Sicilia, si potrebbe avanzare anche l’ipotesi che Ulisse sia di stipe dorica. Ad Itaca si accenna alla Messenia(zona situata in Grecia e funestata da una lunga guerra  ) ed a Siracusa, colonia dorica, che,  fatto sorprendente vanta, come  Itaca ,una fonte di nome Aretusa . Gli schiavi più fedeli di Ulisse , Eumeo ed Ericlea provengono uno da Siracusa ,l’altra probabilmente dalla Campania (Opo Pisenoride ) Siracusa è ancora retta da un re autoctono, a cui i Fenici rapiscono il figlioletto, quindi siamo prima del 730 a.C. Comunque Ulisse è in contatto ed in amicizia sia con Menelao che con Nestore, che risiedono in territori in futuro dorici.

  

Il fatto che l’epos  sia in realtà lontano dal mondo miceneo, si deduce da tanti piccoli dettagli, come la descrizione del vestiario, che non ha riscontro con quello miceneo, dal nome di alcuni dei che compaiono in età classica (34) e dalla descrizione delle usanze funebri. Nel caso dei Troiani che  essi usino  la cremazione, mentre gli Ittiti  praticavano l’inumazione.

L’Odissea tratta di un viaggio  in occidente e quindi  deve logicamente rispecchiare  realtà occidentali, di un paese quale l’ Italia , dove nel primo periodo etrusco si afferma uno stile chiamato “orientalizzante “, nel senso anche di un forte influsso egiziano. Omero descrive oggetti d’arte riscontrabili anche in Grecia dopo che i Greci si sono avventurati in Asia Minore ed in Egitto. Infatti il periodo , chiamato “orientalizzante “ succede immediatamente alla fase geometrica in Grecia. Nell’ epos si parla chiaramente di importazioni dall’ Egitto e dalla Fenicia. Sia l’Italia che la Grecia risentono della stessa situazione storica e politica ed hanno uno sviluppo parallelo e complementare.

Possiamo quindi concludere con le parole di C. Gallavotti :  Se ci fu una consistente poesia nell’età micenea, la maniera della sua versificazione e quindi i motivi del suo linguaggio poetico ci rimangono sostanzialmente ignoti, perché non si possono dedurre dall’epopea omerica e non si debbono unicamente dedurre da essa. Tali motivi in vario modo e per diverse vie possono aver influito sulle disparate manifestazioni letterarie  dell’età classica nelle differenti regioni ,  …allo stesso modo che elementi  della lingua micenea non si rintracciano nel vocabolario omerico in maggior copia che in altri poeti e in altre regioni della grecità “ (35)

Lo stesso afferma lo studioso inglese Page  :“ Nulla è così certo che questo, che la tradizione epica ha preservato poco o nulla  di intatto dal mondo miceneo eccetto i nomi delle divinità principali, collegate inseparabilmente a certi epiteti, componenti indispensabili e già pronte del verso. Ciò si evidenzia dalla lettura  delle tavolette di lineare B trovate a Pilo.”(36)

NOTE

Sull’ ubicazione di Itaca i critici sono incerti, perché la descrizione dell’isola con il monte Nerito, il cui nome compare anche a Pilo, si adatta piuttosto ad un’isola maggiore. Cfr. G. CAPOVILLA, Praehomerica e Praeitalica, Roma, 1964, p. 241.

Però IRAD MALKIN nel suo encomiabile libro “ I ritorni di Odisseo” , Roma , 2005  localizza Itaca ad Itaca e  l’autore ritrova nella famosa grotta dedicata alle ninfe il tesoro regalato dai Feaci ad Ulisse, e cioè i lebeti ed i tripodi. 

La  distruzione di Troia risale al 1184 a.C.

AMOS, 9,7 e GEREMIA 47,4  dicono che i Filistei provengono da Kaphtor, cioè Creta. Siccome  i Filistei conoscevano il segreto della fusione del ferro, approfittarono della debolezza delle città-stato della Siria, seguita al crollo dell’impero ittita, per fondare degli empori. Il nome della città di Tarso ci rimanda ai Tirreni. E’ probabile  che i Pelasgi siano identici ai Tirreni , e che Tirreni fosse il loro nome in ambito siriaco. Cfr. M.C.ASTOUR, Hellenosemitica, Leiden, 1965, p. 11. I Pelasgi /Filistei sono attestati in epoche diverse  che vanno dal periodo miceneo al 4° -3° sec. a.C. in Grecia, Asia Minore, Creta, Sicilia, Italia Meridionale ed Etruria. I principi filistei si chiamano  surreni  Già nel lontano 1951 J. BERARD e V. GEORGIEV avevano  provato che il termine  Filisteo  è eguale a Pelasgico. Afferma l’archeologo americano W.F. ALBRIGHT, L’archeologia in Palestina , Firenze 1958 “ La Palestina è la parte più povera e culturalmente parlando, più arretrata della regione di Canaan “ p. 246.

4)Autolukos …….potrebbe significare “licio autentico”, in quanto Omero usa Eteocretesi ,per dire gente immigrata, che ora risiede a Creta. La Licia era uno stato vassallo dell’impero ittita. Cfr. M.C.ASTOUR,Hellenosemitica, Leiden 1965, p. 6. La tradizione epica ha interpretato il nome Autolukos come “astuto, ladro” e considera suo padre Mercurio, dio del commercio, non troppo onesto quindi. Inoltre egli aveva il dono di rendere invisibile tutto ciò che toccava con mano, quindi ladro patentato.

5)Cfr.J.BELOCH, Griechische Geschichte , Strassburg, 1893 , vol I, p. 56, nota 1 :

“Con la posizione eminente che i greci asiatici guadagnarono  sia in campo economico che spirituale a partire dal IX sec, questi nomi di stirpi furono applicati lentamente in senso più lato. Il nome ionico fu trasferito agli abitanti affini agli Ioni della maggior parte delle Cicladi, dell’Eubea e dell’ Attica; il nome dorico agli abitanti di Creta e delle Cicladi meridionali, che, come sappiamo erano dori asiatici, di stirpe argolica ed abitanti dell’ Argolide stessa. Ugualmente si diffuse il nome eolico verso Lesbo e più oltre verso la Beozia e la Tessaglia.Ciò è successo quando le due grandi epopee giunsero alla loro conclusione nelle parti principali, quindi all’incirca verso la fine dell’ VIII sec. a.C. Poichè l’epos  non conosce ancora Dori nel Peloponneso, anche se in un passo dell’ Odissea si menzionano Dori a Creta (libro 19 v. 177)  ed in un passo dell’ Iliade gli Ateniesi si chiamano “Iaoni”. Per il termine Ionian cfr. M.C. ASTOUR, Hellenosemitica, Leiden, 1965, p. 49. Egli lo fa risalire ad verbo significante “vagare, andare “latino ire.

6)Cfr. G. CAPOVILLA, Praehomerica e Praeitalica, Roma, 1964

 7) CfrI, MALKIN, Il ritorno di Odisseo, Colonizzazione e identità etnica nella Grecia antica, Roma, 2005 p. 111-112

(8 ) Cfr. G.CAPOVILLA , idem  sopra  p. 222 ed   R. ENKING, in “RE” , IX A I, col. 1189. Ma i Traci erano  , a quanto  sembra,linguisticamente affini ai Frigi  ed oltre che nell’ Asia Minore erano stanziati nelle isole del Mar Egeo.

9)Quindi è più probabile  Odusseus  ………………… vaso di Cere, e  Odusseus vaso Paestum . ’etimologia  è facile da comprendere se si parte dal latino odium, quindi è probabile  Oduseus          (cfr. Pauly Wissowa sotto Odysseus)

10) Cfr. S. DONADONI,Appunti di grammatica egiziana, Milano 1973, p. 101

11)Le iscrizioni delle isole di Lemno, Imbro e Samotracia attestano  l‘uso di una lingua simile all’etrusca. TUCIDIDE  IV, 109 chiama i Pelasgi di Lemno anche Tirreni, ciò confermerebbe la tesi che i Tirreni sono Pelasgi emigrati o viceversa. Inoltre la scrittura  della stele tirrenica di Lemno è quasi identica  con l’alfabeto delle iscrizioni vetero-frigie del VII sec. Cfr. KIRCHHOFF in Pauly-Wissowa sotto la voce Tyrrhener.

12) Cfr.ERODOTO, I, 57

13)J.BELOCH, Griechische Geschichte, Strassburg, 1923, vol. 1, p. 62 “ Anche nell’ Attica devon aver vissuto un tempo i Pelasgi: Infatti il  muro che difendeva l’accesso alla fortezza di Atene si chiamò Pelargikon, e nessuno sapeva dire che cosa volesse significare ; per questo si pensò che fosse corrotto da Pelasgikon e che la fortezza fosse costruita da Pelasgi. Questi Pelasgi sarebbero stati poi allontanati dagli Ateniesi ed emigrati verso Lemno. Cfr. ERODOTO,V , 137 s. TUCIDIDE chiamò i  Pelasgi di Lemno anche Tirreni cfr. TUCIDIDE IV, 109.

14): E’ strano che i Greci non capissero più l’etimologia di Pelasgo = mare , in greco Pelagos. Se Achei si ricollega ad una radice “ak w , abbiamo acqua  , sinonimo di mare, ma da altra lingua.

15) Gli studiosi sono incerti su alcuni nomi di popoli riportati, ma senz’altro vi compaiono gli Achei.

16) Ciò compare sui bassorilievi di Medinet Habu  in Egitto del Faraone Ramses III , (1200-1168 a.C.) circa.       Cfr. G. BUSOLT, Griechische Geschichte, Gotha , 1893, p. 125 :

    “ Su rozzi  carri, a due ruote, tirati da buoi seguivano alla schiera donne e bambini mentre una flotta di grandi barche aperte accompagnava la schiera lungo la costa. Da dove i popoli siano venuti e dove si erano riuniti, resta oscuro. Quando arrivarono all’ Egitto, avevano già distrutto il regno ittita nel Nord della Siria e si erano ammassati nel paese degli Amorei. Al confine orientale dell’ Egitto venne loro incontro Ramses III, che ottenne per terra e per mare una grande vittoria, che evitò all’ Egitto un’invasione. “ L’identificazione dei popoli non era ancora riuscita ai tempi di Busolt, che rileva che i loro volti non hanno tratti egiziani né semitici.

17)  Cfr. E. PAIS, Italia Antica, vol. 2, p. 237 ed A. RITTMANN, I vulcani e la loro attività, Bologna, 1967, p. 107- 187

18) Cfr. V.I. GEORGIEV, Introduzione alla storia delle lingue indoeuropee, Roma, 1966, p. 188

19)Infatti la tradizione biblica fa provenire i Filistei da Kaphtor, cioè Creta, egiziano Keftiu .Cfr. DEUTER. II,12; AMOS, IX, 7; GEREMIA, XLVII, 4. Cfr. C.M.ASTOUR, Hellenosemitica, Leiden,  1965 , p. 7

20) Larisa forse da Larice, Lamia da Lamo/Tlamo etrusco Tlamu (Talamone) per indicare una depressione inondata, nome frequente di fiume in Italia.

21)Cfr.ODISSEA, Canto   IXX, v. 178

C.H. GORDON – The Mediterranean Factor in the Old Testament   Congress   volume, Bonn, 1962 p. 27 ha dimostrato che gli Eteocretesi furono Fenici. Cfr.pure M.C. ASTOUR,  Hellenosemitica, p. 347

22)Cfr.V.I. GEORGIEV, Introduzione alla storia delle lingue indoeuropee, Roma, 1966, p. 188. Questa triphilia                         avvenne verso la fine dell’epoca micenea. Cfr. M.C. ASTOUR, Hellenosemitica , p. 8

23) Cfr. S. Mazzarino, Fra oriente ed occidente , p. 128

24) Cfr. G. STEINDORFF e K.C. SEELE,When Egypt ruled the East, Chicago, 1971 p.271

25) I testi di Rash Shamra provano che Ugarit  e gli stati vassalli dell’ impero ittita fecero del loro meglio per respingere l’invasione dei Popoli del Mare,ma non vi riuscirono. Cfr. M.C. ASTOUR, Hellenosemitica, Leiden, 1965, p.349.  E’ interessante a questo riguardo che Achille risulta anche re di un’Argo pelasgica e porta il titolo  reksenor ………..

Il fatto che Ulisse dica che suo nonno è un autentico Licio,proverebbe che gli Achei/Pelasgi si adattarono alle usanze del luogo.

26) Forse Pilo e Pireo sono pure nomi Pelasgi, se dai Lestrigoni si trova una Telepulos ………..Odissea X, verso 82 . Nell’Iliade II, 681 e IXX , 329 Achille risulta re di un’Argo pelasgica. ODISSEA  IXX, 177  ci dice che a Creta dimorano Pelasgi.

27) Karl BLEGEN , Troy and the Troyans, 1964, ha dimostrato  che i fondatori di Troia VI, durata dal 1800 al 1300 a.C.  erano achei. Cfr. CENTRO DI STUDI MICENEI ED EGEO-ANATOLICI, Congresso di Micenologia, Roma, 1967, p. 1218:Gli achei devono quindi precedere i Troiani di cui parla Omero ed Ulisse. Virgilio nell’ Eneide ci dice che gli abitanti di Troia erano composti da  due gruppi principali : i Dardanidi , rappresentati da Enea ed i Troiani rappresentati da Ettore  ed in genere li considera Frigi.   Ex-Achei e Pelasgi  avranno assimilato quindi in Asia Minore la cultura tardo-ittita. Ciò spiegherebbe perché l’etrusco è affine al tardo-ittita. Cfr. V.J. GEORGIEV, Introduzione alla storia delle lingue indoeuropee, Roma,1966, p. 272.

28)Cfr. J. HARMATTA,  Centro di studi micenei ed Egeo-anatolici,  Congresso di Micenologia,  Roma, 1967 , p. 407.

29)Cfr.V.J. GEORGIEV, Minoica und Homer, Berlin, 1961 pp. 12-15 I dotti chiamarono questa koine ………micenea .

30) Cfr. J.L. Myres, Homer and his critics, London, 1958 ,pp 1-9..

31) Cfr. A. LESKY, Homeros, Stuttgart, 1967, pp. 22-23    Bisogna però considerare che gli studiosi, partendo dal presupposto che l’Iliade e l’Odissea sono state scritte in greco,partono da analisi storiche relative alla Grecia, cioè quando fu introdotta la scrittura in Grecia. Ma sia in Anatolia che in Egitto la scrittura esisteva da lungo tempo. Cfr. W. SCHADEWALT , Von Homers Welt und Werk, Stuttgart, 1944, pp 87-129, in particolare p. 92.

32) Cfr. O.W.-von VACANO, Die Etrusker  in der Welt der Antike, Hamburg, 1957, p. 82

33)  Acheo = acqua in latino  pelasgo = pelagos in greco , mare   ll contatto fra Traci e Fenici fu ostacolato  dai Greci. I Traci emigrarono in Bitinia . I greci ricorsero poi ad un prestito per definire il mare : thalassa, mentre il  termine latino mare risale al celtico.

34) Cfr. W.HELBIG, L’épopée homérique expliquée par les monuments , Paris, 1894, p. 16 e

       D.L. PAGE, The Homeric Odyssey, Oxford, 1955, p. 24

35)Cfr. C. GALLAVOTTI in Centro di studi micenei ed Egeo-anatolici , Congresso di Micenologia, Roma 1967

36)Cfr. D.L. PAGE, The Homeric Odyssey, Oxford, 1955 p. 24

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