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martedì 24 novembre 2020

Archeologia. Sardegna verso l'Unesco. Monumenti archeologici della Civiltà Nuragica: Le Tombe di Giganti, i sepolcri dedicati al culto dei defunti Progetto di inclusione del Paesaggio Sardo nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Archeologia. Sardegna verso l'Unesco. Monumenti archeologici della Civiltà Nuragica: Le Tombe di Giganti, i sepolcri dedicati al culto dei defunti. 

Progetto di inclusione del Paesaggio Sardo nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità. 



In ogni cultura, il concetto di morte è importante. Non vi è popolo che non abbia un qualche tipo di culto legato all'esistenza che si spegne. La vita, ossia il nostro patrimonio di esperienze fisiche e spirituali, procede fino alla tappa finale, e questa contrapposizione tra il respirare e il cessare di respirare ci accompagna durante il nostro cammino. Gli antichi sardi davano valore a questo momento della vita tanto drammatico quanto celebrativo. Le Tombe dei Giganti ne sono una testimonianza. Le tombe di giganti presentano quasi sempre un'esedra, un semicerchio discendente che parte da una stele centrale maggiore, e che va a disegnare una piazzetta, una sorta di abbraccio verso la vita che se ne va. La stele centrale presenta una porticina, a volte così piccola da non permettere l'ingresso, e che rappresenta un punto di congiunzione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Queste tombe costituivano una sorta di flusso continuo tra generazioni; un rapporto con gli avi che non terminava con la loro morte ma si evolveva. Molte persone infatti, avevano l'abitudine di dormire di fronte alle tombe nei momenti confusi della propria esistenza per trovare consiglio durante il sonno tramite la saggezza di chi non viveva più su questa terra. La morte era considerata un momento sacro. Il trapasso veniva celebrato con la costituzione di un luogo di culto in cui potersi recare per mantenere un continuum con l'aldilà. Queste strutture venivano costruite a diretto contatto con la terra, in uno stretto rapporto con la natura. A diretto contatto col suolo sarebbero state in grado da infondere ai corpi privi di vita, un'energia così forte da potergli permettere l'ascesa al cielo attraverso la forza della Madre Terra, e la stele centrale porterebbe al significato di "innalzare l'anima verso l'alto". La piazzetta di fronte alle tombe era il luogo per svolgere rituali che connettessero la vita con la morte. Viste dall'alto inoltre, queste strutture sembrano rimandare all'utero materno, richiamando il concetto di rinascita, come se la morte non costituisse una fine, un termine ultimo, bensì un'evoluzione, una trasformazione, la vita che si erge a qualcosa di superiore e di sacro.
Venerdì, 27 Novembre 2020, in diretta Facebook, alle ore 19, parlerò delle Tombe di Giganti, i sepolcri dedicati al culto dei defunti. Descriverò l'epoca di costruzione, le varie tipologie e i rituali che vi si svolgevano.

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